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Una personale acquatica. A Bologna Imperfetto mare di Elena Bellantoni

Elena Bellantoni, CORPO MORTO, 2020, courtesy of the Artist Elena Bellantoni, CORPO MORTO, 2020, courtesy of the Artist
Elena Bellantoni, CORPO MORTO, 2020, courtesy of the Artist
Elena Bellantoni, CORPO MORTO, 2020, courtesy of the Artist

Nelle due sedi del Cubo di Bologna, la personale dell’artista calabrese Elena Bellantoni, con una sequenza di lavori e linguaggi diversi

Nell’arco di sette anni, tra il 2013 e il 2020, si è compiuto un viaggio, che mentre prendeva forma, ha saputo raccontarsi attraverso uno storytelling mixedmediale . Tra fotografia, video, scultura, performances, arte pubblica. Con la proposta di ottiche che già di per sé si esplicano, in gettatezza (Haidegger), senza bisogno di chiose. È il viaggio al centro di Imperfetto mare, la personale dell’artista Elena Bellantoni (Vibo Valentia, 1975) vincitrice del premio Arteam Cup 2020.

 

Elena Bellantoni, abecedario 2013, Hala Yella, inchiostro su carta, courtesy dell'artista
Elena Bellantoni, abecedario 2013, Hala Yella, inchiostro su carta, courtesy dell’artista

La mostra, curata da Leonardo Regano e fruibile fino al 23 settembre presso le sedi del museo d’impresa Unipol a Bologna, è una piccola antologica. Che raccoglie le esperienze itineranti dell’artista nelle acque scure dello stretto di Magellano fino a quelle cristalline del Salento. L’afasia prodotta dalla componente acquatica genera, in scorrimento, enigmi e soluzioni. Il mare è trait d’union di tutte le opere: orizzonte poetico e politico di analisi e di sperimentazione. E, in primis, liquame amniotico e verbale, come emerge dal video Hala Yella addio /adios (2013). Elena dialoga con Cristina Calderón Harban, l’ultima donna di sangue Yaghan, nella Patagonia Cilena, alla riscoperta della lingua dei nativi, in un intimo scambio glossolalico.

 

Elena Bellantoni, Pallone CeMento, dettaglio
Elena Bellantoni, Pallone CeMento, dettaglio

Non sarebbe illecito presumere che il miglior consiglio per una fruizione immersiva delle opere di Bellantoni sia quello di attraversarle a nuoto, seguendo il frangersi delle onde visive e verbali. In Ho annegato il mare (2018), selezionato per i “Collateral Events” di Manifesta 12 in collaborazione con il Museo Mare Memoria Viva di Palermo, ciò che emerge è l’indagine. Il focus è sulla speculazione edilizia della città. “Ho attraversato luoghi in cui un tempo il grano e gli alberi d’arancio crescevano forti e ‘orgogliosi’ al sole, e dove ora, al loro posto, c’è il cemento”, afferma Elena, ricordando le origini fenicie di Palermo.

Ricordi marittimi

Una selva di palazzi, assetati e assolati, salmastri e implacabilmente cementizi affiora dallo sfondo, mentre l’artista mette in quadro l’immagine, spingendo, lungo il litorale, una torretta su ruote. Torre di salvataggio, degli scacchi oppure vivace luogo di confronto. La voce di Fiammetta Borsellino, intanto, espone i suoi ricordi marittimi con il padre, il giudice Paolo Borsellino. Sguardo, visione, parole. Tra lo scorrimento linguistico, il decupage d’immagini e il reportage marino, nella visione di Bellantoni non manca la presenza del corpo umano che in mare si muove e si ritrova. Corpo che è alterità e individualismo. Strumento di resistenza e di espressione.

 

Elena Bellantoni, il mare si è scocciato, 2022, torre unipol
Elena Bellantoni, il mare si è scocciato, 2022, torre unipol

L’ultima sua produzione del periodo pandemico è Corpomorto (2020), un’azione performativa nella quale da una barca l’artista getta sui fondali pugliesi vicino Tricase, una piastrella che va annidandosi ad una profondità abissale, cui pure ci è dato, con i suoi occhi, pervenire. Sulla piastrella campeggia la parola “corpo”. Quello stesso corpo dell’artista che si tuffa, componendo con alcune boe a forma di lettere arancioni una frase intorno alla propria imbarcazione: Ancora corpo morto tra cielo e terra coraggio. Il significato ultimo del rapporto con il mare è inattingibile. Il mare è insidioso e inquinato, terribile, tossico, sublime e cristallino. Luogo di morte e insieme arché sostanziale. Incantato poiché proteiforme. Proteiforme e dunque imperfetto.

https://www.cubounipol.it/it/mostre/imperfetto-mare

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