Dopo la Reggia di Caserta e Pompei, le tele realizzate dal duo TTozoi con le muffe antiche arrivano al Colosseo
Il duo TTozoi, composto da Stefano Forgione e Giuseppe Rossi, realizza quadri con le muffe, quelle che giacciono nei siti archeologici e raccontano la storia antica del mondo e la vita reale che attraversò quei luoghi nei secoli.
«Siamo onorati di poter creare arte in uno dei monumenti più belli e conosciuti al mondo come il Colosseo – raccontano i TTozoi – e di poterlo fare in modo informale e spontaneo. La polvere e le muffe, che si sono accumulate nei secoli in questo luogo magico, simbolo della storia del mondo che è passata da lì, dipingeranno le nostre tele. Ed è la prima volta in assoluto, nella storia dell’arte, che ciò accade»
Il progetto di pittura, tra i più complessi e originali del panorama internazionale, si chiama Genius Loci e nasce da un’idea partita proprio da Roma nel 2017, con una presentazione a Palazzo Massimo, che nel corso di questi anni li ha visti protagonisti nei più importanti siti Unesco italiani: dalla Reggia di Caserta, a Pompei, passando per la Casa Romana di Spoleto fino all’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, l’ultimo, in ordine di tempo, ad aver elaborato la loro arte nel settembre 2021. Un lungo viaggio che si conclude nel cuore della storia antica e nel monumento più conosciuto al mondo, il Colosseo.
I TTozoi usano polvere e muffe accumulate nel tempo per creare nuova vita. Da qui il loro nome che deriva, appunto, da spermatozoi. Le loro tele nascono grazie al Genius dei luoghi dove transitano e sostano. E proprio questo accadrà per circa un mese al Colosseo, dove i telai depositati in situ dal 22 aprile, resteranno a formarsi fino alla fine di maggio. Una volta trasformati in opere dalla natura informale, saranno esposti a settembre in una grande mostra, sempre a Roma, che racconterà l’intero percorso Genius Loci.
«Quello che resta impresso sulle nostre opere – spiegano Stefano e Pino – appartiene alla biologia del luogo e dipende anche dai tempi di permanenza nei siti storici, dove lasciamo che le muffe naturali sui telai diventino forma attiva e immagine pulsante. Una forma che possiamo solo ipotizzare ma mai realmente preventivare con certezza. Nutrendosi della sola parte organica, le spore interagiranno con l’opera secondo uno schema ignoto, apparentemente caotico ma in realtà governato dalle leggi della natura e dalle nostre mani».