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Camera doppia. Al via le due mostre estive torinesi al Centro Italiano per la Fotografia

Ketty La Rocca Senza titolo, libro d’artista, 1974 (particolare) © Archivio Ketty La Rocca | Michelangelo Vasta
Paolo Mussat Sartor
Michelangelo Pistoletto
Torino, 1970
Courtesy Archivio Paolo Mussat Sartor

Aprono giovedì14 luglio le due nuove mostre di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino: “La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977” e “Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975”

Una collettiva e una personale che raccontano il clima dell’arte in Italia negli anni Sessanta e Settanta tra sperimentazione, ricerca e invenzione di nuove forme artistiche, fino al 2 ottobre 2022.

I protagonisti delle mostre sono gli artisti – come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Joseph Beuys e molti altri – i loro volti e i loro corpi: la fotografia è la testimonianza, ad esempio, della nascita dell’Arte Povera a Torino oppure delle grandi manifestazioni che trasformano le mostre in eventi imprevedibili che coinvolgono intere comunità, come nel caso della storica mostra tenutasi ad Amalfi nel 1968: anni rivoluzionari in ogni ambito, un periodo straordinariamente ricco di stimoli visivi, intellettuali e social, che la fotografia racconta attraverso scatti divenuti iconici.

Paolo Mussat Sartor
Senza titolo di Jannis Kounellis Galleria Sperone, Torino, 1970 Courtesy Archivio Paolo Mussat Sartor

Se la mostra “La rivoluzione siamo noi” – curata da Ludovico Pratesi e organizzata e promossa da Archivio Luce Cinecittà – disegna un percorso dell’arte in Italia attraverso gli scatti dei fotografi che in quegli anni hanno documentato eventi cruciali come le performance nelle gallerie Sperone e Tucci Russo a Torino, L’Attico a Roma, Lucio Amelio e Studio Morra a Napoli, oltre alla grandi e leggendarie mostre internazionali come Arte povera più Azioni povere, Vitalità del Negativo e Contemporanea, la personale dedicata a Ketty La Rocca, curata da Raffaella Perna e Monica Poggi, indaga in particolare il rapporto fra fotografia e parola, fra gesto e linguaggio.

Paolo Mussat Sartor
Oggi è venerdì ventisette marzo millenovecentosettanta di Alighiero Boetti, abitazione dell’artista
Torino, 1970
Courtesy Archivio Paolo Mussat Sartor

Attraverso una rielaborazione di immagini iconiche, come quella che ritrae Fidel Castro, o le cartoline dell’Archivio Alinari, l’artista reinterpreta con la propria calligrafia la storia della fotografia del Novecento in una chiave personale. Il mito del viaggio, esploso negli anni Sessanta in seguito al boom economico, viene invece capovolto in chiave ironica con i cartelli stradali della performance Approdo, in una commistione fra arte e vita che caratterizza tutta la produzione di una delle principali figure dell’arte italiana del Novecento.

Ketty La Rocca
Senza titolo, libro d’artista, 1974 (particolare)
© Archivio Ketty La Rocca | Michelangelo Vasta
Ketty La Rocca
Le mie parole e tu?, 1971
© Archivio Ketty La Rocca | Michelangelo Vasta

Due mostre diverse accomunate da un’unica azione, quella del “fotovivere”, neologismo creato da Ketty La Rocca che può estendersi a tutte le manifestazioni artistiche del periodo, rese eterne dalla presenza della fotografia.

 

Paolo Mussat Sartor
Manifesto di Alighiero Boetti
Galleria Toselli, Milano, 1972
Courtesy Archivio Paolo Mussat Sartor

CAMERA DOPPIA
La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977 a cura di Ludovico Pratesi
Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967-1975 a cura di Raffaella Perna e Monica Poggi

14 luglio – 02 ottobre 2022

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 – Torino
www.camera.to

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