Di proprietà di un’amico di lunga data di Bacon, Barry Joule, le opere sono da vent’anni nei magazzini della Tate, in attesa di un’esposizione che non arriva. Così il collezionista sta pensando di ritrattare e portare il materiale in Francia. Ma siamo sicuri della sua affidabilità?
Barry Joule si è tirato indietro, ma non di può dire che non abbia pazientato a sufficienza. L’amico stretto di Francis Bacon, di cui detiene un importante collezione di opere, ha deciso di ritirare il suo impegno di cedere la raccolta alla Tate. La ragione? Il Museo britannico avrebbe disatteso l’impegno di esporre una prima tranche della donazione che il collezionista ha effettuato ormai quasi vent’anni fa. Ora sta pensando a un’altra destinazione per le opere: il Centre Pompidou di Parigi.
La collezione è di quelle pesanti. Circa 150 disegni e 10 dipinti, insieme a una miniera di materiali d’archivio che includono centinaia di fotografie e 12 ore di registrazioni audio di conversazioni tra Joule e Bacon. I due si sono conosciuti a Londra nel 1978 e hanno mantenuto i contatti fino alla morte dell’artista nel 1992.
Ora Joule pare aver già avviato le trattative per donare il materiale agli archivi nazionali del Centre Pompidou a Parigi. Non una scelta casuale, ma ben ponderata sull’interesse che il museo francese ha dedicata a Bacon nel corso degli anni. Per esempio, nel 2019, il Pompidou ha organizzato una mostra intitolata Bacon: Books and Painting, che ha esaminato le influenze letterarie sul lavoro dell’artista.
Inoltre Joule ha già donato opere a musei francesi. Nel 2005 ha donato 80 disegni di Bacon al Musée Picasso di Parigi, che lo stesso anno li ha esposti in una grande mostra.
Con la Tate, purtroppo, le cose sono andate diversamente. Nel 2004, Joule ha donato al museo britannico un archivio di quasi 1.200 oggetti, che comprendeva disegni e fotografie di Bacon per un valore di circa 20 milioni di sterline. La Tate aveva assicurato che, dopo un periodo di catalogazione lungo tre anni, avrebbe esposto la collezione. Ad oggi, nessuna mostra all’orizzonte.
Se da una parte Joule sembra voler intentare una causa legale, dall’altra non mancano le ombre sull’affidabilità della sua collezione. L’autenticità di alcune opere è tutt’altro che trasparente. Tanto che nel settembre 2021 la Bacon Estate ha pubblicato il volume d’inchiesta Francis Bacon: Shadows, che coinvolge anche il Barry Joule Archive (BJA).
A leggere il commento di Sophie Pretorius, archivista del Bacon Estate, la loro posizione pare chiara: “La storia del materiale associato a Joule è piena di esagerazioni, mezze verità e contraddizioni…Il lavoro di Bacon non è facile da imitare. Ma l’autore delle opere del BJA è riuscito nell’impresa“. O quantomeno ha fatto un buon lavoro.