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Pubblicato lo studio più completo dedicato a Luigi Pericle, a cura di Andrea Biasca-Caroni

Senza titolo, (Matri Dei d.d.d.), 1979-1980, tecnica mista su masonite, 30 x 42 cm

In occasione della XXXIV edizione del Salone del Libro di Torino è pubblicato il volume Luigi Pericle. Il Maestro ritrovato, Nino Aragno Editore, curato da Andrea Biasca-Caroni. I saggisti che hanno contribuito a spiegare il significato delle opere e l’importanza dell’artista saranno presenti sabato 21 maggio alle ore 14.30 presso PAD OVAL- STAND U73. 

Luigi Pericle (Basilea, 1916 – Ascona, 2001), illustratore, scrittore, studioso di teosofia e dottrine esoteriche, e soprattutto pittore, è un artista del tutto al di fuori dai canoni, le mode e le correnti artistiche del Novecento. Svizzero di origini italiane, dopo un primo periodo figurativo, attorno ai 40 anni d’età distrusse tutte le sue opere precedenti per iniziare un nuovo percorso verso l’astrattismo informale e nuove tecniche sperimentali esponendo negli anni ’60 accanto ai grandi artisti della propria epoca come Karel Appel, Sam Francis, Asger Jorn, Antoni Tàpies, Jean Dubuffet, Jean-Paul Riopelle e Pablo Picasso.

Senza titolo, (Matri Dei d.d.d.), primavera 1964, china su carta, 420 x 600 mm

Stimato da figure di spicco del panorama internazionale, come Sir Herbert Read, consigliere per Peggy Guggenheim e cofondatore dell’Institute of Contemporary Arts di Londra, il collezionista Peter G. Staechelin, Peter Cochrane e Martin Summer della Arthur Tooth & Sons Gallery di Londra, alla fine del 1965, all’apice della carriera decise di ritirarsi dal sistema dell’arte, di rinunciare alla mondanità e dedicarsi unicamente alla sua ricerca artistica e agli studi esoterici ritirandosi a vita privata, in eremitaggio volontario, nella sua casa di Ascona, a Monte Verità.

La casa dell’artista, rimasta abbandonata per quindici anni e acquistata nel dicembre del 2016, rivela oggi il meticoloso e sistematico lavoro di ricerca espressiva, un corpus di quasi 4000 opere inedite comprendenti tele, masoniti e chine, un ricchissimo carteggio con vari intellettuali dell’epoca, taccuini di studio e un romanzo inedito Bis ans Ende der Zeiten (Fino alla fine dei tempi), una summa del pensiero universale catalogata da Pericle con rigore monastico. Egli non fu infatti solo un pittore come non fu solo un pensatore.

Senza titolo, (Matri Dei d.d.d.), 1979, tecnica mista su masonite, 65 x 51 cm

Fu un maestro che unì i due mondi in una ricerca sapienziale sulle forme, i colori, la materia, i segni, inserendo il proprio lavoro pittorico in un più ampio contesto di indagini e riflessioni sul misticismo, la teosofia, l’astrazione, l’alchimia, l’omeopatia, l’antico Egitto, l’ufologia, la mitologia, la calligrafia e le filosofie orientali, inseguendo il sogno di una sintesi universale dei saperi. Luigi Pericle è al centro di un grande progetto di recupero critico e filologico. Il piano di studio, restauro, conservazione, catalogazione del suo patrimonio artistico si inserisce all’interno di un articolato percorso di valorizzazione di cui questa pubblicazione ne è parte centrale.

Il volume di 168 pagine (bilingue ita/eng), curato da Andrea Biasca-Caroni, presidente dell’Archivio Luigi Pericle, raccoglie saggi di storici e critici dell’arte, filosofi, artisti e accademici di tradizione ermetica e costituisce, a oggi, lo studio il più completo e aggiornato di un “Maestro” a lungo dimenticato e oggi “ritrovato” che sul finire del Novecento, in un percorso intellettuale assolutamente unico e originale, costruì un mondo sapienziale che parla le lingue della letteratura, delle arti visive, della meccanica, delle religioni e delle “scienze occulte”.

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