Muhannad Shono rappresenta il regno dell’Arabia Saudita alla Biennale di Venezia in una mostra curata da Reem Fadda e Rotana Shaker
Alla 59° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Il Latte dei sogni curata da Cecilia Alemanni, l’Arabia Saudita ha selezionato per il suo Padiglione l’opera The Teaching Tree di Muhannad Shono, artista di fama internazionale, che meglio rappresenta la mentalità energica, progressista e visionaria e i nuovi obiettivi del regno saudita.
Shono vive a Riyadh e si ispira ai suoi ricordi d’infanzia e alla lunga storia di migrazione della sua famiglia, due momenti che hanno avuto un forte impatto sul suo lavoro.
Questi eventi hanno definito il suo rapporto con lo spazio, investendolo di un senso di libertà che trascende le componenti culturali, permettendogli di trarre ispirazione da diversi concetti, materiali e tecniche. Lo stile di Shono, versatile e disinibito, nel mezzo come nella forma, trova la sua manifestazione in opere che vanno da disegni più intimi a sculture su larga scala, passando per la robotica e la tecnologia e si manifesta nella monumentalità e nell’impatto di The Teaching Tre.
L’installazione, un monumento a una rivelazione personale, si espande attraverso il pavimento e le pareti e, come una possente e ingombrante creatura, sembra voler sfondare lo spazio. E’ composta da tubi in pvc, foglie di palma, tinti e pigmentati con metodi naturali poi legati insieme. La pigmentazione nera deriva dalla cenere della palma bruciata e questo processo vuole sottolineare l’emergere di nuove creazioni dalle ceneri del passato mentre il movimento dell’opera indica un evento passato, evidente nei segni lasciati alle spalle.
L’installazione appare come una risposta istintiva e viscerale dello spazio che è la forma finale
Un’opera che resiste al passaggio attraverso i tempi?
The Teaching Tree, l’Albero dell’Insegnamento incarna lo spirito irrefrenabile dell’espressione creativa: è la manifestazione di un immaginario vivente che cresce nonostante ciò che potrebbe tentare di limitarlo. In effetti, le restrizioni sulla mente umana creano solo un terreno fertile per forme di espressione più forti e resilienti. Sto esplorando idee di resistenza creativa e rigenerazione del nostro mondo vissuto attraverso il potere dell’immaginazione umana.
Il tuo lavoro è radicato nell’esplorazione di confini reali e immaginari?
Esistiamo attraverso cicli di nascita e morte, distruzione e ricostruzione, ustioni e ricrescita. Ci ritiriamo nelle nostre mente quando non riusciamo più a riconciliare il mondo che ci circonda, questo è un atto necessario di autoconservazione. Nella nostra mente possiamo immaginare nuovi mondi con infinite possibilità. Perché l’immaginazione non è solo un gioco da bambini, è una risorsa infinita per il bene se possiamo lasciarlo libero di prendere il volo.
Perché la natura esplode con tale forza e impatto nella tua arte?
La creazione di miti, la narrazione e la costruzione del mondo, la manifestazione di nuove reliquie e la nascita di eroi contemporanei e futuri, sono strumenti potenti per demistificare mitologie e le credenze del passato e liberare la mente per rimodellare e riscrivere la nostra narrativa umana collettiva.
In Arabia Saudita si prevedono entro il 2030 aperture di nuovi musei e il raddoppio del numero di siti archeologici visitabili. Cosa ne pensi dell’investimento in arte e cultura del tuo Paese?
Ci sono muri che vengono abbattuti in Arabia Saudita, e non intendo solo i muri fisici… che un tempo esistevano nella mente. C’è una liberazione della mente umana per immaginare e creare e sono entusiasta di vedere cosa può fare e come si manifesterà questa energia umana collettiva, nei prossimi anni a venire.