Mostra personale di PAT (Thomas Pacher), dal 9 al 16 aprile 2022, presso il Museo MAiO – Il Torrione, a cura di Silvia Grassi.
Thomas Pacher, in arte PAT, è un artista poliglotta, in grado di parlare diversi linguaggi artistici, visivi e plastici. Nelle sue opere i linguaggi dell’arte pop, in cui la quotidianità e la realtà diventano fonte di ispirazione, punto di partenza, pretesto di riflessione, dialogano con la libertà espressiva della street art, dell’arte urbana.
L’artista esporrà le sue opere al Museo MAiO di Cassina de’ Pecchi. La mostra personale metterà ogni persona faccia a faccia con la propria emozionalità. Sarà un percorso attraverso i sentimenti più profondi, che porteranno oltre la sensorialità fisica, oltre le immagini. Si impara ad ascoltare la realtà con ciò che le opere d’arte faranno scaturire in noi. Le opere fanno esplodere in noi un’emozione. L’arte ha questo potere; scuotere le coscienze, far scattare qualcosa in noi che ci porta ad agire. Le opere di Thomas hanno intrinseco in loro questo potere.
In questa mostra l’artista vuole ripercorrere, attraverso le opere da lui realizzate, tutti i messaggi di sensibilizzazione su tematiche importanti, su cui egli porta a riflettere proprio attraverso la sua arte. Questi temi sono sempre attuali e, purtroppo, lo saranno ancora per molto tempo. A questo vuole inoltre aggiungere un’ulteriore chiave di riflessione su quello che sta costellando le giornate di ognuno di noi nell’ultimo periodo. L’arte di PAT trasporta il visitatore in un turbinio di riflessioni, di pensieri profondi, di emozioni, di sentimenti.
Il MAiO di Cassina de’ Pecchi è un museo comunale nato nel 2015 iscritto all’Associazione dei Piccoli Musei Italiani. Il museo è dedicato all’Arte in Ostaggio e alle grafiche visionarie con l’obiettivo di raccontare le 1641 opere d’arte trafugate dai nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale e ancora prigioniere di guerra: si tratta di più di 800 dipinti, numerose sculture (tra cui la Testa del fauno di Michelangelo, simbolo del museo) arazzi, tappeti, strumenti musicali (tra cui i violini Stradivari) e moltissimi manoscritti di cui abbiamo testimonianza grazie al catalogo L’opera da ritrovare redatto da Rodolfo Siviero, il famoso 007 dell’arte. Il MAiO è nato per suggerire un tema e provocare un’emozione, quello dell’assenza dell’arte, perché rubata, trascurata, ignorata, poco accessibile e ferita da guerre e terremoti. Ci piace pensare che in questo luogo si incontri chi ha rivendicato e tutt’ora rivendica il diritto alla bellezza e all’emozione estetica.