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Lo speciale mazzo di carte ideato da Takashi Murakami per UNO

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Takashi Murakami. Credit RK per Highsnobiety
Ancora una volta Takashi Murakami (1962) stupisce e allarga il confine dell’arte contemporanea. O almeno della sua visione dell’arte contemporanea. Del resto l’artista giapponese ha costruito gran parte della sua carriera sulla commistione tra arte alta e bassa, tra belli arti e arte applicata a prodotti commerciali. Questa volta, però, la partnership è veramente inaspettata.

Tante le collaborazioni con brand famosi che Murakami ha intrapreso nel corso degli anni. Crocs, Supreme (2020), Vans (2015) e Macy’s. Solamente per rimanere all’interno del merchandising pensato per stimolare la vendita di calzature sportive, magliette e skateboard. Nel mondo della moda è longeva (2002) la sua collaborazione per Louis Vuitton. Ma anche nella musica le incursioni sono frequenti. Nel 2007 ha disegnato la copertina dell’album Graduation del rapper americano Kanye West. Nel 2018 ha fatto lo stesso con Kid Kudi. Nel 2009 ad Art Basel ha presentato una scultura in collaborazione con il cantante e produttore Pharrel Williams. Nel 2019 ha diretto un videoclip per Billie Eilish.

Ora è venuto il momento di uno dei giochi di società più semplici e diffusi al mondo: UNO.

Il mazzo presenta i motivi distintivi di Murakami – fiori sorridenti dai petali arcobaleno e orsi dai denti aguzzi – oltre a un’immagine dello stesso Murakami resa come un cartone animato. Quattro delle carte sono fronte-retro e, una volta unite insieme, creano due diverse immagini in formato poster.

Se per Murakami non è la prima collaborazione fuori dal mondo dell’arte in senso stretto, nemmeno per UNO si tratta del primo contatto con l’arte visiva. Il progetto Artiste Series ha già portato sulle carte del celebre gioco le opere di artisti quali Jean-Michel Basquiat, Shepard Fairey e Keith Haring.

Un’operazione commerciale che sfrutta lo stile estremamente riconoscibile di alcuni famosi artisti della storia. Una soluzione che sfrutta la loro potenza estetica, ma allo stesso tempo le porta all’attenzione di un pubblico più vasto. Ma se questo in alcuni esempi (La Gioconda di Leonardo, La notte stellata di van Gogh, i ritratti di Frida Khalo) ha portato alcune opere a inflazionarsi, nel caso di Murakami l’operazione pare perfettamente in linea con la sua pratica.

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