La recensione dello spettacolo Lady Macbeth – Suite per Adelaide Ristori, che ha debuttato a Genova il 22 marzo scorso
Antonine Artaud riteneva che il teatro dovesse liberarsi di qualunque elemento non fosse prettamente attinente al testo e che dovesse avere un suo proprio linguaggio che non si perda nella labilità delle parole. La Lady Macbeth in scena al teatro Modena ad opera di Livermore si allontana completamente da questo concetto. Ma vivendo in un periodo storico da tempo lontano dal Surrealismo che, sempre per Artaud, non scendeva a compromessi, che non faceva rivoluzioni politiche, e che invece respirava nella totalità dello spirito, ahimè dobbiamo comprendere e cercare di salvare qualcosa di Lady Macbeth, Suite per Adelaide Ristori, che ha debuttato a Genova il 22 marzo scorso.
E allora salviamo senz’altro la grande interpretazione di Elisabetta Pozzi, protagonista dello spettacolo che dribblando con ironia nel gioco avanzato da Livermore ci conduce in un viaggio tra passato e presente, realtà e virtualità. Livermore che senz’altro si muove meglio sui palcoscenici della lirica che su quelli della prosa propone una carrellata sulla vita della Ristori con il supporto esagerato di video in cui non solo appaiono immagini della grande attrice dell’ 800 diventata un goffo cartone animato, ma anche gli ospiti, come il giornalista Alberto Mattioli, sono convocati sullo schermo in registrazione.
Il palcoscenito del teatro Modena diventa così un tecnologico studio televisivo, in cui si passa dall’investigazione storica alla performance buttata sul ricordo. L’eccesso di gag meta-teatrali smorza il pathos che la grande Lady Macbeth di Elisabetta Pozzi ci offre. Sorge spontanea la domanda: ècosì necessario passare dal dramma all’intrattenimento che sollecita applausi da un cartello luminoso come in un quiz a premi? Noi diciamo di no e questo no sembra anche condiviso dall’attrice genovese che amichevolmente prende in giro Livermore su questa scelta. Tutto voluto, tutta finzione, ma per fortuna c’è l’ironia e per fortuna dunque c’è lei, una superlativa Pozzi, autentica dominatrice della scena, che passa con disinvoltura, in una mescolanza di testi dalla prosa ai versi , da essere sè stessa per poi vestire i panni della Ristori e di Lady Macbeth. Una prova sublime che ancora una volta ci conferma che se l’omaggiata Adelaide, era regina incontrastata dei palcoscenici di allora, lei lo è di quelli di oggi.
Lo spettacolo sarà in scena ancora finoal 3 aprile.