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L’intensa pittura di Anselmo Bucci in mostra al Vittoriale degli Italiani: peripezie di un artista “totale”

Teatro Odeon, Anselmo Bucci (1919-1920)

Inaugura il 12 marzo al Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera, la mostra “Anselmo Bucci. Ritorno al Vittoriale“, con oltre trenta opere e molti inediti provenienti da collezioni private. Attraverso uno sguardo contemporaneo, la mostra -curata da Giordano Bruno Guerri in collaborazione con l’Archivio Anselmo Bucci di Monza- racconta l’artista svelandone le diverse sfaccettature della personalità, lo spessore intellettuale, la visione culturale, l’impegno come artista “totale” e il ruolo di assoluto protagonista del Novecento italiano.

Era l’estate del 1933 quando Anselmo Bucci da Fossombrone, figura di primo piano nella storia dell’arte del Novecento italiano, visitò per la prima volta il Vittoriale: di questa sua visita privata al Vate restano alcune testimonianze storiche inedite. Proprio da queste testimonianze prende avvio la mostra antologica, che inaugura il 12 marzo 2022 e rimane aperta al pubblico fino al 21 settembre.

Circa trenta opere scelte (un terzo delle quali inedite, provenienti da raccolte pubbliche e private) accompagnano il visitatore alla scoperta del pittore, in un arco temporale che copre quasi quarant’anni di attività, dal 1908 al 1946.

Giocolieri, Anselmo Bucci (1922-1923)

Apre il percorso un inedito del 1908 (studio per Jeunesse, tempera su tela) realizzato a Fossombrone durante una pausa dal suo soggiorno parigino e da sempre gelosamente custodito nello studio dell’artista, come documentato da svariate fotografie. Il percorso espositivo attraversa i tre momenti salienti del suo percorso artistico: la stagione giovanile parigina, il “Novecento italiano” e il definitivo rientro a Milano (nel 1935). L’esposizione si chiude con un dipinto del 1946, Il dono americano, assente dal circuito espositivo da sessant’anni, opera di amara ironia che nella sua composizione sembra costituire un’anticipazione della pop art. Alla fine della mostra, in una sala a parte, è presentata una raccolta di documenti storici inediti e di fotografie d’archivio che ritraggono l’artista durante il suo intenso vissuto.

A corredare il racconto di Bucci e i suoi dipinti di guerra (L’addio, La casetta rosa e Il funerale dell’eroe e  il disegno Nemico in vista), un grande arrivo: Forme uniche di continuità nello spazio di Umberto Boccioni, in prestito straordinario, sino al termine della mostra.

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