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Max Mara Art Prize: Emma Talbot in mostra tra Whitechapel Gallery e Collezione Maramotti

Emma Talbot nel suo studio alla British School at Rome, Roma, 2021

Max Mara, Collezione Maramotti e Whitechapel Gallery hanno annunciato che Emma Talbot (nata nel Regno Unito nel 1969), vincitrice dell’ottava edizione del Max Mara Art Prize for Women, ha terminato la sua residenza di sei mesi in Italia. Le nuove opere realizzate durante questo periodo saranno esposte in una mostra in programma alla Whitechapel Gallery di Londra dal 30 giugno 2022 e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia a partire dal 23 ottobre 2022.

A causa della pandemia, la residenza di Emma Talbot non ha potuto essere organizzata nel 2020, come inizialmente previsto, ma si è svolta invece tra giugno e dicembre 2021. In questo periodo l’artista si è spostata tra Reggio Emilia, Catania e Roma, dedicandosi allo studio della mitologia classica, dell’artigianato tessile e della permacultura, esplorando luoghi e istituzioni di grande interesse storico e di grande impatto per tutto il suo lavoro.

 

Emma Talbot on Mount Etna, Catania, 2021

I prodotti tessili occupano un ruolo centrale nell’opera di Talbot che, nel corso della sua permanenza a Reggio Emilia, ha avuto l’opportunità unica di acquisire nuove abilità in questo tipo di produzione, grazie alla collaborazione con Modateca Deanna, uno straordinario archivio storico dedicato alla moda e in modo particolare alla maglieria. Presso Modateca ha collaborato con artigiani locali per apprendere la tessitura ad intarsio e la tecnica di maglieria jacquard, utilizzate per creare motivi multicolori che l’artista incorporerà nell’opera finale. Oltre a frequentare i corsi tenuti dai professionisti altamente qualificati di Modateca e a visitare alcune aziende tessili del territorio, Talbot ha avuto la possibilità di accedere all’archivio storico di Max Mara.

A Catania, in compagnia dell’artista Rosario Sorbello, Talbot ha potuto esplorare diverse epoche storiche, visitando antichi siti archeologici e l’area del vulcano; tutti elementi di un paesaggio che confluirà e darà forma all’opera finale.

L’artista ha inoltre acquisito conoscenze relative alla permacultura, pratica molto utilizzata nell’agricoltura siciliana, che offre la possibilità di convivere in modo etico e sostenibile con la terra. Per toccare con mano questa realtà, Talbot è stata ospite della Casa di Paglia Felcerossa (Sant’Alfio, Catania), un’azienda agricola alle falde dell’Etna.

Emma Talbot at Mondateca Deanna, Reggio Emilia, 2021

La proposta con cui Talbot ha vinto il Max Mara Art Prize for Women affronta temi fortemente radicati come il potere, la governance, gli atteggiamenti riguardo alla natura e alla rappresentazione delle donne visti attraverso una lente squisitamente personale. Il punto di partenza è il dipinto Le tre età della donna (1905) di Gustav Klimt, che raffigura una donna anziana nuda, in piedi e a capo chino, in uno stato di apparente vergogna. Talbot ha avuto l’opportunità di vedere da vicino il dipinto presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, durante la sua residenza in Italia. Nell’opera proposta per il premio, Talbot rappresenta la figura come un soggetto dotato di volontà, che si trova ad affrontare una serie di sfide. Queste fatiche di Ercole moderne implicano che l’anziana donna è dotata del potenziale necessario a ricostruire la società in cui viviamo, contrastando la consueta visione negativa dell’invecchiamento.

Il progetto vincitore di Talbot per il Max Mara Art Prize for Women assumerà la forma di un’installazione immersiva: una rappresentazione tridimensionale dell’anziana eroina che si erge solitaria in un precario mondo post-apocalittico in cui la tecnologia è stata annientata. Sullo sfondo, una lunga scena dipinta su seta (realizzata su tessuto dell’azienda comasca Mantero, la prima in Italia a produrre seta 100% riciclata) richiama i paesaggi che l’artista ha potuto ammirare durante i suoi viaggi in Sicilia e a Roma.

 

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