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L’opera come una soglia per un altrove: le opere assolute di Roberto Ciaccio in arrivo a Milano

Roberto Ciaccio, Senza titolo, 2005, fogli di rame, dimensioni variabili, ph. Silvia Ciaccio

BUILDING presenta dall’8 settembre al 15 ottobre 2022 la mostra Soglie del tempo dedicata all’artista Roberto Ciaccio e curata da Francesco Tedeschi, con l’attivo contributo dell’Archivio Roberto Ciaccio, in particolare di Maria Pia e Silvia Ciaccio.

La mostra si inserisce in una programmazione volta a mettere in luce il particolare valore di un confronto con l’opera come tramite tra il visibile e l’invisibile, introducendo altre dimensioni del sensibile. Ai confini del rapporto con l’accezione spirituale, termine su cui si valuta una parte dell’esperienza artistica che guarda alle profondità dell’immagine e del pensiero, le realizzazioni di Roberto Ciaccio sono esperienza concreta di un contatto con le forme, la luce, il colore e i materiali che li incarnano, li assorbono, li manifestano. 

Con riferimento ai temi portanti dell’opera di Ciaccio, il concetto di soglia, come atmosfera e forma imprendibile del passaggio fra un qui e un altrove, e quello di una temporalità come tentativo di raccogliere il rapporto fra l’istante e l’essere, sono al centro del percorso che si propone sui tre piani espositivi in cui la mostra è scandita.

Roberto Ciaccio, Soglie, 2010-2011, painting print, 185 x 124 cm, ph. Davide Comelli

Nell’ambiente al piano terra predominano i lavori realizzati con metalli, ferro e rame, nelle lastre che diversamente Ciaccio ha adoperato per creare delle forme fisse o idealmente in movimento, agendo sulle loro dimensioni, la loro disposizione nello spazio, le loro qualità di restituzione e trasformazione della luce. In alcune di queste, il carattere specchiante e la struttura stessa della superficie intaccata dagli inchiostri o da altre tecniche di lavorazione producono l’effetto di una cornice interna o di una “soglia” sospesa. 

Il secondo livello è costituito soprattutto da monoprints caratterizzati da tonalità scure, notturne, con le quali Ciaccio interpreta il rapporto con il mistero del vuoto, ai confini del silenzio, del nulla, dove una presenza di luminosità interna è però sempre attiva. Queste opere, tra le più “pittoriche” del suo percorso, si dispongono con uno sviluppo a dittico o trittico, fino a raggiungere il carattere di vere e proprie “sequenze”. Due di queste realizzazioni in più parti, Disseminazioni e Le Son des Ténèbres, sono presentate per creare uno sviluppo spazio-temporale di particolare suggestione, nel ripetersi con variazioni di un medesimo tema cromatico.

Roberto Ciaccio, Ombre, 2010-2011, painting print, 185 x 124 cm, ph. Davide Comellli

Il terzo momento della mostra è costituito da lavori di carattere fortemente luminoso, chiaro, all’interno dei quali i soggetti del riquadro, dello schermo, della croce, intendono offrire un ulteriore aspetto del grado di trasformazione che le ermetiche elaborazioni di Ciaccio offrono, nel passaggio tra una percezione immediata della forma-colore e la sua risonanza interiore, dove il tempo si fa luce.

La mostra sarà completata da un catalogo, edito da BUILDING, nel quale saranno riprodotte le opere esposte e ambientate, con testi di Francesco Tedeschi, Maria Pia Ciaccio e ripresa di scritti di Roberto Ciaccio e di Remo Bodei, che ha condiviso molte delle avventure intraprese da Ciaccio nel corso del tempo, attraverso numerosi contributi teorici.

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