Il premio Luigi Tenco è uno dei più importanti riconoscimenti che viene assegnato annualmente dal 1974 nell’ambito della canzone italiana d’autore. La selezione per determinare i vari finalisti è avvenuta, per quel che concerne l’attuale edizione, su canzoni e dischi usciti dal primo giugno 2021 al 31 maggio 2022 e, come ogni anno, non esistono candidature in quanto i giurati votano liberamente secondo quanto ascoltato durante la stagione. Si passerà ora a stretto giro alla seconda votazione che terminerà il 9 luglio e nel corso della quale verrà proclamato il vincitore di ogni sezione.
Le categorie sono sei: quattro riservate ai cantautori (canzone singola, disco in assoluto, disco in dialetto, opera prima), una agli interpreti di canzoni non proprie e una dedicata agli album collettivi a progetto, ovvero compilation di vari interpreti costruite su un tema esplicito e dichiarato in grado di unire tutte le canzoni. La novità più interessante di questo 2022 riguarda proprio un album approdato tra i cinque finalisti di quest’ultima sezione. Il disco Parole Liberate che prende il nome dal premio fondato nel 2014 dal giornalista Michele De Lucia, dall’attore Riccardo Monopoli e dall’autore Duccio Parodi e organizzato dall’omonima Associazione di Promozione Sociale.
L’idea originale di Parole Liberate è quella – mai tentata prima in Italia – di proporre ai detenuti non solo di scrivere una poesia, ma di essere coautori di una canzone: le liriche vincitrice sono state infatti affidate ad artisti già affermati affinché le mettessero in musica e la interpretassero. Dopo quattro edizioni e uno stop dovuto al Covid, l’Associazione per la quinta ha affidato a Paolo Bedini, storico produttore e manager cui si devono alcune delle migliori pagine del rock indipendente italiano, il compito di selezionare, tra quelle che negli anni hanno concorso al Premio, altre liriche meritevoli di essere portate all’attenzione del pubblico. Nove di queste sono state infine musicate e interpretate da artisti che hanno a propria volta sposato la causa di Parole Liberate, andando a comporre – assieme alle quattro già premiate nelle precedenti edizioni- un vero e proprio concept album, in cui il filo conduttore che lega tutti i brani è il carcere. L’autore della copertina del disco in cui si vede il sole filtrare dalle sbarre di una cella e del progetto grafico è il fotografo Oliviero Toscani, da sempre sensibile al tema della carcerazione.
Gli artisti coinvolti sono Luca Faggella e Giorgio Baldi, Andrea Chimenti e Gianni Maroccolo, NuovoNormale, Fabrizio Tavernelli, Petra Magoni e Finaz, Teresa Plantamura, Virginio, Lisa Giorè, Ambrogio Sparagna, Yo Yo Mundi, Acquaragia Drom, Magicaboola Brass Band, Enrico Maria Papes e Federica Balucani e Pape Gurioli, Michael Manring e Riccardo Monopoli. L’album è uscito ad aprile ed è distribuito sulle piattaforme digitali da Sony Music. L’Associazione Parole Liberate e il premio esistono ormai da diversi anni e hanno dato speranza e uno scopo a tanti detenuti che si sono cimentati nella scrittura; il concept album, tuttavia, arriva proprio nel momento più propizio perché dopo due anni di pandemia tra lockdown e restrizioni sanitarie varie abbiamo tutti avuto un assaggio, con le dovute proporzioni e una quantità di comfort decisamente superiore, di privazione di libertà che davamo per scontate e forse siamo in grado di comprendere più profondamente il significato di certe parole di queste canzoni dei reclusi.