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L’importanza del disegno per il grande Joseph Beuys, la mostra di Palazzo Cini

Joseph Beuys Joseph Beuys
Joseph Beuys
Joseph Beuys

Finamente Articolato indaga i temi della natura umana e animale attraverso 40 selezionate opere

In occasione della 59esima Biennale e del centenario nel 2021 dalla nascita dell’artista, la storica sede casa-museo di Palazzo Cini a Venezia ospita una mostra che svela un lato inedito di Joseph Beuys. Celebre figura del mondo contemporaneo dell’arte in tutte le sue declinazioni, soprattutto nel contesto del movimento Fluxus, Beuys è spesso identificato con il linguaggio della performance (I Like America and America Likes Medel 1974 tra le più iconiche) e della scultura, approcciata con elementi poveri e legati alle memorie di un passato tormentato. Grasso e feltro, in particolare, i materiali più emblematici: dopo un incidente avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, una tribù di tartari gli salvò la vita curandolo proprio grazie a grasso animale e pezzi di feltro, diventati così una costante nella sua produzione artistica.

Joseph Beuys
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Finamente articolato, invece, è un percorso attraverso lavori decisamente meno conosciuti e d’impatto ma altrettanto fondamentali: 40 opere su carta realizzate tra gli anni Quaranta e Cinquanta che mostrano un approccio intimo e delicato pur comunicando una grande potenza nella loro essenzialità. Cervi, nudi femminili, ma anche scheletri tratteggiati a matita che creano un’atmosfera viscerale di primordialità.

Emblematico il titolo della mostra che riprende la principale tra le opere esposte: Supporto per la schiena di un essere umano finalmente articolato (tipo lepre), enigmatico quanto eloquente riguardo i due temi principali che il curatore ha voluto approfondire. Il primo infatti è l’essere umano, nel suo corpo e nelle sue forme, mentre il secondo è quello dell’animale e della sua simbologia, entrambi assolutamente essenziali nel lavoro di Beuys. Da sempre promotore di un linguaggio semplice e spirituale, legato profondamente alla natura, alle radici della vita, l’artista tedesco ci ricorda, con queste opere come con tutta la sua produzione, che l’arte può portare alla luce una presa di coscienza, nonché lo spirito di riconciliazione e di reale cambiamento.

La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione tra la galleria Thaddaeus Ropac e il curatore Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, e sarà visitabile fino al 2 ottobre.

Joseph Beuys
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