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La profondità del subconscio nelle immagini di Roger Ballen: opere stranianti ed estreme, assurde e oniriche

Roger Ballen, Woman, man and dog, 1995

Senigallia Città della Fotografia presenta la personale del fotografo Roger Ballen, The Place of the Upside Down a cura di Massimo Minini, nella doppia sede di Palazzo del Duca e Palazzetto Baviera. Fino al 2 ottobre 2022.

L’esposizione di Ballen sarà l’unica mostra dell’artista quest’anno in Italia in una sede pubblica, oltre alla sua partecipazione alla LIX Biennale di Venezia per cui è stato chiamato a rappresentare il Sud Africa nel padiglione nazionale.

Roger Ballen, Cat and Mouse, 2001

La mostra di Senigallia presenta a Palazzo del Duca un nucleo di opere provenienti dalla collezione di Massimo Minini, uno tra i più famosi galleristi italiani che più rappresenta il nostro paese nel mondo: sono esposti oltre sessanta scatti in bianco e nero che attraversano tutta la carriera di Ballen, appartenenti alle sue serie più famose come Outland (2000), Shadow Chamber  (2005), Boarding House (2009) e Asylum of the Birds (2014). A Palazzetto Baviera invece è esposta una selezione di 12 scatti a colori, assolutamente inedita in Italia e proveniente dalla collezione personale dell’artista, che segna una nuova fase di sperimentazione tecnica nella sua poetica.

Roger Ballen è uno dei fotografi più originali e influenti tra XX e XXI secolo, nato a New York e attivo da oltre quarant’anni in Sud Africa, sua patria d’elezione. Le sue opere sono stranianti ed estreme, a tratti assurde e oniriche; ritraggono luoghi e situazioni inverosimili eppure perfettamente reali, proprio come avviene quando si sogna. Sono lavori che indagano la condizione umana e le profondità del subconscio, invitando lo spettatore a porsi delle domande su quello che si sta guardando e di riflesso a porsi delle domande anche su sé stesso.

Roger Ballen, Divided self, 2007

Le immagini create da Ballen si caratterizzano per uno stile visivo perfettamente riconoscibile tanto che è stato coniato un neologismo, Ballenesque, per definire un’atmosfera misteriosa, caotica, a volte oscura, come quella che si ritrova nelle sue opere. Negli anni lo stile dell’artista si è evoluto alla ricerca di nuove possibilità creative e ha sperimentato linguaggi visivi ampi dove la fotografia interagisce con il disegno, la pittura, il collage e la scultura dando vita a una nuova estetica ibrida che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Negli ultimi anni Ballen si è approcciato per la prima volta alla fotografia a colori dopo aver scattato esclusivamente in bianco e nero per più di quarant’anni, e la mostra di Senigallia, con la sezione di Palazzetto Baviera, rappresenta un’occasione unica per il pubblico italiano di vedere per la prima volta questi lavori dal vivo.

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