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Danh Vo, Isamu Noguchi, Park Seo-Bo. Un trittico eccezionale in mostra alla Fondazione Querini Stampalia

Park Seo-Bo Ecriture No. 080831 2008 Mixed Media with Korean hanji paper on canvas 130 x 195 cm | 51 3/16 x 76 3/4 in. © the artist. Photo © White Cube (Theo Christelis)
Park Seo-Bo, Ecriture No. 080831, 2008. Mixed Media with Korean hanji paper on canvas, 130 x 195 cm | 51 3/16 x 76 3/4 in. © the artist. Photo © White Cube (Theo Christelis)

La Fondazione Querini Stampalia, in collaborazione con White Cube, ha invitato l’artista danese-vietnamita Danh Vo a curare insieme a Chiara Bertola, responsabile del programma d’arte contemporanea dell’istituzione, uno speciale progetto espositivo. Tra gli esuberi, gli eccessi e le sovrapposizioni di una collezione labirintica come quella della Fondazione, le sue opere, insieme a quelle dello scultore statunitense di origini giapponesi Isamu Noguchi e del pittore coreano Park Seo-Bo, instaurano un complesso dialogo assonante e dissonante allo stesso tempo. Danh Vo, Isamu Noguchi, Park Seo-Bo, fino al 27 novembre 2022.

Vo entra nella Fondazione mediante una porta laterale e i suoi passi seguono un sottile percorso concettuale. È questo un modo per interrogarsi sulle fragili e difficili questioni che si aprono ogni qual volta un artista contemporaneo espone il proprio lavoro in un museo antico. Cosa si aggiunge? Quale confronto o equilibrio si può raggiungere? Come infondere nuova vita o contrapporsi alla vecchia? L’artista ha creato luci e pareti temporanee, agili strutture che indicano una strada e al contempo mostrano l’evoluzione dello spazio. Relazionandosi con la preziosa raccolta di arte antica della Fondazione e della Collezione Intesa Sanpaolo, Vo introduce i lavori propri e quelli degli artisti moderni Isamu Noguchi e Park Seo-Bo.

Danh Vo, Isamu Noguchi, Park Seo-Bo’, Fondazione Querini Stampalia, Venice 20 April – 27 November 2022. © the artist. Photo © White Cube (Ollie Hammick)

A segnare questo percorso effimero all’interno della Fondazione sono i ritratti fotografici dei fiori nei giardini di Vo a Güldenhof -il suo studio e fattoria a nord di Berlino- a Pantelleria, in Danimarca, in Friuli e a Siviglia. Le fotografie sono scattate con lo smartphone, le immagini sono stampate a colori con i nomi latini scritti in bella calligrafia a matita dal padre dell’artista, Phung Vo. Questi lavori trasmettono una delicata soggettività e rievocano le pagine di un’enciclopedia. Emigrato dal Vietnam e ora cittadino danese, Phung partecipa ai rituali di sistematizzazione dell’Occidente appropriandosi delle sue parole. In una nuova serie di sculture realizzate a Murano, Venezia, Vo ha utilizzato degli stampi di legno dismessi per creare una colata di vetro finale. Le costruzioni in legno di pero -carbonizzate, deformate, con fissaggi rotti- sarebbero dovute essere scartate, ma Vo, affascinato dalla loro forma e dall’idea che una parte così vitale del processo di fabbricazione del vetro venga raramente esposta, ha deciso di portarle in mostra. Nel presentare questi stampi deformati e alterati insieme ai loro calchi imperfetti, Vo riflette sul rapporto tra funzione e bellezza attraverso questa forma d’arte secolare.

Danh Vo, Isamu Noguchi, Park Seo-Bo’, Fondazione Querini Stampalia, Venice 20 April – 27 November 2022. © the artist. Photo © White Cube (Ollie Hammick)

Vo introduce poi un’ampia selezione di lampade di carta ‘Akari’ dell’artista Isamu Noguchi, che illuminano gli oggetti e le decorazioni tutt’intorno e diventano esse stesse il centro della percezione. Il lavoro di Noguchi comporta un tipo di scultura sociale che può essere applicata universalmente, fondata sull’idea della natura come elemento di fondamentale importanza per la condizione umana. Le sue iconiche lampade ‘Akari’ (dal giapponese, “luce”), concepite nel 1951 nel corso di un viaggio a Hiroshima, richiamano le lanterne chochin giapponesi e sono influenzate dall’estetica del design americano. La loro struttura in carta, ricavata dall’albero di gelso, si presta alla creazione di una moltitudine di forme differenti ed è un esempio magistrale della capacità di Noguchi di connettere tradizione e modernità.

Park Seo-Bo è ampiamente riconosciuto come iniziatore del movimento artistico coreano Dansaekhwa. Minimalista e monocromatico, questo influente movimento del dopoguerra si allinea al Modernismo occidentale nella rinuncia al pittorico. Piuttosto che tentare una rottura e un ripudio del passato, tuttavia, Dansaekhwa ha cercato una connessione con la storia attraverso pratiche culturali come la calligrafia e l’uso della carta Hanji e attraverso tradizioni spirituali tra cui il taoismo, il confucianesimo e il buddismo. La pratica meditativa di Park raggiunge il minimalismo non attraverso la riduzione, ma attraverso la stratificazione e l’accrescimento, tramite azioni ripetute e sostenute. Il raffinato vocabolario materico e gli idiomi calligrafici di Park sono in sintonia sia con le lampade di carta ‘Akari’ di Noguchi che con la calligrafia di Phung Vo.

Ogni opera illumina lo sguardo di chi è capace di vedere. Forse è vero anche il contrario: ogni sguardo porta all’opera una scintilla di luce e di vita.

Danh Vo, Isamu Noguchi, Park Seo-Bo’, Fondazione Querini Stampalia, Venice 20 April – 27 November 2022. © the artist. Photo © White Cube (Francesco Allegretto)

Danh Vo, Isamu Noguchi, Park Seo-Bo.

A cura di Danh Vo e Chiara Bertola.
20 aprile – 27 novembre 2022

Fondazione Querini Stampalia,
Santa Maria Formosa Castello, 5252,
Venezia

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