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L’ignoto che abita il mondo. Da Triennale Milano 17 artisti immaginano il lato nascosto del reale

Ron Mueck, Man in a Boat, 2002, Mixed media, 159x138x426 cm, Private collection, Photo credits: Thomas Salva / Lumento Ron Mueck, Man in a Boat, 2002, Mixed media, 159x138x426 cm, Private collection, Photo credits: Thomas Salva / Lumento
Ron Mueck, Man in a Boat, 2002, Mixed media, 159x138x426 cm, Private collection, Photo credits: Thomas Salva / Lumento
Ron Mueck, Man in a Boat, 2002, Mixed media, 159x138x426 cm, Private collection, Photo credits: Thomas Salva / Lumento
Fondation Cartier pour l’art contemporain si unisce alla 23a Esposizione Internazionale organizzata da Triennale Milano, denominata Unknown Unknowns. An introduction to Mysteries. Lo fa con la mostra Mondo Reale, che dal 15 luglio all’11 dicembre 2022 cerca di dare corpo alla sensazione di ignoto che la quotidianità porta con sé.

Se la mostra Unknown Unknowns si allontana dalla Terra per esplorare il mistero dell’universo, Mondo Reale è immaginata come un atterraggio sul nostro pianeta, un passo nell’ignoto della quotidianità. Ovvero l’insieme di fenomeni e di manifestazioni, interiori o esteriore, a cui l’uomo non riesce a dare un significato. Da qui nasce una realtà inattesa. Che lascia affascinati, increduli, allietati, disorientati, sconcertati, colmi di domande, timori e curiosità. Nonché desiderosi di oltrepassare i limiti della conoscenza.

Mondo Reale vuole ricreare tale condizione riunendo film, dipinti, fotografie, ceramiche, installazioni e sculture realizzate da diciassette artisti internazionali. La mostra include opere inedite, commissionate agli artisti Alex Cerveny, Yann Kebbi, Jessica Wynne, Sho Shibuya, Virgil Ortiz, due progetti speciali di David Lynch e Sho Shibuya e lavori provenienti dalla collezione della Fondation Cartier.

l viaggio nel mondo reale comincia da creatura bicefala, la scultura in ceramica Ring Master & Tics (2022) di Virgil Ortiz. Affidandosi alla tradizione ceramica del Pueblo de Cochiti, Ortiz racconta le storie dei nativi americani e della loro rivolta, miscelandole con il proprio vissuto personale, fantascienza e tematiche apocalittiche. In Man in a Boat (2002) di Ron Mueck un uomo intraprende un viaggio ancestrale alla scoperta di sé e del mondo, ergendosi nudo sulla prua di una barca di legno. Nel frattempo un’installazione sonora diffonde la voce di Patti Smith mentre legge il testo del matematico Misha Gromov The Four Mysteries of the World.

Percorrendo la mostra dal principio alla fine, si assiste a una cronologia di albe ed eventi immortalati da Sho Shibuya in un rituale mattutino che mostra la reazione dell’arte alle notizie dal mondo, catturate dai titoli del New York Times. Alex Cerveny presenta un personale glossario in cui eventi naturali e figure bibliche sono collegati visivamente a nomi di persone e luoghi del mondo: una maniera molto personale di costruire mappe visive per riordinare tutta la conoscenza umana, dalla mitologia alla soap opera.

Il film Unknown Quantity (2002/2005) di Andrei Ujica è in mostra con due film: Unknown Quantity (2002/2005), che racconta del mondo post apocalittico originato dal disastro di Chernobyl, e 2Pasolini (2000/2021), che omaggia la ricerca spirituale di Pier Paolo Pasolini in occasione del centenario della sua nascita che si celebra quest’anno. Il disegnatore Yann Kebbi propone una versione parallela dell’esposizione, escogitando sembianze alternative per le opere esposte e distorcendo la loro articolazione nello spazio. Alla sua prima proiezione in Italia, il film Nature (2020) di Artavazd Pelechian ritrae il rapporto tra umanità e mondo naturale attraverso immagini modificate che evadono la distinzione classica tra finzione e documentario.

Le misteriose ciotole in ceramica dell’artista Alev Ebüzziya Siesbye (Untitled, 1997-2019) introducono ai pastelli – Sea wave (2022) -di Hu Liu, simili alle onde scure del mare. Nel dipinto Double Eclipse, 2013, Guillermo Kuitca immagina una doppia eclissi che sovrasta il mondo. Un orso si sorprende del suo buffo riflesso nell’acqua nei tre dipinti di Fabrice Hyber, quasi domandandosi cosa è reale e cosa non lo è. Suggestivo il pendolo – Tracing Fallen Sky (2020) – di Sarah Sze. Il tempo e lo spazio racchiusi in un oggetto dal fascino antico.

Jessica Wynne presenta una serie di lavagne solcate dai calcoli dei più grandi scienziati  e matematici della contemporaneità (tra questi anche l’italiano Carlo Rovelli), una visione della conoscenza e la sua cancellatura. Analogamente, il video di Jean-Michel AlberolaLa Main de Cédric Villani (la conjecture de Cercignani), cattura i movimenti della mano del celebre matematico francese Cédric Villani mentre illustra la congettura di Cercignani sulla sua lavagna. Jaider Esbell, ex attivista coinvolto nella resistenza delle popolazioni indigene dello stato del Roraima in Brasile, dipinge la visione del mondo e i miti del popolo Macuxi in un multiverso cromatico che racchiude microcosmi e macrocosmi.

La presenza di David Lynch si estende in tre opere d’arte. Il progetto speciale Weather Report viene trasmesso in tempo reale nello spazio espositivo, ogni giorno alle 19.00. L’installazione Universe Coming from Zero (2011) è un’animazione caleidoscopica che mostra un catalogo di tutti gli oggetti presenti nell’universo. Infine, il film in bianco e nero What Did Jack Do?(2017) è ambientato in una stazione ferroviaria e mostra un detective della squadra omicidi (interpretato dallo stesso Lynch) che mette alle strette un sorprendente sospettato. Il caso resta tuttavia irrisolto, a rappresentazione del fatto che il mistero non termina insieme alla mostra.

Sho Shibuya, Greece. August 9, 2021 from Headlines 2020-2022, Acrylic on newspaper, 56x31 cm, Courtesy of the artist, Photo credits: Henry Hargreaves
Sho Shibuya, Greece. August 9, 2021 from Headlines 2020-2022, Acrylic on newspaper, 56×31 cm, Courtesy of the artist, Photo credits: Henry Hargreaves

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