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Demanio Marittimo XII edizione. Lanterne e intelligenze che aiutano a comprendere quello che sarà. Intervista ai curatori Cristiana Colli e Pippo Ciorra

Demanio Marittimo km-278_2022_Oliviero Fiorenzi_Moving_ Zhanna Kadyrova, Palianytsia, ph Andrea Valzania
Demanio Marittimo KM-278

Dodici ore no stop, dalle 18.00 alle 6.00 del mattino, dedicate alla cultura nella spiaggia di Marzocca (Senigallia). Lo scorso 22 luglio 2022 è stata inaugurata la XII edizione di Demanio Marittimo KM-278, la rassegna adriatica dedicata all’architettura, all’arte e al design. Una programmazione ricca, dagli interventi di Mario Botta, Benedetta Tagliabue ed Emanuele Coccia fino all’incastro virtuoso con Marzocca Re-Lab e il collegamento in diretta da Prishtina con Manifesta 14, curata da Cristiana Colli e Pippo Ciorra, iniziata con una partita di calcio sulla sabbia dedicata a Pier Paolo Pasolini (nell’anno del centenario dalla nascita) e conclusa alle prime luci dell’alba con un film su Aldo Rossi. Dalle “nuove visioni” del contemporaneo alla contrapposizione, ormai superata, tra centro e periferia, fino agli obiettivi futuri, l’intervista a Cristiana Colli e Pippo Ciorra.

Il tema di quest’anno è Vision&Tools, una sorta di edizione zero in un momento -il 2022- che veramente è di ripartenza, dopo due anni di restrizioni e distanziamento sociale. Necessari, dunque, nuovi sguardi e strumenti che indagano, interpretano e ri-costruiscono il presente. Quali sono le “nuove visioni” proposte dagli ospiti intervenuti durante la maratona del 22 luglio? In che direzione stanno andando le rotte della contemporaneità?

Cristiana Colli: Questi sono anni densi, più di risposte funzionali e quindi rassicuranti che di visioni.  Le visioni sono interrogazioni, domande spesso scomode che presuppongono complessità, relazione tra le questioni, aperture non scontate, non automatiche, mai semplificate. E niente è mai come sembra. Per stare a un tema di attualità. I bandi non sono acquedotti, strade, ferrovie, parchi, heritage: sono la vita che verrà, affacci sul futuro, forme di coabitazione nelle comunità, nuovi riti e nuovi miti, individuali e collettivi. In questo senso Demanio cerca lanterne e intelligenze che possano aiutare a comprendere quello che sarà, a intuire più a che ad asserire. Il senso del sacro di Botta, i luoghi della comunità di Tagliabue, le metafore dell’amore di Coccia, la commovente strada di sabbia di Pasolini, la felicità di quel perimetro bianco tra due porte. Ma anche lo slancio per la ricerca dei dottorandi, la critica che si sforza di cercare il senso tra le forme, l’arte che non smette di mettersi in mezzo, con slancio poetico e radicalità.

Demanio Marittimo km-278_2022_Oliviero Fiorenzi_Moving_ Zhanna Kadyrova, Palianytsia, ph Andrea Valzania

Pippo Ciorra: Tutti noi al momento stiamo di uscire da questi anni di crisi, caratterizzati da pandemie e guerre, in condizioni diverse da quelle in cui ci siamo entrati. Per esempio, abbiamo cominciato a rivalutare il ruolo dello spazio domestico, di quello pubblico, della tecnologia, della comunicazione e dell’interazione interpersonale – virtuale e/o reale che sia -, abbiamo pensato di ristrutturare le nostre città in funzione di esigenze nuove che possano misurarsi con una crisi climatica sempre più allarmante e con implicazioni che invadono tutti gli aspetti della nostra vita. Questo è esattamente quello su cui si concentra da sempre DMKM-278. Quest’anno abbiamo potuto farlo con ancora maggiore intensità, grazie anche alla presenza, nella lunga lista di invitati, di figure importanti e impegnate proprio nella battaglia per ridefinire i rapporti tra lo spazio, le persone, le cose. I temi individuati diventano così una specie di punti di confine entro i quali si muove la nostra ricerca: occuparci del presente tenendo sempre conto di quello che costituisce la nostra memoria, il fondamento della nostra cultura. Non a caso quest’anno abbiamo inaugurato la maratona di DMKM-278 con una partita di calcio dedicata a Pier Paolo Pasolini e terminato all’alba con un film sulla mostra che il MAXXI ha realizzato su Aldo Rossi; dunque, due pilastri della nostra cultura a definire uno spazio in mezzo al quale affrontare problemi e urgenze del presente.

Da una piccola realtà di provincia, Marzocca di Senigallia (AN), ai poli internazionali dell’arte, dell’architettura, del design e più generalmente della cultura contemporanea. In che modo il periferico dialoga con il “centro” e diventa a sua volta -per un tempo prestabilito e limitato- centro e fabbrica di idee? Che relazioni sono nate sul territorio grazie alle dodici edizioni del festival?  

Cristiana ColliTerritorialità e globalità sono poli complementari, e i tanti locali sono una ricchezza che finalmente è compresa, amata e onorata. È addirittura retorico dirlo, mainstream. Demanio non si è mai sentito margine perché dall’origine ha avuto chiaro il presupposto della sua necessità – essere un hub di visioni, relazioni, pratiche a partire dall’inattualità, dalle memorie e dalla coscienza di luogo. Una prospettiva chiara e cristallina. Questo non significa che sia stato facile farlo, né che sia facile permanere su questa visione e atteggiamento. Ma Demanio è come una bicicletta, o corre o cade; se abbassa la soglia dell’innovazione dei processi e della progettualità si spegne.

Demanio Marittimo km-278, 2022, ph. Andrea Valzania

Pippo Ciorra: Da alcuni decenni, direi forse dall’inizio degli anni Novanta, abbiamo cominciato a registrare un cambiamento rilevante nel nostro concetto di spazio urbano, spazio metropolitano, relazione tra città e campagna. Per me che sono un romano immigrato nelle Marche, che insegna da 27 anni in una scuola di architettura che vive fisicamente al centro di questi fenomeni e che allo stesso tempo li studia, è stato importante capire come questo tipo di relazione si riflette in un contesto come quello del territorio dove ha luogo la maratona di Demanio. Un contesto nel quale è facile osservare il rapporto tra piccoli centri e città più grandi, la strana sovrapposizione tra archeologia, tracce forti della storia (basta pensare a luoghi come Urbino, Fermo, Loreto, Servigliano e cento altri), industria, l’agricoltura, il turismo e le grandi infrastrutture. Tutto questo si miscela nel contemporaneo in un modo che non si può più far risalire alla storica contrapposizione città-campagna o alla triade lecorbusiana modernista di area “pubblica” centrale, zone residenziali, aree produttive (Les trois etablissements humains, 1945). Demanio Marittimo km278 è la presa di coscienza di questa nuova concezione dello spazio metropolitano, Marzocca è come un pezzo di costa a Los Angeles, una piccola località sulla spiaggia che ci fa pensare a un conglomerato urbano molto più grande. Il nostro progetto ha quindi un valore doppio: è un luogo di riflessione dove tutto questo viene messo in evidenza attraverso il contributo di geografi, studiosi, architetti, artisti e intellettuali ma allo stesso tempo è anche un gesto operativo e proattivo che mette in campo (e in risalto) il ricco tessuto di idee, progetti, innovazione e sperimentazione prodotto in un territorio che non è quello di una grande città. Un tempo pensavamo che il progresso potesse identificarsi solo con i grandi centri urbani, oggi abbiamo capito che questo vecchio paradigma non funziona più e che bisogno avere uno sguardo più ampio. Non è un caso che due anni fa Rem Koolhaas, cantore assoluto della congestione urbana per quasi mezzo secolo, due anni fa ha aperto una mostra intitolata Countryside, un titolo forse ancora troppo ortodosso per descrivere la condizione contemporanea. Dobbiamo quindi imparare a misurare con parametri “urbani” un territorio a prescindere dai termini di densità e numero di case. Demanio è uno dei tanti punti di una costellazione urbana che si dispiega lungo l’Adriatico ma è anche un dispositivo studiato in modo da far notare la differenza che c’è oggi nel ruolo del territorio non denso rispetto alla vecchia idea di città e campagna.

Marzocca Re-Lab. Quali sono le proposte principali del progetto assegnatario del grant della III edizione di Creative Living Lab – costruire spazi di prossimità per progetti di rigenerazione urbana, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura? Perché Marzocca oggi è “lo sfondo perfetto entro cui sviluppare strategie esemplari e ripetibili” di rigenerazione urbana? 

Cristiana Colli: Ci onora essere stati scelti tra i 43 vincitori su 1600 partecipanti del Creative Living Lab del MIC. Innanzi tutto, perché è stata riconosciuta la qualità dell’impegno e della ricerca, e l’attenzione che abbiamo dedicato a questo luogo in particolare ma al tema generale dell’urbanizzazione costiera con le relative funzioni metropolitane avanzate. O non abbastanza avanzate, e quindi allo specifico tema. La città adriatica costiera con i suoi simboli, la sua morfologia, le traiettorie di modernizzazione e civilizzazione è la grande questione, e in questa metamorfosi Marzocca è una molecola che agisce da possibile prototipo – caso emblematico. Lo è per le sedimentazioni che contiene e per la promessa di futuro che la caratterizza. Un luogo “extra ordinario” che unisce il particolare col generale. Per dissimulare queste peculiarità di cui da anni abbiamo interrogato l’università con i 3 workshop, l’arte con le 2 residenze, la comunità con i focus group. A tutti abbiamo offerto conoscenza, relazione, approfondimento con protagonisti della scena culturale e autoriale del nostro tempo.

Demanio Marittimo km-278, 2022, ph. Andrea Valzania

Pippo Ciorra: La coincidenza che l’associazione Demanio Marittimo abbia vinto il finanziamento legato al bando per la rigenerazione urbana culturale di Marzocca e il fatto che poi la conclusione di questo processo abbia coinciso con la grande nottata della XII edizione è per noi un’alchimia perfetta. DMKM-278 già da 12 anni è un progetto di rigenerazione della comunità urbana e suburbana adriatica di Marzocca, una piccola frazione legata a Senigallia. La rassegna di quest’anno è dunque diventata c il display finale del lavoro fatto durante l’anno coinvolgendo diversi corsi della Scuola di Architettura di Ascoli Piceno (Università di Camerino), oltre ad artisti, fotografi, paesaggisti, studiosi di geografia e biologia marina. Abbiamo cercato di costruire un’azione che avesse una duplice valenza, da una parte il fatto che i nostri studenti, gli invitati e gli esperti abbiano trascorso un periodo a Marzocca ha reso loro stessi gli attori di un processo di rigenerazione, dall’altra, utilizzare questo tempo e queste collaborazioni per elaborare dei progetti dalla natura non necessariamente realistica, tipica delle sperimentazioni universitarie, ma che hanno il merito di individuare i luoghi su cui Marzocca potrebbe lavorare per rigenerare spazi industriali dismessi, connettere meglio il tessuto agricolo con quello urbano e turistico o trovare modi alternativi per scavalcare la ferrovia e quindi connettere la spiaggia con la città. La cosa più interessante è stata l’azione di rigenerazione culturale che, secondo i canoni che ci proponeva il ministero, non avviene necessariamente attraverso una trasformazione fisica, ma piuttosto mediante la realizzazione di eventi, programmi e azioni che si pongono essi stessi come azione di rigenerazione.

DMKM-278 è un unicum nel panorama culturale italiano. Ci sono realtà internazionali con cui vi state confrontando e che si stanno muovendo nella vostra stessa direzione? 

Cristiana Colli: I nostri radar sono sempre accesi, siamo molto attenti a decifrare e comprendere le iniziative interessanti che ci sono in giro per il mondo, ma format come Demanio non esistono. Niente di analogo alla potenza visionaria, all’appassionata e strutturata generosità, alla diversità di metodo, merito e format. È un punto di vista che si può amare o rigettare ma è specifico, puntuale, originale. In un certo senso Demanio è una candela che brucia da due parti, è un destino, e solo così può essere – per questo la durata delle 12 ore è fondativa, identitaria, non certo strumentale. Spazio e tempo chiuso sono la premessa dell’espansione sotto altra specie – per esempio nella Mappa.

Pippo Ciorra: Non mi viene in mente nulla di simile al modo in cui abbiamo immaginato e continuiamo a immaginare Demanio Marittimo, quello che intendiamo fare è conservare un’identità diversa da tutte le altre, ma allo stesso tempo inserita in una costellazione globale di luoghi/eventi che permette scambi, incontri e collaborazioni. Demanio è quindi il punto di una rete ed è al tempo stesso il punto in cui un giorno all’anno questa rete diventa operativa ed evidente. Il nostro progetto deve naturalmente molto al carattere del luogo in cui si svolge: il peculiare sistema urbano, una spiaggia modesta, ma che fa da sfondo al glamour internazionale del ristorante di Moreno Cedroni. Un contesto ideale per un mix di intelligenze assai diverse che vanno dall’architettura all’arte, dalla letteratura alla musica e dalla poesia alla scienza, e che fanno in modo che DMKM-278 sia un esperimento unico che possa condurci a riflettere sul futuro dell’architettura e dell’arte, e su che contributo queste possono dare in un momento in cui il mondo deve ripensare sé stesso.

Demanio Marittimo km-278, 2022, ph. Andrea Valzania

Anticipazioni per la prossima edizione. Prospettive, previsioni, auspici.

Cristiana Colli: 13 anni sono una bella responsabilità. L’auspicio è di continuare a esserci, capaci di intercettare, dare volto e luce alle tante prospettive intorno a noi.

Pippo Ciorra: Non ne ho idea, siamo abbastanza incoscienti da questo punto di vista. L’ideale è sempre lasciar sedimentare gli effetti del progetto passato e osservare il mondo prima di cominciare a pensare al prossimo. Speriamo solo che la prossima edizione possa svolgersi senza l’ansia collettiva della guerra che in questo momento è in atto poco più a Est.

Demanio Marittimo km-278, Pippo Ciorra e Bendetta Tagliabue
Demanio Marittimo km-278, Cristiana Colli, 22 luglio 2022

 

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