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Nello Petrucci. Street art in Laguna: scomporre e ricomporre in qualche modo vuol dire reinterpretare la realtà

Luca Beatrice scrive: “Chissà se è una coincidenza: quando Nello Petrucci nacque, era il 1981, la stagione della Street Art raggiunse il culmine di popolarità e attenzione critica. L’anno prima a New York andò in scena la mostra che ne cambiò in qualche modo la storia, decretandone il passaggio da fenomeno alternativo e underground non a caso già avviato verso il mainstream. The Times Square Show, allestita nell’estate 1980 in un ex-cinema a luci rosse, rivelò una microgenerazione con le sue poche superstar e i tanti ragazzi non tutti destinati a lasciare una traccia indelebile nella storia, ma questo è piuttosto tipico di ogni movimento o tendenza. Nel 1981 fu il PS1 nei Queens, all’epoca un luogo poco conosciuto e marginale oggi assorbito dal MoMA, ad ospitare New York/New Wave, l’hic et nunc sullo zeitgeist americano che includeva oltre alle esperienze pittoriche del graffitismo, la fotografia, i video, il cinema indie e la musica tra sperimentazione e coolness post punk.

È in effetti interessante cercare di comprendere le evoluzioni di questo movimento, questa maniera di fare arte pubblica, 40 anni dopo. Nel 1981 ci nascevo anche io, che street art non ho mai fatto, ma che ho potuto vivere e conoscere in adolescenza stando accanto marginalmente a chi ha vissuto l’ambiente hip hop e street. Oggi non è più una novità, l’arte digitale semmai lo è, ma certamente la street art non è conclusa. Ecco perché segnaliamo questa bella mostra a Venezia.

Palazzo Contarini del Bovolo, recentemente restaurato e riaperto al pubblico, ospita la personale PROFILI dell’artista pompeiano NELLO PETRUCCI, a cura di Chiara Canali e con presentazione critica di Luca Beatrice. L’esposizione, promossa da Contemply Art & Investiment e in concomitanza della 59° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, è ospitata all’interno della Sala del Tintoretto al secondo piano, con accesso da Scala Contarini del Bovolo di Venezia, e sarà visibile dal 16 giugno al 26 agosto 2022. Personalità già riconosciuta nel panorama artistico italiano e internazionale, Nello Petrucci è un autore e film maker italiano che lavora utilizzando diverse tecniche espressive (dalla pittura al collage, dalla stampa fotografica halftone alla serigrafia) e intervenendo all’interno di diversi campi mediali e linguistici (dal cinema all’arte contemporanea, dalla street art all’arte pubblica).

Nello Petrucci lavora a bassa definizione. Nelle opere a collage e décollage, parte da una azione di ritrovamento, raccolta, riproduzione di frammenti di reale scomposto ed estraniato (i pezzi di locandine e affiches cinematografiche) che sottopone all’attenzione della coscienza dello spettatore, associati ai ritratti in primo piano di personaggi della sfera della storia, della musica o del cinema, affinché la coscienza ne possa liberamente disporre.

ArtsLife l’ha intervistato in occasione dell’opening.

Cosa significa essere un artista oggi, nel terzo millennio, e quali sfide ti impone?

Se l’artista è sempre stato lo specchio della nostra epoca, oggi più che mai credo che l’artista del terzo millennio abbia di fronte a sé tantissimi quesiti, uno tra i più importanti è proprio sulla questione ambientale. La crisi climatica è vicino a noi più di quanto pensiamo. Se l’uomo non è in armonia con tutto ciò che lo circonda, tutto il resto diventa secondario…  Fare arte diventa sempre di più un atto di grande responsabilità, e credo che gli artisti dotati di sensibilità prenderanno una forte posizione! È giunto il momento di questa presa di coscienza, e non soltanto battute aste da record…

Qual è il tuo rapporto con la cultura antica e con la storia e i reperti della tua città d’origine, Pompei?

La mia città è sempre stata una fonte di ispirazione, per questo provo sempre un certo senso di ammirazione ogni qualvolta che vi faccio visita, questo accade almeno un paio di volte al mese, per me è un vero privilegio, ma altrettanto un peso molto grande che porto sulle spalle. Entrare in profondità della cultura occidentale, qui proprio sotto i nostri piedi è una grande fortuna, nella cultura occidentale classica ci sono le nostre radici, li, dove ci nutriamo.

In che modo il mondo del cinema, della musica e dello spettacolo si relazione con il tuo lavoro?

Il cinema ha influenzato tantissimo il mio modo di vedere il mondo, e continua a farlo… credo che sia uno dei pochi strumenti che davvero mi emoziona in modo diretto. L’idea che possa trasportarti in scenari immaginari velocemente mi ha sempre entusiasmato. Per un’ora e trenta potrai essere nell’antica Roma, o nella Parigi degli anni sessanta, o in Giappone o in tante altre culture, viaggiare in mondi paralleli, stando semplicemente seduti, la trovo un’incantevole magia, una delle più belle di questo millennio… Credo sia una delle più importanti forme d’arte mai create dall’uomo. 

Quali sono gli artisti o le correnti artistiche che ti hanno ispirato?

L’arte vive in un continuum eterno, tutta l’esperienza umana è di grande ispirazione. Non saprei darti una vera risposta.

Perché hai scelto di lavorare con il procedimento di stampa halftone?

L’halftone è un procedimento di scomposizione delle immagini e della materia, scomporre e ricomporre in qualche modo vuol dire reinterpretare la realtà.

Qual è il significato dell’opera Hell, che hai appositamente ideato per Palazzo Contarini del Bovolo, in dialogo con il bozzetto del Paradiso del Tintoretto?

Un’opera che possa farci riflettere su di una triste e sprezzante tematica attuale che stiamo attraversando, come la guerra, in quanto la guerra è distruzione… Hell è un monito di questa società, affinché quello che sta accadendo in Ucraina e che si è verificato nel nostro passato ed in altri luoghi del mondo, non si ripeta ancora sulle trame di ogni Tintoretto.

Che interventi di street art hai recentemente fatto a Venezia?

Hell è stato il mio ultimo lavoro. Toccare queste tematiche è sempre come camminare vicino ad un burrone. Ma questo lavoro può essere visto come un invito a farci riflettere alle ingiuste e disperate atrocità che la guerra porta con sé, non ha altri scopi se non la distruzione… in questo frame vediamo come l’uomo abbia la necessità di preservare l’arte dalla “distruzione” nello stesso modo come preserva la sua stessa vita… non siamo nulla senza la memoria…

NELLO PETRUCCI

PROFILI

A cura di Chiara Canali
Testo Critico di Luca Beatrice

VENEZIA| PALAZZO CONTARINI DEL BOVOLO
FINO AL 26 AGOSTO 2022
PALAZZO CONTARINI DEL BOVOLO

Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Biglietto intero: € 8,00
Biglietto ridotto: € 6,00 (12-26 anni, over 65, Soci FAI, Touring Club Italiano e GIST)
Biglietto gratuito  (0-11 anni, guide turistiche autorizzate, residenti, dipendenti IRE e Fondazione Venezia Servizi alla Persona)

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