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Magia, sogno, occultismo. Il Surrealismo incanta la Peggy Guggenheim

Surrealismo e magia. La modernità incantata Surrealismo e magia. La modernità incantata
Surrealismo e magia. La modernità incantata
Surrealismo e magia. La modernità incantata

Dal 9 aprile al 26 settembre 2022 la collezione Peggy Guggenheim di Venezia apre i suoi cancelli di ferro e di vetro sulla prima retrospettiva internazionale dedicata ai Surrealisti e al loro interesse per l’alchimia e la magia. Curata da Gražina Subelytė, la mostra “Surrealismo e magia. La modernità incantata” è un viaggio nel mondo dell’inconscio, alla scoperta di enigmatici rimandi tra l’arte e l’occultismo.

Sono mondi intimamente vicini e connessi, quelli narrati nella mostra della collezione veneziana: un dialogo tra tempi e spazi lontani, tra figure allegoriche e colori archetipali, un percorso tra incantatrici e dee, alter ego zoomorfi e sincretismi culturali, che accomunano l’arte del gruppo surrealista a credenze di un passato remoto.

E’ ad oltre sessanta opere, provenienti da più di quaranta collezioni internazionali e non, che viene affidato il compito di raccontare la profonda corrispondenza tra il movimento fondato nel 1924 da André Breton e il mondo magico.

Sin dal secondo Manifesto del 1929, infatti, si esplicita una chiara volontà di rifarsi a questa sfera di insegnamenti del passato: l’universo onirico del Surrealismo, che mira a superare la tragedia del reale, sente il richiamo della libertà immaginativa che governa il mondo alchemico. Si ammette l’analogia a queste impenetrabili ricerche, nella convinzione che solo l’irrazionale possa avviare una concreta trasformazione.

La dimensione interiore che il movimento indaga diventa la depositaria di un’antica tradizione: è allora che le opere dei surrealisti si affastellano di simboli e rimandi che guardano al mondo Medievale e Rinascimentale e all’enigmatica esperienza metafisica di Giorgio De Chirico.

Surrealismo e magia. La modernità incantata

Tra studi alchemici, magie folkloristiche, atmosfere misteriche, il Surrealismo si impone come definitivo erede della tradizione magica nei secoli, la dimensione oscura dell’inconscio come la sua nuova pratica e gli artisti come alchimisti visionari e streghe moderne.

Un’esposizione, quella al Guggenheim di Venezia, ampiamente esaustiva. Capace di raccontare il Surrealismo dalla sua nascita sino alle esperienze più tarde. Essa guarda al movimento da una sfera di lettura mai esplorata prima: una visione inedita che è anche tassello emblematico per comprendere le volontà alla base del gruppo.

La mostra, che arricchisce la già eloquente collezione lasciata da Peggy Guggenheim, amante – e amata – del movimento, intavola uno specchiamento tra tempi e riunisce dipinti lontani. Rinviata lo scorso anno a causa della situazione pandemica, prevede una successiva tappa a Potsdam tra ottobre 2022 e gennaio 2023 ed include lavori di Victor Brauner, Leonora Carrington, Salvador Dalí, Giorgio de Chirico, Paul Delvaux, Maya Deren, Max Ernst, Leonor Fini, René Magritte, Roberto Matta, Wolfgang Paalen, KaySage, Kurt Seligmann, Yves Tanguy, DorotheaTanning e Remedios Varo.
A distanza di circa un secolo l’avanguardia surrealista insegna nuovamente quanto sia importante guardare all’eredità che il passato trasmette. E’ allora che, in tempi incerti, la modernità diventa “incantata”, vestendosi, come la sposa dipinta da Max Ernest, di abiti arcani e simboli incoglibili.

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