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A Nizza è in mostra l’avventura visiva, intellettuale e cinematografica dell’Italia anni 60-75

Renato Mambor, Zebra e Colosseo, 1965 Renato Mambor, Zebra e Colosseo, 1965
Renato Mambor, Zebra e Colosseo, 1965
Renato Mambor, Zebra e Colosseo, 1965
In un clima di collaborazione tra Italia e Francia, molto vivace nel periodo preso in esame, si colloca la mostra estiva del MAMAC di Nizza (Place Ives Klein) che celebra la creatività italiana negli anni compresi fra il 1960 e il 1975. Dal 14 maggio al 2 ottobre 2022.

Con un approccio trasversale che punta i riflettori sulla prossimità fra le due nazioni (legate dall’ amicizia di artisti come Ives Klein e Lucio Fontana, Mimmo Rotella e i Nouveaux realistes, tra Milano e la capitale della Costa Azzurra), la mostra ripercorre e ri-esplora connivenze e amicizie sul piano intellettuale ed artistico attraverso la riscoperta di un periodo ricco di fermenti e di una serie di artisti italiani che si ritrovano dopo la guerra a gestire un insopprimibile desiderio di libertà.

40 anni dopo la mostra curata da Germano Celant al Centre Pompidou (Parigi) del 1981: Identità italiana. Arte in Italia dal 1959, non vi è più stata in Francia una grande mostra dedicata a una realtà artistica così importante, ad eccezione di diverse esposizioni sull’Arte Povera e la Land art.

Fabio Mauri, Marilyn, 1964, Collection privée, Milan, Courtesy The Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth.
Fabio Mauri, Marilyn, 1964, Collection privée, Milan, Courtesy The Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth.

Concepita in maniera multidisciplinare, la mostra Vita Nuova. Nuove sfide per l’arte in Italia 1960-1975 propone uno sguardo su 56 artisti e su 150 opere mostrando i legami che si sono stabiliti nello stesso periodo tra la creazione visiva, il design, la letteratura e il cinema. Il titolo Vita Nuova, con un occhio alla famosa opera di Dante, rievoca la formidabile vitalità e ricchezza artistica che si manifestò a Roma, Milano, Firenze, Torino, Genova all’alba degli anni Sessanta sullo sfondo di una profonda metamorfosi del tessuto economico, politico e sociale italiano.

Negli anni Sessanta e Settanta la trasformazione dell’Italia (industrializzazione, boom economico, società dei consumi, sviluppo dei mass media) ha portato a nuove modalità di rappresentazione (pittorica in particolare) influenzate dal cinema, dalla televisione, dalla stampa, dalla pubblicità e ha cambiato il modo con cui gli artisti hanno rappresentato il loro tempo. Da Roberto Rossellini a Mimmo Rotella, da Michelangelo Antonioni a Pino Pascali, da Pier Paolo Pasolini a Fabio Mauri, la mostra attraversa tre temi cardine dell’epoca: la società delle immagini, la natura e la nascita di una consapevolezza ambientale, il corpo e la performance.

Piero Gilardi, Vestito natura-anguria
Piero Gilardi, Vestito natura-anguria

La prima tappa è incentrata sull’importanza che assume l’immagine nel corso degli anni Sessanta e Settanta, Il cinema italiano sta vivendo il suo periodo d’oro, Roma con Cinecittà diviene la “Hollywood sul Tevere”, le star del cinema entrano nello spazio della tela, gli artisti usano il cinema nelle loro opere. L’immagine della donna, la pubblicità, la televisione, il patrimonio artistico dell’antichità e del rinascimento, il tema della sessualità e dell’identità di genere diventano temi da esplorare (Lisetta Carmi fotografa i travestiti e le prostitute del Porto di Genova, Mimmo Rotella decostruisce le immagini del cinema, al cinema si rifanno Fabio Mauri, Renato Mambor, Luca Marcucci, Giosetta Fioroni attingono alla pubblicità televisiva).

Il secondo tema Ricostruisci la natura dà luogo ad azioni che vogliono interagire con la natura stessa. L’ambiente naturale appare come una risorsa (Pino Pascali) e un soggetto centrale per gli artisti che tentano di far entrare l’arte nella vita, filmare il vento, il sole, la terra, l’acqua, la sabbia e qui si collocano le opere di Ettore Spalletti, Giorgio Ceretti, Laura Grisi, Marinella Pirelli, Giuseppe Penone, Piero Gilardi, Mari Merz, Maria Lai, Mario Ceroli, Claudio Parmeggiani. Tale effervescenza creativa viene controbilanciata, alla fine degli anni Sessanta, da crescenti tensioni politiche e sociali (eventi della primavera 1968, scioperi dell’autunno 1969, attentato a piazza Fontana nel dicembre 1969, colpo di stato Borghese nel 1970, ecc) suscitando numerose reazioni in campo artistico.

La terza sezione Ricordi di corpi punta i riflettori su opere che nascono a partire dal corpo o ne evocano la sua memoria in una prospettiva più concettuale, il corpo diventa anche un soggetto politico che interroga il genere e la storia in un approccio di performance sia personale che collettiva. Focus sulla figura di Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, regista fra i più originali e impegnati nel sociale e non solo, a partire dalle riprese dei Comizi d’amore (1965). Chiude il percorso espositivo Il Vangelo secondo Matteo di / su Pier Paolo Pasolini di Fabio Mauri, installazione di grande impatto emotivo sulla tragica scomparsa del geniale cineasta.

Marisa Merz, Senza titolo (Scarpette) © Renato Ghiazza
Marisa Merz, Senza titolo (Scarpette) © Renato Ghiazza

Tutti gli artisti in mostra:

Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Archizoom, Michelangelo Antonioni, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Irma Blank, Alighiero Boetti, Marisa Busanel, Pier Paolo Calzolari, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano, Mario Ceroli, Claudio Cintoli, Gino De Dominicis, Luciano Fabro, Federico Fellini, Rosa Foschi, Piero Gilardi, Giorgio Griffa, Alberto Grifi, Laura Grisi, Gruppo Strum, Paolo Icaro, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Maria Lai, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Lucia Marcucci, Titina Maselli, Fabio Mauri, Eliseo Mattiacci, Marisa Merz, Mario Merz, Franco Mazzucchelli, Ugo Nespolo, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Michelangelo Pistoletto, Carol Rama, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Ettore Spalletti, Cesare Tacchi, Gilberto Zorio.

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