“Il Petrarca nel III Millennio” è un saggio breve, che indaga la scienza dei rapporti e delle funzioni che animarono il dissidio del poeta, alla luce degli sviluppi attuali. Un’analisi che va dal Secretum all’odierno incubo del regresso emotivo
Francesco Petrarca, come altri autori, è noto al grande pubblico per aver perso la testa per una donna. Un venerdì santo del 1327, il sei aprile per la precisione, l’allora ventitreenne vide Laura in una chiesa e cominciò a lodarla… e lo fece anche dopo un altro tragico venerdì, quello della sua morte causata dalle peste.
Petrarca, non è però solo l’autore del “Canzoniere” con le poesie in vita e in morte di Madonna Laura, è una delle tre corone, è il padre dell’Umanesimo, è il primo poeta laureato e anche il primo filologo.
Petrarca ha scritto opere di rilievo in volgare pur riuscendo a elaborare tesi (come dissidi) anche in latino. Già questa premessa basterebbe per voler conoscere più approfonditamente uno dei pilastri della letteratura italiana, ed è questo l’obiettivo di Valentina Bandiera con “Il Petrarca nel III millennio. Dal Secretum al regresso emotivo”, edito da Divergenze.
Si tratta di un saggio breve e conciso che racconta la vita e le opere di Petrarca, offrendo numerosi spunti per poterne cogliere l’attualità.
In ottanta pagine l’autrice sintetizza il percorso biografico e autoriale mettendo a disposizione del lettore la sua conoscenza approfondita del Petrarca e offrendo allo stesso tempo una visione moderna per creare delle connessioni significative con la contemporaneità.
Non a caso Petrarca rimarrà un modello imprescindibile per secoli, riuscendo a arrivare fino al Novecento e tuttora è ancora possibile scorgere un’eco in qualche poeta più contemporaneo.
Petrarca è stato anche un grande romanziere di se stesso, producendo una notevole quantità di scritti attorno alla sua persona, disseminando parti di sé in lettere e opere, come nel suo famoso confessionale, il “Secretum” un testo che ha poco da invidiare ai diari psicanalitici.
Petrarca ci ha fornito numerose informazioni, provando anche a sviarci di tanto in tanto, riscrivendo e correggendo la sua biografia come forse avrebbe fatto con la sua vita. La sua non era una radicale revisione, piuttosto un voler aggiustare e limare qualche dettaglio per aderire a quel modello di perfezione a cui tanto anelava. Petrarca è stato un uomo in crisi che è riuscito a portare il pesante fardello medievale e allo stesso tempo proiettarsi verso l’umanesimo.
Questo, di pari passo alla sua incredibile modernità nell’autoanalizzarsi e nello scendere nei propri abissi, lo rende a tutt’oggi un autore godibilissimo.
Petrarca ha cantato l’instabilità dei sentimenti, rendendo partecipe il lettore di quell’impossibilità spirituale di affrontare il dolore e spesso di accettare la gioia ma con quella capacità di trasformare le emozioni in immagini e in suoni rendendole così eterne.
Il Petrarca nel III millennio. Dal Secretum al regresso emotivo
di Valentina Bandiera
Edito Divergenze, 2020
divergenze.eu