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Il cinquecentesco Custode dell’orto in dialogo con Loris Cecchini


Dal 29 aprile al 10 giugno la Galleria Canesso ospiterà a Milano una rara scultura realizzata in Lombardia tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, nell’ambito del mondo di Arcimboldo. Accanto ad essa verranno allestite quattro installazioni site-specific dell’artista contemporaneo Loris Cecchini

Il progetto “Il Custode dell’orto XVI secolo – Loris Cecchini XXI secolo” è presentato in collaborazione da Galleria Canesso Milano e Galleria Continua. Alta quasi due metri, la scultura del Custode dell’orto è un caso molto raro di trasposizione in pietra dello stile del pittore milanese Giuseppe Arcimboldo (1526-1593), l’opera di uno scultore lombardo la cui identità è ancora avvolta nel mistero. Nato circa quattro secoli fa per difendere simbolicamente un parco privato, il Custode dell’orto sarà circondato da quattro opere dell’artista milanese contemporaneo Loris Cecchini che, come rami metallici, daranno vita a un giardino contemporaneo protetto dall’antico guardiano.

«Coltivare un orto, prendersi cura di un giardino, vuol dire porsi in un atteggiamento di salvaguardia della natura e del nostro mondo – dice Maurizio Canesso- Il nostro colosso è metafora proprio di questo: dell’umano che si fa tutt’uno con la natura per difenderla»

Il Custode dell’orto esprime  l’unione tra l’uomo e la natura e, allo stesso tempo, il ruolo tutelare che noi umani dobbiamo avere nei confronti dell’ambiente. Una divertente iscrizione in latino, che accompagna la scultura, da’ voce al gigante di pietra: “io, presiedo all’orto, metto in mostra l’orto, allontano il nemico; tu che sei presente e leggi, se desideri qualcosa, chiedi gentilmente, tieni quello che hai chiesto e vattene”

Scultore lombardo (fine XVI – inizio XVII secolo) Il custode dell’orto, pietra di Viggiù, 197 x 72 x 81 cm Collezione privata

Le opere di due scultori milanesi, a distanza di cinque secoli, trasmettono un messaggio comune e fondamentale. II giardino è anche il luogo dove si osserva e studia la natura nei suoi processi organici di crescita e mutamento. Proprio le forme del divenire organico, regolate da leggi più forti di quelle della razionalità umana, sono alla base del lavoro di Cecchini. Le sue ultime ricerche sono infatti indirizzate a strutture reticolari e conformazioni molecolari che costituiscono la struttura di base di piante e minerali. Da qui nascono affascinanti elementi modulari che aggregandosi e proliferando danno vita a strutture complesse.

La storica dell’arte Susanna Zanuso scrive «Questa sorprendente scultura è entrata nell’orizzonte degli studi solo nel 1995 quando Gian Giacomo Della Torre Piccinelli, che ne era allora proprietario, pubblicava un articolo nel quale la attribuiva senza incertezze a Giuseppe Arcimboldi (1526-1593): allora conservata nella sua villa di Trescore Balneario, dove era giunta per via ereditaria, era accompagnata da una targa marmorea con una lunga iscrizione in latino, dall’autore trascritta e tradotta, nella quale il misterioso personaggio metteva in guardia l’osservatore di non scambiarlo per una immagine di Vertunno, la divinità antica che presiedeva alla mutazione delle stagioni e alla maturazione dei frutti, essendo un più domestico “custode dell’orto” preposto a sorvegliare e difendere i suoi prodotti».

Germination rates on four poles (sequence 380), 2022
Moduli di acciaio inox 316 saldati, Welded stainless steel modules, 240 x 188 x 21 cm [HxWxD]
Courtesy Galleria Continua S. Gimignano/Beijing/Les Moulins/Habana/Roma/Sao Paulo/Paris

 

Il Custode dell’orto XVI secolo – Loris Cecchini XXI secolo

Galleria Canesso
via Borgonuovo 24 Milano
Dal 29 aprile al 10 giugno 2022

Da lunedì a venerdì, dalle ore 14 alle ore 18 o su appuntamento Tel: 02 91555544

info@galleriacanesso.art
www.canesso.art/

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