Print Friendly and PDF

Cancellare Brixia per farla rivivere. Tutte le tappe della grande mostra di Emilio Isgrò a Brescia

 Emilio Isgrò, La luce dell’agorà, 2013, acrilico su tela, 118 x 170 cm, Foto Andrea Valentini, Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Emilio Isgrò, La luce dell’agorà, 2013, acrilico su tela, 118 x 170 cm, Foto Andrea Valentini, Courtesy Archivio Emilio Isgrò
Cancellare Brixia per farla rivivere. Emilio Isgrò riporta alla luce la Brescia romana rivelando la sua storia, quella vissuta e quella reinventata. Il procedimento è sempre quello che l’ha reso celebre e che ancora oggi non ha esaurito la sua capacità espressiva: la cancellatura. Dal 23 giugno 2022 all’8 gennaio 2023.

Le cancellature concentrano l’attenzione, evidenziano il dettaglio, ampliano le narrazioni possibili. Non sono atti di rimozione, ma azioni generative. Lo testimonia la varietà di soluzioni a cui essa si adatta. Dalle morbide tracce che coprono pagine e pagine di libri, alle installazioni d’impianto tecnologico ma mai dimentiche della loro natura concettuale.

Per questo Fondazione Brescia Musei ha scelto Isgrò per porre in dialogo archeologia e arte contemporanea, storia e presente, cultura classica e la sua eredità che ancora oggi percepiamo. Niente come la cancellatura ha la capacità di distruggere e ricostruire. Con un grande obiettivo: rinnovare.

Isgrò cancella Brixia, a cura di Marco Bazzini, si compone quindi di una mostra di lavori originali allestita negli spazi del Museo di Santa Giulia, installazioni monumentali – fisiche, digitali e performative, alcune permanenti e altre effimere – presso il Chiostro rinascimentale del museo, il Capitolium e il Teatro al Parco archeologico e la stazione della metropolitana FS oltre alla messa in scena di un dramma autografo nel Teatro Romano.

Le api di Virgilio, 2022 – Installazione multimediale immersiva – Capitolium
 Emilio Isgrò, Le api di Virgilio ©photoElaBialkowskaOKNOstudio
Emilio Isgrò, Le api di Virgilio ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Siamo nell’aula centrale del Capitolium. Le epigrafi, la storia romana in una serie di scritte sul muro, solo una porta a separarci dalla grande Vittoria Alata. Poi le luci si spengono e i nomi, i ricordi, le vicende alle pareti vengono coperte da uno sciame di api proiettato da un’installazione luminosa. É dalla metà degli anni Novanta che il brulicare d’insetti ha fatto capolino nella poetica di Isgrò, che egli utilizza per porre le sue cancellature in modo dinamico e vivo. In questo caso, celando le epigrafi, le api danno vita a nuove parole e innescano un dialogo tra linguaggio antico e contemporaneo. Il riferimento a Virgilio è doppio: nel libro VI dell’Eneide Virgilio descrive le anime che aggirano lungo il Lete paragonandole a uno sciame d’api; inoltre è proprio all’epoca del poeta romano che Brixia cominciò a diventare un’importante colonia dell’Impero.

Didone Adonàis Dòmine – Spettacolo teatrale – Teatro al Parco archeologico
 Didone Adonais Domine ©Serena Pea
Didone Adonais Domine ©Serena Pea

Didone è l’eroina virgiliana da secoli simbolo dell’abbandono e dell’amore perduto, ma anche dell’aspirazione all’infinito. Da qui l’accostamento nel titolo ai due termini con cui ci si riferisce alla divinità in ebraico e in latino. Didone attraversa così i secoli e nello spettacolo – scritto da Isgrò nel 1983 e messo in scena una sola volta, nel 1986 a Barcellona Pozzo di Gotto, città natale del maestro – la troviamo sul palco in tre diverse manifestazioni: un vecchia svanita (la “sorellina di Giovanni Pascoli”), una nobile adultera e assassina (ispirata alla contessa Pia Ballentani) e una terrorista eroinomane tradita dall’ideologia della rivoluzione.

Dal 22 al 24 giugno e dall’1 al 3 luglio 2022.

L’armonium delle allodole impazzite, 2022 – Installazione multimediale – Chiostro rinascimentale del museo di S. Giulia
Emilio Isgrò, L'armonium delle allodole impazzite ©photoElaBialkowskaOKNOstudio
Emilio Isgrò, L’armonium delle allodole impazzite ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Un enigmatico e monumentale strumento musicale, i cui tasti ricordano quelli di un pianoforte, è posizionato nel centro del chiostro. Nell’aria risuona un brano della Norma di Bellini, da Isgrò dedicata al pianista bresciano Arturo Benedetti Michelangeli. Come si legge nella dedica posta sullo spartito esposto. Il canto della sacerdotessa protagonista dell’opera è affidato a un’allodola – in realtà un professionista che imita il verso dell’uccello – e attorno ad essa il verso di tante altre specie di uccelli in fuga dai bracconieri. Le trappole da cui sono sfuggiti pendono dal soffitto del chiostro, aperte, testimonianza viva della natura che sopravvive e rinasce. L’opera, realizzata con la collaborazione di, sarà poi esposta in via definitiva al parco di arte contemporanea Arte Sella.

Bixia come Atene, 2013-2022 – Dipinti e scultura – Museo di Santa Giulia
 Isgrò cancella Brixia; immagini di allestimento ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Isgrò cancella Brixia; immagini di allestimento ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Tredici grandi tele inedite mettono in scena la vita quotidiana di un’antica polis. Pagine di un libro illustrato su cui Isgrò è intervenuto cancellando immagini e parole. L’obiettivo è sempre quello: togliere alla vista per dare all’immaginazione. In questo caso l’artista vuole sviluppare una narrazione vicino all’ucronia, ovvero un racconto che ipotizzi quel che sarebbe potuto accadere rispetto a ciò che invece è realmente accaduto. In questo caso, un visione controfattuale della storia che vede Brixia (e non Roma) al centro della rivalità culturale con Atene. A collegare le due sale della mostra c’è la statua di un Discobolo, ricoperto da formiche che ne cancellano parte della muscolatura. Addirittura l’avanbraccio che regge il disco si è staccato dall’atleta e lo si trova nella seconda parte della mostra.

Incancellabile Vittoria, 2020 – Installazione – Stazione FS
Emilio Isgrò, Incancellabile Vittoria, 2020, Stazione FS della metropolitana di Brescia. photo: Alessandra Chemollo
Emilio Isgrò, Incancellabile Vittoria, 2020, Stazione FS della metropolitana di Brescia. photo: Alessandra Chemollo

205 pannelli in fibrocemento fresato distribuiti su 200 mq. Questa l’imponente installazione che Emilio Isgrò ha dedicato alla Vittoria Alata, la grande statua in bronzo esposta nel Capitolium e simbolo di Brescia. L’installazione nasce nel 2020 per celebrare il restauro della scultura alla quale si ispira, ma funge anche da prologo per l’esposizione. Nell’interpretazione dell’artista al Vittoria Alata permane come pittogramma nella silhouette in rosso su di un fondo di cancellature nere.

Commenta con Facebook