SENSORAMA si interroga sulla distanza che separa il mondo e la percezione che abbiamo di esso. 19 artisti, tra storici e contemporanei, indagano i vari inganni con cui la nostra vista ha a che fare. Al MAN di Nuoro dall’8 luglio al 30 ottobre 2022.
La distanza tra il mondo e la percezione che abbiamo di esso forse non sarà mai colmata. Ma è necessario farlo? Magari la realtà non esiste al di fuori dei nostri occhi. La percezione che abbiamo di essa è tutto quel che esiste. Con il carico di soggettività e precarietà che comporta. Ma probabilmente è proprio la sensazione di inganno che l’uomo vive a portarlo ad assottigliare lo spazio che lo separa del Vero. A porsi interrogativi sulla realtà mettendola costantemente in discussione.
Con questo spirito la mostra SENSORAMA si affida alle opere di artisti e videomaker contemporanei per esplorare la relazione tra Visione e Percezione, con l’obiettivo di mostrare la complessità dei fenomeni cognitivi e il piacere di essere ingannati. Il luogo dove si rinnova l’antica domanda – “vediamo davvero la realtà?” – è il museo MAN di Nuoro. L’illusione è la nostra realtà? A guardare le opere in mostra, parrebbe proprio di si.
A scardinare l’architettura ingannevole potrebbe essere quindi il concerto di sensi, la compenetrazione di vari livelli percettivi. Tanto che lo stesso titolo SENSORAMA è ispirato al nome di una macchina ideata nel 1957 dal regista statunitense Morton Heilig per testare le esperienze sinestetiche innescate dal suo cinema.
Inevitabile dunque che l’esposizione parta proprio dal cinema, arte d’artificio per eccellenza. “Fabbrica delle illusioni” fin dal suo esordio e terreno di sperimentazioni visive delle avanguardie. Dalla cinematografia fantastica di George Méliès alle interazioni tra avanguardie artistiche (Léger, Man Ray, Picabia, Cocteau, Duchamp) e cinema.
In campo pittorico si parte dai grandi artisti del Surrealismo (o simili), come René Magritte e Giorgio de Chirico, la mostra apre lo spettro alle indagini estetiche più recenti in fatto di percezione e autenticità. Come le fotografie allo specchio di Florence Henri o le tavole ottico-cinetiche di Alberto Biasi, gli ambienti avvolgenti e conturbanti di Peter Kogler o Marina Apollonio; e ancora, le sculture anamorfiche di Marc Didou o le performance intese come veri e propri trompe-l’œil umani di Liu Bolin, l’uomo invisibile.
D’obbligo un’indagine sulla realtà aumentata e i paradossi dell’era digitale. Questa sarà protagonista di un’installazione dedicata. Tra le altre installazioni site-specific c’è quella di Felice Varini, autore di disegni nello spazio, monumentali quanto effimeri, oltre a una stanza magica progetta dal designer Denis Santachiara e una grotta di libri scavati come rocce da impronte di corpi impalpabili realizzata da Marco Cordero.
Artisti in mostra
René Magritte, Giorgio de Chirico, Florence Henri, Alberto Biasi, Luigi Mazzarelli, Peter Kogler, Felice Varini, Marina Apollonio, Denis Santachiara, Marc Didou, Peter Miller, Liu Bolin, Marco Cordero, Humans since 1982, Ole Martin Lund Bø, Paolo Cavinato, Cinzia Fiorese, Marco Di Giovanni, Kensuke Koike.