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Nuova vita per i capolavori perduti. L’intelligenza artificiale è ora in grado di ricostruirli nel dettaglio

Reconstruction of Vincent Van Gogh, Two Wrestlers by Oxia Palus. Photo courtesy of Oxia Palus.
La ricostruzione di Two Wrestlers di Vincent Van Gogh. Photo courtesy of Oxia Palus
Un dipinto – due lottatori che si affrontano – è stato scoperto grazie ai raggi X sotto una natura morta di Vincent Van Gogh. Notizia rilevante, certo, ma a rendere speciale il dipinto perduto è che grazie all’intelligenza artificiale è stato ricostruito.

Two Wrestlers, esposta dalla MORF Gallery alla Focus Art Fair del Louvre (fino al 4 settembre), è stata realizzata da Oxia Palus. Un progetto del fisico George Cann e del neuroscienziato Anthony Bourached, entrambi dottorandi dell’University College London, insieme all’artista Jesper Eriksson.

L’immagine, che mostra le due figure intente in combattimento ravvicinato, è stata scoperta per la prima volta un decennio fa. Riposava sotto Natura morta con fiori di campo e rose (1886), ora conservata al Museo Kröller-Müller nei Paesi Bassi. L’indagine ha le sue origini in un lettera del gennaio 1886 che Van Gogh indirizza a suo fratello Theo, dove fa riferimento all’opera. In particolare, scrive: “Questa settimana ho dipinto una cosa grande con due torsi nudi, due lottatori […] e mi è piaciuto molto farlo“. Ed è piaciuto molto anche al team di ricerca impostare l’intelligenza artificiale ad agire come il pittore olandese, addestrarla affinché riproducesse in modo accurato lo stile e con fedeltà l’immagine originale.

Two Wrestlers non è la sola opera riportata in vita da Oxia Palus. C’è già una ricca collezione, conosciuta come NeoMasters, che comprende un nudo femminile di Van Gogh, un ritratto dell’ex amante di Modigliani, Beatrice Hastings, e The Lonesome Crouching di Picasso. Anche il paesaggio del Parc del Laberint d’Horta a Barcellona, di Santiago Rusiñol, è stato ricreato dopo essere stato coperta da Picasso e il suo The Crouching Beggar.

D’accordo, manca l’autorialità dell’artista, ma l’iniziativa apre a molte, moltissime possibilità. Tanto che i ricercatori hanno appena lanciato una nuova serie di opere ricostruite: TextMasters. A tornare alla luce, in questo caso, sono i capolavori perduti e a noi noti solo tramite descrizioni testuali. Al momento questa nuova collezione comprende Amore e Psiche di Velázquez, Issione di Tiziano e Medusa di Leonardo da Vinci.

Inoltre, le opere hanno un altro vantaggio non indifferente. Dal momento che esistono in forma digitale, possono essere acquistate, ovviamente con relativo NFT. Trovarle è più semplice che andare alla ricerca di un vero Modigliani, basta visitare il marketplace. KnownOrigin.

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