Print Friendly and PDF

Bertolami Fine Art: arriva l’asta di arte moderna e contemporanea

VITO D’ANCONA
(Pesaro, 1825 – Firenze, 1884)
Giovane donna che fuma, 1878 ca.
Olio su tela, 29,3 x 21,5 cm
Lotto 85 – Sezione Dipinti dell’800
€ 10.000/12.000

Sarà battuta giovedì 9 giugno l’asta di arte moderna e contemporanea di Bertolami Fine Art: circa 300 lotti, prevalentemente dipinti, disegni e sculture del ‘900, ma anche una piccola sezione dedicata all’800 e a vetri e ceramiche del ‘900. Ecco una panoramica dei lotti in primo piano

Nella piccola sezione dell’asta Bertolami Fine Art di arte moderna e contemporanea dedicata a dipinti e disegni del XIX secolo è presente uno dei lotti più interessanti in catalogo: Giovane donna che fuma, raro dipinto del pesarese Vito D’Ancona, figura di spicco e respiro internazionale della pittura italiana della seconda metà dell’800, nonché membro di una famiglia di grande prestigio nel contesto politico, economico e culturale di quegli anni.  

Se sconosciuta è l’identità della fanciulla dall’aria moderna e un po’ sfrontata ritratta da D’Ancona nel gesto convenzionalmente maschile del fumare, ben nota è invece la provenienza dell’opera, appartenuta dalla fine degli anni ’70 dell’800 al Professor Giovanni Arcangeli (1848-1921), botanico emerito dell’Università di Pisa, che fonda con Cesare D’Ancona, fratello del pittore, la Società Botanica Italiana. Il dipinto, sempre rimasto nel patrimonio della famiglia Arcangeli, appare per la prima volta sul mercato accendendo una luce sulla rilevante personalità dell’autore. 

Proveniente da un’agiata famiglia sefardita pesarese costretta a trasferirsi in Toscana a causa delle misure restrittive adottate da Papa Leone XII nei confronti della comunità ebraica, Vito D’Ancona era scherzosamente conosciuto nell’ambiente macchiaiolo come il riccone. Un nomignolo giustificato dal rilievo dei suoi congiunti nello scenario politico e culturale dell’Italia di quegli anni. Lo zio era il banchiere Laudadio della Ripa, fedelissimo di Bettino Ricasoli – sindaco di Firenze e secondo Presidente del Consiglio del giovane Regno d’Italia dopo Cavour – ma anche amico stretto di Gioacchino Rossini. Tra gli otto fratelli di Vito si ricordano Alessandro, parlamentare e primo editore della Nazione; Sansone, che di Ricasoli, il Barone di ferro, fu consigliere; Cesare, eminente paleontologo e botanico, cofondatore, come si diceva, della Società Botanica Italiana, e Giacomo, medico personale di Rossini. 

Spesso ricordato come pittore macchiaiolo, Vito D’Ancona ha in effetti aderito da subito ai principi del rivoluzionario movimento. Suo il merito di aver introdotto Telemaco Signorini nel gruppo di artisti che si riuniva al Caffè Michelangiolo. L’adesione ai principi della macchia rappresenta però per D’Ancona una veloce fase di transito di una carriera fortemente condizionata dal trasferimento a Parigi, la grande capitale dell’arte moderna in cui frequenta gli italiani De Nittis e Boldini ma anche i francesi Corot e Courbet, un pittore, quest’ultimo, destinato a esercitare una fondamentale influenza sugli sviluppi della sua ricerca. 

Grande pittore della luce e dell’intimità quotidiana, raffinato intellettuale, D’Ancona è sicuramente stato nel contesto della pittura italiana del secondo ‘800 uno dei tramiti delle novità culturali europee. Rare le sue opere, un motivo ulteriore per apprezzare la Ragazza che fuma. 

      

GIULIO RUFA
(Roma, 1903 – Milano, 1970)
Vaso, 1925 ca. 
Terracotta dipinta e invetriata, h. 38,5 cm e d. 29 cm
Lotto 110 – Sezione vetri e ceramiche del ‘900
€ 6.000/8.000

Introdotto alla produzione ceramica da Duilio Cambellotti, di cui può essere considerato uno dei massimi allievi, Giulio Rufa è uno dei principali ceramisti di area romana della prima metà del ‘900.

Il bellissimo vaso in terracotta dipinta e invetriata in asta da Bertolami si colloca cronologicamente a pochi anni di distanza dal suo esordio, documentato nel 1922. Potrebbe essere uno dei pezzi cotti nelle fornaci di Ferruccio Palazzi. In seguito collaborerà con S.I.P.L.A. e altre fornaci romane.

Sulla scia dell’eclettismo cambellottiano, di cui ha brillantemente ricalcato le orme, nella seconda metà degli anni ’30 si è distinto anche per la produzione di eleganti vetrate artistiche e la decorazione di sale d’aspetto ferroviarie. Portano la sua firma quelle della stazione di Salsomaggiore, Milano e l’allestimento della Stazione Ostiense commissionato da Mussolini in occasione della storica visita di Adolf Hitler nella capitale. In parallelo si occupò ad alto livello di progettazione meccanica e di motori. 

GIUSEPPE CAPOGROSSI
(Roma, 1900 – 1972)
Superficie 673, 1968-69 
Olio su tela, 25 x 35 cm
Lotto 248 – Sezione dipinti del ‘900
€ 32.000/40.000

 

Il modulo a pettine che caratterizza la produzione astratta di Capogrossi nella sua forma più tipica. Forte accentuazione tonale con risalto del rosso.

ANTONI TÀPIES
(Barcellona, 1923 – 2012)
Nucleo di opere su carta senza titolo 
Lotti 249, 250, 251, 252, 253
Di particolare interesse il 253 (€ 5.000/6.000)

Importante nucleo di opere su carta in parte pubblicate nel fondamentale catalogo del grande artista catalano curato da Giuseppe Gatt (Cappelli editore, 1967 con prefazione di Carlo Giulio Argan insieme a contributi di alcuni dei maggiori storici dell’arte italiani che si sono occupati di ‘900).

Di particolare interesse il lotto 253, un inchiostro su carta caratterizzato dalla presenza delle impronte digitali dell’artista, a cui si sovrappone il segno grafico della croce di Sant’Andrea: presenza e assenza, affermazione e negazione, il compendio della poetica di uno dei massimi artisti del dopoguerra in un disegno.

 

 

Asta 113

ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA:
DIPINTI, DISEGNI, SCULTURE DAL XIX AL XX SECOLO E
VETRI E CERAMICHE DEL ‘900


Giovedì 9 giugno 2022
alle 15,00

 

Bertolami Fine Art
Palazzo Caetani Lovatelli
Piazza Lovatelli, 1 – 00186 Roma

Commenta con Facebook