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Pasolini Pittore. Una mostra a Roma svela l’arte meno conosciuta dello scrittore

Autoritratto con fiore in bocca, 1947, olio su faesite, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Autoritratto con fiore in bocca, 1947, olio su faesite, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Intellettuale, scrittore, regista. E anche pittore. Pasolini Pittore è la mostra che racconta il lato meno conosciuto di uno dei personaggi più iconici del secondo Novecento italiano. Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma dal 27 ottobre 2022 al 16 aprile 2023.

Oltre 150 opere che spaziano tornano a far luce sul Pasolini Pittore, oltre quaranta anni dall’ultima antologica completa su Pasolini, tenutasi a Palazzo Braschi nel 1978.

La mostra – curata da Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani – parte dagli esordi pittorici di Pasolini, che vanno di pari passo con le prime prove poetiche in friulano. Dipinti e disegni ne ricostruiscono l’iter artistico, anche grazie alla presenza di un fondamentale nucleo di opere dei primi anni Quaranta, realizzato a Casarsa della Delizia (PN), che ora li concede in prestito grazie al Centro Studi Pier Paolo Pasolini.

Ritratti, nature morte e paesaggi dal sapore fortemente intimista e familiare fino alla serie di giovani ragazzi ritratti seduti, sdraiati o con fiori che, da altro punto di vista, documentano l’eccezionale sperimentazione artistica del giovane Pasolini. Un’importante sezione è dedicata all’autoritratto e al ritratto. Tra cui quelli realizzati a Ninetto Davoli, Laura Betti, Franco Citti, Maria Callas, Ezra Pound, Andrea Zanzotto e tanti altri amici e colleghi.

Un focus speciale è dedicato all’ambiente creativo bolognese d’inizio anni Quaranta e nello specifico ai disegni di Pasolini e Fabio Mauri, per la prima volta in mostra grazie alla collaborazione con l’Archivio Fabio Mauri. A riprova della determinazione di un’amicizia, che è anche scambio continuo di idee, e della crescente passione di Pasolini per la storia dell’arte. Un forte interesse, nato sempre a Bologna, intorno alla figura cardine di Roberto Longhi, al quale lo scrittore chiede la tesi di laurea incentrata sulla pittura italiana del Novecento, da Carlo Carrà a Giorgio Morandi e Filippo de Pisis, artisti da lui stesso molto amati, presenti in mostra grazie alle opere facenti parte delle collezioni d’arte contemporanea di diversi musei di Roma.

Narciso, 1947, tempera e pastelli su carta bruna, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Narciso, 1947, tempera e pastelli su carta bruna, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Ritratto di Ninetto, 1965, pastello grigio su carta, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Ritratto di Ninetto, 1965, pastello grigio su carta, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Ragazzo che suona il mandolino, 1967, gessetti colorati e tempera su carta bruna incollata su cartone, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Ragazzo che suona il mandolino, 1967, gessetti colorati e tempera su carta bruna incollata su cartone, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Ritratto di Roberto Longhi, 1975, pennello e inchiostro su carta, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Ritratto di Roberto Longhi, 1975, pennello e inchiostro su carta, © Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze

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