Dal 22 settembre 2022 all’8 gennaio 2023, il MAST (Bologna) presenta la mostra IMAGE CAPITAL. La fotografia come tecnologia dell’informazione, risultato della collaborazione tra il fotografo Armin Linke e la storica della fotografia Estelle Blaschke. L’esposizione è a cura di Francesco Zanot.
Un progetto visivo e di ricerca che ha richiesto oltre quattro anni di lavoro e racconta la storia della fotografia diversa: dei suoi innumerevoli utilizzi pratici e della sua funzione come tecnologia dell’informazione. Un progetto di ricerca, che unisce pratica artistica al metodo scientifico. La fotografia viene allora analizzata dal punto di vista del funzionamento e delle dinamiche sociali, economiche e politiche che scatena.
Attraverso immagini, testi e altri materiali Armin Linke e Estelle Blaschke esplorano le diverse modalità attraverso cui la fotografia viene utilizzata all’interno di differenti tipologie di processi di produzione, in particolare in ambito scientifico, culturale e industriale. Infatti, grazie alla fotografia, i sistemi di comunicazione e di accesso alle informazioni sono migliorati esponenzialmente, fino a consentire lo sviluppo delle industrie globali e di vasti apparati governativi.
Il percorso della mostra è definito dal curatore come “percorso democratico”, poiché testi didascalici e immagini lavorano insieme e si completano a vicenda. Le fotografie, volutamente mai appese alle pareti, tracciano un percorso libero che lo spettatore gira come più desidera. Per segnare meglio la differenza tra le due tipologie, le fotografie di Armin Linke sono incorniciate con strutture di legno, mentre le foto provenienti da archivi sono sviluppate su vetro.
IMAGE CAPITAL esplora questi processi in un percorso che parte dall’inizio della loro storia e arriva fino alle tecnologie più recenti e aggiornate. La mostra è suddivisa in sei sezioni, scandite non da un punto di vista cronologico ma per tematiche. Le sezioni sono: Memory, Access, Protection, Mining, Imaging e Currency.
In Memory, la mostra si concentra sulla capacità delle fotografie di raccogliere e immagazzinare informazioni. A partire dall’idea di riproducibilità meccanica, viene investigata l’intrinseca natura della fotografia come strumento di registrazione, le cui potenzialità si esprimono a livelli sempre più alti con l’avvento della tecnologia digitale.
Nella sezione denominata Access vengono indagate le modalità di archiviazione, reperimento e indicizzazione delle immagini. L’associazione tra fotografia e testo è alla base del successo di questo medium come tecnologia dell’informazione.
Protection racconta invece delle strategie utilizzate per la conservazione a lungo termine delle immagini e delle informazioni che contengono. Le modalità investigate per impedire il deterioramento delle immagini partono dai classici archivi, per arrivare poi ai sistemi di back-up.
Con Mining, IMAGE CAPITAL approfondisce le immagini e il loro utilizzo nelle tecnologie per il riconoscimento automatico. Il termine mining, infatti, significa “estrazione”: ci si riferisce quindi all’attività di estrazione di informazioni a partire dalle immagini, attraverso specifici sistemi. Questa sezione è dedicata quindi ai processi e alla conseguente possibilità di utilizzare grandi quantità di immagini simili per lo sviluppo di tecnologie di riconoscimento automatico, le cui applicazioni pratiche sono fondamentali, particolarmente nei settori dell’industria e della sicurezza.
La penultima sezione è identificata come Imaging, e si occupa del concetto di fotografia come sistema di osservazione della realtà o di un suo progetto. La fotografia viene qui osservata come sistema di visualizzazione, a partire dalla sua capacità di andare oltre i limiti dell’occhio umano fino al suo utilizzo per lo sviluppo di tecniche di rendering e modellazione digitale.
Infine, la mostra si chiude con Currency, dove viene sottolineato il valore delle immagini. Dall’associazione tra fotografia e valuta al capitalismo informatico, qui si possono osservare i processi di attribuzione di valore alle immagini, oggi legati particolarmente alla capacità di accumularne grandi quantità e, soprattutto, di associare ad ognuna ampi set di informazioni.
Oltre alle immagini del fotografo Armin Link e degli archivi, costellano la mostra una vasta selezione di interviste, video, pubblicazioni e altri oggetti originali. Il progetto espositivo è stato realizzato in collaborazione tra FONDAZIONE MAST (Bologna), MUSEUM FOLKWANG (Essen), CENTRE POMPIDOU (Parigi) e DEUTSCHE BORSE PHOTOGRAPHY FOUNDATION (Francoforte/ Eschborn).