Memoria, il film Apichatpong Weerasethakul con Tilda Swinton, Premio della Giuria a Cannes, al cinema il 16 giugno
Già Palma d’Oro nel 2010 con Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti, Apichatpong Weerasethakul si è imposto nel corso degli anni come uno dei cineasti più originali del panorama cinematografico contemporaneo; pellicola dopo pellicola ha creato un mondo e un immaginario unico e personale, innestando visibile e invisibile, in una narrazione che scavalca la realtà e, di ritorno, la illumina con una luce nuova.
Con Memoria, Premio della Giuria a Cannes 2021 (come già Tropical Malady nel 2004), il regista thailandese realizza un’opera sulla natura della memoria del suono, per farlo si avvale della (magnifica) presenza e della collaborazione di Tilda Swinton, oltre che protagonista del film anche produttrice esecutiva. È lei a incarnare il corpo e i dubbi della protagonista, Jessica, in visita dalla sorella a Bogotà. All’alba viene svegliata da un forte boato, da quel momento la donna inizia a sentire questo rumore ancora e ancora, in lontananza, impossibile però collocarlo nello spazio, solo lei riesce a sentirlo; inizia così una ricerca per scoprire l’origine di quel suono, il suo significato, il suo messaggio forse, un viaggio che la porterà verso scoperte inattese. Sarà l’incontro con una misterioso contadino a permetterle di capire il significato di quel boato così sfuggente che la segue ovunque.
Apichatpong, come già nelle sue opere precedenti, ci racconta che il mondo ha una memoria, ne è permeato. Alberi, fiumi, pietre, custodiscono in sé la Storia, e la tramandano, la raccontano. Alcune persone possono vedere i ricordi, fino a toccarli quasi (come in Lo zio Boonmee e in Cemetery of Splendour), il passato rivive nel presente, i piani temporali si confondo, quelli che abitualmente siamo abituati a concepire (o a percepire) come fantasmi acquisiscono in questo universo cinematografico un nuovo significato, una lettura nuova.
Memoria, nonostante la produzione internazionale, non tradisce la poetica del regista, attivo nella vidoart come nella pubblicità (al lavoro anche per Dior e Vuitton), che aggiunge al suo universo di film sensoriali, misteriosi e criptici, un nuovo prezioso tassello. Il suo è un cinema complesso, di resistenza autoriale che, nell’epoca di cataloghi streaming intasati da film assemblati seguendo i dettami degli algoritmi, si fa ancora più importante, indispensabile, anche se respingente, impegnativo, talvolta perfino frustrante (ma cosa sto guardando?, si chiederà qualcuno).
Il viaggio di Jessica / Tilda è un cammino misterioso, pieno di enigmi, con poche risposte e molte suggestioni, lunghi silenzi (meno del solito) e dialoghi magicamente strampalati, il cinema di Apichatpong Weerasethakul è una sfida dichiarata allo spettatore, il segreto per vincerla è abbandonarsi completamente nelle mani sul suo autore e lasciarsi trasportare dallo stupore, dovunque esso possa portare, fino alla fine è impossibile saperlo.
>> Dopo il passaggio in sala (al cinema dal 16 giugno) Memoria sarà disponibile su MUBI (dal 5 agosto).