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É morto Claes Oldenburg, l’artista pop che trasformava l’ordinario in monumentale

Claes Oldenburg im Kölner Museum Ludwig vor seinem Werk »Shoestring Potatoes Spilling from a Bag, 1966« Foto: Henning Kaiser / dpa Claes Oldenburg im Kölner Museum Ludwig vor seinem Werk »Shoestring Potatoes Spilling from a Bag, 1966« Foto: Henning Kaiser / dpa
Claes Oldenburg im Kölner Museum Ludwig vor seinem Werk »Shoestring Potatoes Spilling from a Bag, 1966« Foto: Henning Kaiser / dpa
Claes Oldenburg im Kölner Museum Ludwig vor seinem Werk »Shoestring Potatoes Spilling from a Bag, 1966« Foto: Henning Kaiser / dpa
L’artista pop, morto all’età di 93 anni, è diventato celebre grazie alle sculture monumentali in cui oggetti d’uso quotidiano diventano improvvisamente più grandi della vita stessa.

Claes Oldenburg è morto all’età di 93 anni. Uno dei grandi maestri della pop art americana si è spento a New York nella sua casa studio. A diffondere la notizia la Pace Gallery, che da tempo ne curava gli interessi. Fatale una caduta subita di recente, dalla quale non si è più ripreso.

A renderlo celebre le sculture giganti raffiguranti oggetti d’uso comune, beni alimentari ed elementi tratti dalla quotidianità. Inizialmente il suo intento era denunciare lo sfrenato consumismo alimentare, poi la sua pratica si è indirizzata verso una controversa celebrazione iperbolica del mondo materiale che ci circonda.

Oldenburg spiegava infatti che le sue versioni monumentali di oggetti comuni non erano soltanto una celebrazione dell’ordinario: «Si potrebbe fare un catalogo di tutti questi oggetti. E potrebbe essere letto come un elenco di divinità o cose su cui è stato proiettato il nostro pensiero mitologico contemporaneo. In effetti ci sentiamo coinvolti nei nostri oggetti in modo religioso».

Claes Oldenburg and Coosje van Bruggen, Spoonbridge and Cherry, 1985–88. PHOTO JIM MONE/AP
Claes Oldenburg and Coosje van Bruggen, Spoonbridge and Cherry, 1985–88. PHOTO JIM MONE/AP

Oldenburg era nato a Stoccolma nel 1929 da genitori svedesi. Suo padre era diplomatico e per questo la famiglia Oldenburg visse tra New York e Chicago. Ciò gli permise di studiare letteratura e storia dell’arte all’Università di Yale. Negli anni Cinquanta, Oldenburg tornò a Chicago per completare la sua formazione studiando con Paul Wieghardt, pittore allievo di Paul Klee. Nel 1956 Oldenburg si trasferì a New York e alla fine del decennio cominciò a esporre i suoi primi lavori. Si trattava di disegni, collage e oggetti in cartapesta.

Solo alla fine degli anni Sessanta Oldenburg cominciò a realizzare le grosse sculture per cui diventerà famoso. La prima fu Lipstick (Ascending) on Caterpillar Tracks: un rossetto montato su una specie di cingolato ed esposto al campus di Yale nel 1969 durante una protesta studentesca contro la guerra in Vietnam.

Da lì in poi sono stati moltissime le sculture installate nei musei, nelle piazze e nelle vie delle città più importanti del mondo. Anche grazie alla collaborazione con la moglie Coosje van Bruggen, che sposò nel 1977 e con cui lavorò fino al 2008, quando van Bruggen morì. In Italia ha realizzato Ago, Filo e Nodo, la grande scultura posta in piazzale Cadorna a Milano.

Claes Oldenburg, Ago, Filo, Nodo. Andrea Niotta / Shutterstock.com
Claes Oldenburg, Ago, Filo, Nodo. Andrea Niotta / Shutterstock.com

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