“Una mostra che riporta l’arte italiana al centro dell’agenda internazionale” (Luca Zuccala, Vicedirettore di ArtsLife)
Volevo fare una mostra è il titolo della mostra che Giulio Alvigini – noto ai più come “quello di Make Italian Art Great Again” – ha ideato per Spazio Amato a Milano. Inaugurata il 16 febbraio 2022, chiude improvvisamente il 18 febbraio, con grande anticipo rispetto a quanto previsto. Il perché entra nel territorio della cronaca, esula da questo pezzo che è solo una “recensione critica” realizzata mossi da amicizia e simpatia nei confronti di Giulio: insomma, una marketta low budget.
Sottotitolo: volevo scrivere un pezzo a gratis per mettere il mio nome su una testata giornalistica registrata.
Svolgimento: è una folla oceanica, più di 160 accessi singoli, quella che nella notte fra il 16 e il 17 febbraio 2022 ha invaso la strada antistante, i corridoi e le stanze di Spazio Amato, in occasione di Volevo fare una mostra, prima prova espositiva milanese dell’emergente artista concettuale Giulio Alvigini (Tortona, 1995).
Il nome della sede nasce da un omaggio all’opera-neon di Massimo Uberti, che negli spazi di questo ex rifugio antiaereo aveva il suo studio. Oggi è Giorgio Bernasconi, artista nato nel 1998, ad attivare questo nuovo centro per l’arte contemporanea milanese sito a pochi passi da Fondazione Prada e deputato alla realizzazione di mostre site specific ideate da semplici e giovani operatori estetici.
“Una performance che consacra Alvigini nel gotha dell’arte” (Adele Rochelle, Redattrice ArtsLife)
Nucleo del progetto espositivo è il concetto stesso di mostra, l’importanza che nel sistema attuale sviluppa per tutti quegli studenti che, terminati gli studi in Accademia, necessitano di trovare una modalità per farsi notare ed esprimere la propria ricerca culturale e artistica.
L’allestimento ideato da Giulio Alvigini immerge inaspettatamente il fruitore in un ipotetico bagno casalingo fuori luogo, che diviene espediente per mostrare le opere e sperare in futura riconoscibilità e soddisfazione economica.
Tre le necessità chiave cercate dall’artista attraverso un’opera d’arte totale, che si rifa al costrutto ontologico della Minimal Art: 1) realizzare una mostra a Milano; 2) mostrare la opere prodotte e farle conoscere al pubblico; 3) inserire una nuova voce nel suo CV.
Tutta la centenaria necessità di ottenere uno stile e una firma riconoscibile è riassunta e simbolizzata in tre semplici e brevi assunti, in tre frasi iconiche che diventano esse stesse delle opere d’arte in potenza, ripetute come un mantra dall’artista a tutte le persone incontrate durante l’opening.
“Più che una mostra” (Leone Casati Modignani, Redattore di ArtsLife)
La notizia non è confermata ma Spazio Amato potrebbe chiudere il suo percorso con la mostra di Giulio Alvigini, così come è accaduto agli spazi che hanno ospitato le due precedenti mostre personali dell’artista piemontese. Non ci è dato sapere se tutto ciò rientra in una dinamica predeterminata o se il caso ha forzato la mano alla storia. Ciò che notiamo è un continuo rimando a Maurizio Cattelan, al suo giocare fra concetto e provocazione. Le opere esposte a Milano fanno trattenere a stento il celebre: “la potevo fare anche io”; ma quello che qui conta è la risposta non snob data alla legittima illazione: “è vero, le potevi tranquillamente prenotare su una piattaforma di stampa web”. Come per la sua personale a Porto dell’Arte, gli oggetti proposti da Alvigini si fondono con il reale, pongono minimi scostamenti, trasformano il fruitore in artefice: se penso che quell’oggetto sia un’opera d’arte, allora lo è. Altrimenti, è solo un asciugamano, pure bruttarello.
Quello di discesa e risalita nel rifugio “amato” è un percorso sciamanico e capitalista, è un tuffo dentro al fluire delle regole del sistema, è una frase lunga, pomposa, emotiva, epica, piena di aggettivi o avverbi, utile solo per allungare il pezzo fino alle battute richieste, per trovare una conclusione a una storia di cui non si possiede il finale.
“Sensuale, sensazionale, sconvolgente” (Isabella Persica, Redattrice ArtsLife)
Volevo fare una mostra
GIULIO ALVIGINI
17 febbraio – 18 febbraio 2022
SPAZIO AMATO, via Vallarsa 20, Milano
https://www.instagram.com/spazioamato/
https://www.instagram.com/giulioalvigini/