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Remain in light, 50 anni di fotografie e incontri: l’antologica di Guido Harari ad Ancona

Tom Waits © Guido Harari
Pavarotti © Guido Harari

Il 14 maggio scorso Guido Harari durante l’incontro al MonFest, la prima edizione della Biennale di Fotografia a Casale Monferrato, allestita fino al 12 giugno, per la serie degli incontri dedicati ai maestri che vivono in Piemonte e nel talk dal titolo Ispirazioni a confronto con Paolo Ranzani, ha parlato delle sue due grandi passioni: la fotografia e la musica, due linguaggi che hanno determinato la sua professione, il suo passato, il suo presente e il suo futuro.

E in quell’occasione e in anteprima ha raccontato al pubblico la sua prima grande antologica che inaugura il 2 giugno e dura fino al 9 ottobre, ad Ancona nelle sale della Mole Vanvitelliana. REMAIN IN LIGHT  50 ANNI DI FOTOGRAFIE E INCONTRI, nata da un progetto di Guido Harari e a cura di Denis Curti, è divisa in otto sezioni con immagini e sequenze inedite insieme a filmati d’epoca, videointerviste e un documentario di Sky Arte e la voce narrante di Harari che accompagna i visitatori alla mostra. 

Dal 2 giugno al 9 ottobre l’antologica presenta oltre 300 fotografie, installazioni, filmati originali e proiezioni, tutte le fasi della eclettica carriera di uno dei maggiori fotografi italiani: dagli esordi degli anni Settanta come fotografo e giornalista in ambito musicale, ai ritratti intesi come racconto intimo degli incontri con i maggiori artisti e personalità del suo tempo, da Fabrizio De André a Bob Dylan, Vasco Rossi, Lou Reed, Kate Bush, Paolo Conte, Ennio Morricone, Renzo Piano, Wim Wenders, Giorgio Armani, Carla Fracci, Greta Thunberg, Dario Fo e Franca Rame, Rita Levi Montalcini, Zygmunt Bauman, Josè Saramago, fino all’affermazione di un lavoro che nel tempo ha incluso editoria, pubblicità, moda e reportage. In occasione della mostra, Rizzoli Lizard ha pubblicato un volume omonimo di oltre 400 pagine e 500 illustrazioni, di cui molte inedite, disponibile nelle librerie e sui principali store online, e in vendita al bookshop della Mole Vanvitelliana.

Loredana Bertè ©Guido Harari

C’è una frase di Lou Reed che riassume in poche parole la grandezza della fotografia di Harari: “Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido, so che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento. Le cose che Guido cattura nei suoi ritratti compresi i miei e certo quelli di Laurie, vengono in genere ignorate da altri fotografi per i motivi più vari. E poi quel tipo di fotografie te le fa un amico, non un estraneo. Io considero Guido un amico, non un fotografo e per questo può cogliere certe immagini”. E non a caso l’invito della mostra riproduce il ritratto iconico e indimenticabile di Lou Reed e Laurie Anderson.  E come spiega l’autore: 

“Ci ho pensato parecchio al titolo con il dubbio che fosse in inglese ma ho pensato che tradurlo era bruttissimo, ma senza farci tanta letteratura, Remain in light è quello che noi fotografi diciamo ai soggetti. Non ti spostare! Altrimenti perdi la luce ideale, ed è anche un piccolo esorcismo perché la memoria di quello che hai fotografato e vissuto non evapori in un momento cruciale come quello attuale. E poi la foto di Lou Reed e di Laurie Anderson è una delle foto a cui tengo di più dopo due anni di distanziamento forzato”. 

La mostra inizia con la sezione LIGHT MY FIRE. IL BIG BANG DI UNA PASSIONE, la ricostruzione idealizzata della stanza di Harari adolescente, con tutta l’iconografia che lo ha ispirato: poster, foto, riviste d’epoca, pagine di diario, copertine di dischi, autografi e memorabilia.  

 “Si parte da una mia riproduzione idealizzata della mia stanza di adolescente dove sulle pareti completamente piene ci sono tutti una serie di riferimenti visivi di ispirazioni degli anni dai primi ‘60 al ‘72. Quindi manifesti psichedelici, copertine di dischi, foto di fotografi (questo è curioso) che mi hanno ispirato in quei primi anni e, guarda caso poi trent’anni dopo ho coinvolto nel progetto The Wall of Sound (la sua galleria fotografica aperta ad Alba nel 2011 n.d.r.)  Ed è come vedere un fuoco e un fuori fuoco, una zoomata nel tempo”.  Nel secondo step di questo percorso emozionante si apre il sipario su ALL AREAS ACCESS, ed è uno sguardo privilegiato e molto ravvicinato sul backstage di tournée, alla ricerca di un’intimità con gli artisti, che esploderà presto nella dimensione più esclusiva del ritratto: da Fabrizio De André a Paolo Conte, Lou Reed, Peter Gabriel, Kate Bush, Vinicio Capossela, Vasco Rossi, Mark Knopfler, Claudio Baglioni, Gianna Nannini, Frank Zappa e altri.

Tom Waits © Guido Harari

Per Guido Harari si apre un nuovo capitolo. “Il secondo ambiente è un salto. Entro nell’ambiente della musica dove comincio a cercare il contatto con gli artisti, la dimensione del backstage che poi porta alla dimensione del concerto che è evidenziata in una proiezione su una parete, 5 metri x 3,5 metri e questa porta al ritratto. Sono i ritratti dei musicisti spesso realizzati in tournée, improvvisando dei set a volte per delle copertine di dischi e poi in studio in modo più strutturato”. DA FRONTE DEL PALCO a WOODSTOCK ’94 , da una sezione  dedicata ai ritratti ai musicisti del cuore come tra tanti Tom Waits, Lucio dalla, Pino Daniele Mia Martini,  Patti Smith, Nick Cave, Leonard Cohen o Frank Zappa e poi ancora a IL RITRATTO COME INCONTRO dove emergono lunghe frequentazioni e collisioni isolate come José Saramago o Madre Teresa di Calcutta, Richard Avedon o Robert Altman.

“Si passa a un ambiente che è quello del ritratto come incontro, quindi oltre la musica, con personaggi di varia provenienza. In quest’area che è molto grande c’è ITALIANS, un progetto nato alla fine degli anni  ‘90 anche da una certa ansia di vedere estinguersi tutto un periodo, una generazione della cultura italiana, periodo anche abbastanza opaco della vita del nostro paese. E questo progetto poi è andato avanti, non si è mai fermato e continua tuttora”. Sfilano protagonisti della cultura e della società come Michelangelo Antonioni, Alda Merini, Roberto Baggio, Carla Fracci, Toni Servillo, Gino Strada e tanti, tanti altri nomi. Nel percorso Harari apre uno spazio ai grandi fotografi che lo hanno ispirato. In questo contesto mette in risalto a pieno titolo anche la sua passione parallela che è quella della curatela dei libri, le grandi biografie illustrate, i testi, i documenti e il restauro di archivi dimenticati.

Patti Smith © Guido Harari

“È l’area dedicata a FOTOGRAFARE SENZA MACCHINA FOTOGRAFICA e quindi ci sono delle doppie pagine dei libri una specie di installazione e c’è un video dove mi si vede al lavoro nell’archivio di Pier Paolo Pasolini e poi c’è un montaggio dal libro, che forse è il libro più complesso che ho realizzato, un’animazione dei materiali del video. È come se il video prendesse vita. Adesso non ho ancora avuto il tempo ma recupererò anche un filmato in cui sono al lavoro con Fernanda Pivano, che non abbiamo mai reso pubblico ma che in corso d’opera lo aggiungeremo in questa postazione”.

Il documentario di Sky Arte e una proiezione dell’autore al lavoro con alcuni soggetti come Dario Fo o Brian Eno, saranno visibili in questa rocambolesca avventura di grande fotografia.  

CAVERNA MAGICA definisce invece un set fotografico dove realizzerò dei ritratti, sia a personalità di Ancona e delle Marche e alla gente, a chi vorrà un ritratto”.  E il set si trova alla fine del percorso espositivo, in alcune giornate dedicate, visionabili sul sito della mostra. I ritratti realizzati verranno esposti in tempo reale nello stesso ambiente in una specie di mostra nella mostra. REMAIN IN LIGHT è un progetto che ha richiesto una grandissima programmazione.  “L’idea è stata lanciata dall’assessore di Ancona, quattro anni fa, poi dobbiamo scalare due anni di pandemia durante i quali ho lavorato nella scansione dei materiali e impostato il progetto e, nell’ultimo anno e mezzo, l’abbiamo portato a compimento. 

Io sarò spesso in mostra, vivo così le mostre, ci devo stare.
Chi viene a vederla, chi è fan di alcuni dei personaggi ha delle storie da raccontare, viene anche per raccontarle e mi gratifica scoprire, non dico quella foto, ma quell’artista, quel personaggio che hanno un tale significato per altre persone. È una tribù che si ritrova”.

Leonard Cohen © Guido Harari

Sito web mostra per info:
www.mostraguidoharari.it
Social:
FB: https://www.facebook.com/mostraguidoharari
IG: https://www.instagram.com/mostraguidoharari/
 
Rizzoli Lizard
https://rizzolilizard.rizzolilibri.it/libri/remain-in-light/

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