Endless Residency – Esperienze, progetti, interventi in residenza è la rubrica a cura di Giulio Verago, Silvia Conta e Caterina Angelucci parte del programma di ricerca di Endless Residency, osservatorio sulla mobilità artistica avviato da Viafarini. La rubrica presenta riflessioni, interviste e contributi di approfondimento che accompagnano la restituzione delle attività della ricerca. Endless Residency vuole restituire una cartografia delle funzioni della mobilità artistica in Italia oggi, in dialogo con le migliori pratiche internazionali. Oltre alla rubrica, il programma prevede un public program e questionari, insieme ad un profilo instagram dedicato al racconto dei luoghi, delle indagini e dei suoi protagonisti. Tutti i materiali sono accessibili dalla pagina del progetto sul portale viafarini.org.
Il primo contributo è di Giulio Verago, un estratto che anticipa il testo commissionato per il progetto editoriale di In-Ruins, piattaforma di ricerca e sperimentazione dedicata alle sinergie tra arte contemporanea e archeologia.
Dalla nascita dell’influente rete globale per la mobilità Res Artist, il cui primo forum si tenne a Künstlerhaus Bethanien a Berlino nel 1993, a oggi lo scenario della mobilità artistica si è infinitamente dilatato, sia nei formati che nelle istituzioni che accolgono artisti. Oggi per gli artisti la mobilità implica applicare a precise opportunità di scoperta e ricerca, ospiti di istituzioni prestigiose che propongono servizi e offrono spazi per fare ricerca. Tutto il sistema dell’arte si basa sul concetto di consenso attorno alla distinzione e su questa potente premessa genera processi di creazione del valore (culturale prima che economico) di cui la mobilità è oggi componente fondamentale. Non a caso le potenze mondiali emergenti stanno investendo cifre importanti nella promozione dei propri artisti all’estero e nella costruzione di cittadelle e cattedrali per accoglierli. Si tratta quindi di uno scenario di crescente complessità, immerso in contraddizioni anche alla luce dell’insostenibilità del viaggio stesso in tempi di cambiamento climatico. Il formato della residenza artistica, a prescindere dalla variabilità delle sue coordinate spaziali e temporali, è idealmente un acceleratore di processo e di progetto, un campo dinamico che permette la sperimentazione svincolata dall’influenza diretta della logica commerciale.
L’obiettivo è quello di porsi come un’esperienza trasformativa, in grado di far maturare nuove consapevolezze rispetto al proprio lavoro, al formato, al metodo, al pubblico. L’esperienza di un periodo trascorso da un artista o da un curatore in residenza si accompagna al confronto con la comunità degli artisti, una comunità orizzontale e non gerarchica, dove sentirsi primum inter pares. Spesso oggi la migliore ricerca è quella che si confronta con le urgenze del nostro tempo, con gli iperoggetti per usare la celebre espressione di Timothy Morton nel suo omonimo fortunato saggio del 2013.
La comunità accademica è impegnata in un acceso dibattito sullo statuto della ricerca artistica, mentre sempre più centri di ricerca, dalle scienze esatte a quelle sociali, fino alla ricerca umanistica sentono il bisogno di un confronto mediato e non episodico con le arti visive. La ricerca artistica si è felicemente appropriata di espressioni nate nel campo del design quali “cross fertilization” e “knowledge transfer” per mettere a sistema processi che sono sempre stati alla base del fare artistico sin almeno dalle botteghe del Rinascimento europeo. Ogni residenza, come ogni viaggio, richiede una dislocazione della pratica. Lo spazio della residenza si apre a esiti diversi che spesso vanno oltre le logiche prestazionali che caratterizzano il circuito di mostre Biennali e delle fiere che richiedono ad artisti e curatori di essere continuamente prolifici e prestanti. Esistono infatti importanti istituzioni che gestiscono formati basati sull’otium e sulla contemplazione e la a pura ricerca, come ad esempio il Castello di Civitella Ranieri in Italia. Esistono residenze legate al concetto di errore e di errare, al viaggio transnazionale così come al viaggio puramente virtuale nella dimensione online.
Nelle prossime puntate di questa rubrica si vogliono intercettare alcuni punti nodali emersi dalla ricerca, le interviste e gli approfondimenti affiancano le occasioni di confronto organizzate attraverso i tavoli di confronto, per raccontare la più recente evoluzione attraverso la voce dei protagonisti e l’esempio di buone pratiche italiane e internazionali.
Endless Residency è un progetto di ricerca sostenuto dall’Italian Council, Direzione Generale Creatività Contemporanea, Ministero della Cultura (10. edizione, 2021). È membro di Res Artis, network globale delle residenze artistiche, vanta il patrocinio di ICOM Italia e collabora con il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Studi di Bergamo.