Una mostra a Genova, a Palazzo Nicolosio Lomellino, espone i preziosi costumi che raccontano il grande vissuto di Adelaide Ristori. Dal 29 settembre 2022 al 22 gennaio 2023
L’attrice italiana dell’800 Adelaide Ristori, per l’estetica romantica, fu una grande eroina. Nata in una famiglia di attori, debuttò per la prima volta a tre mesi, in culla, e il secondo debutto lo fece a tre anni. La compagnia dei genitori non era molto famosa, in quanto nessuno dei due era talentuoso. Nessun ingaggio in teatri importanti fino a che la quattordicenne Adelaide, che di talento ne aveva da vendere, viene chiamata per interpretare Francesca da Rimini al Théâtre Impérial Italien. Da lì parte una strepitosa carriera per la giovane attrice, grazie anche al suo importante incontro con Carlotta Marchionni che farà sentire ad Adelaide la vera e propria vocazione. Perché la Ristori viene considerata un’eroina? Fu la prima attrice a girare il mondo intero per portare in giro la sua arte diventando un esempio di donna italiana intraprendente. Recitò in Russia, Svezia, Francia, Inghilterra e America facendo del teatro un veicolo di comunicazione universale.
A questa donna straordinaria che visse ben 84 anni, simbolo di mobilità sociale e imprenditoria femminile, un’icona di moda e glamour internazionale, è dedicata la mostra “I costumi di Adelaide Ristori – Teatro e alta moda” che fino al 22 gennaio 2023 è stata allestita in una delle più belle location di Genova, Palazzo Lomellino in via Garibaldi.
«Tanti anni fa Ivo Chiesa, Sandro d’Amico e Luigi Squarzina dell’allora Teatro Stabile di Genova hanno avuto l’idea di creare il Museo dell’Attore per ospitare le carte, i libri e i cimeli teatrali della “famiglia d’arte” Salvini e nel 1967 il Museo ricevette in donazione, dall’erede Giuliano Capranica del Grillo, il vastissimo Fondo Adelaide Ristori – ha detto il Presidente del Museo dell’Attore Eugenio Pallestrini – Finalmente oggi, grazie all’appoggio delle autorità istituzionali, siamo in grado di mostrare queste meraviglie di straordinaria importanza storica. Siamo felici di questo, ma ci piacerebbe anche che la Mostra girasse in altre città e faremo il possibile per attivarci in questo senso».
All’inaugurazione, in rappresentanza del Comune di Genova, era presente l’assessore Lorenza Rosso che ha ribadito l’importanza della Ristori non solo come grande attrice, ma come figura femminile da imitare, una donna votata all’internazionalità. E questa sua internazionalità le vediamo riportata sui grossi pannelli installati in mostra. Una grossa carta geografica, nell’ultima sala, fa vedere al pubblico tutti gli spostamenti effettuati dall’attrice e dalla sua famiglia (aveva anche 4 figli che si portava dietro) per tutto il globo. Certo non la spaventava attraversare mare, monti, con neve, gelo o caldo asfissiante in un periodo storico in cui viaggiare non era certo comodo come oggi. Era determinatissima nel perseguire la sua missione: portare la sua arte oltreoceano e il prestigio dell’italianità come vessillo.
La mostra si articola in varie sale, tutte bellissime, illuminate come una scenografia da palcoscenico. Sotto l’attenta regia di Livia Cavaglieri (professoressa associata in Discipline dello Spettacolo di UNIGE), Danila Parodi e Gian Domenico Ricaldone, con il coordinamento di Paola Lunardini, i visitatori sono accompagnati nell’iter della carriera della Ristori costellata di successi ovunque. A parlare di lei sono i suoi costumi, straordinari e conservati nel migliore dei modi. Ricchi, preziosi, ancora coloratissimi gli abiti lussuosi fatti di velluti e pizzi raffinati raccontano le sue interpretazioni, da Medea a Maria Stuarda, da Judith a Maria Antonietta, fino a ad arrivare alla sala in cui si ammirano i capi dello spettacolo dedicato a Elisabetta, creati per lei dal celebre sarto parigino Charles Frederick Worth.
«Un viaggio complesso quello dei costumi che abbiamo dovuto spostare dalle casse ai manichini – ha spiegato la Prof.ssa Cavaglieri – Esporre un costume teatrale è difficile. In mostra vi sono 12 pezzi, più accessori, ventagli e gioielli. I costumi sono difficili “da leggere”, per questo ogni abito è accompagnato da un pannello che ne racconta la sua storia».
Oltre agli abiti, custodite in teche di vetro anche le scarpe che rivelano il piedino piccolo e garbato che possedeva l’attrice. Un’esposizione che è davvero una chicca e che celebra il bicentenario della nascita di una delle prime star di tutto il mondo in modo eccellente.
La mostra fa parte di un ampio calendario di eventi e iniziative nell’ambito del progetto “Adelaide: 200 anni sulla scena”, che comprende lo spettacolo teatrale Lady Macbeth. Suite per Adelaide Ristori (con Elisabetta Pozzi, regia di Davide Livermore e drammaturgia di Andrea Porcheddu, produzione Teatro Nazionale di Genova) e il convegno internazionale Adelaide Ristori e il Grande Attore, a cura delle Università di Genova e Milano-Statale.
La mostra è stata organizzata dal Museo Biblioteca dell’Attore con la collaborazione dell’Associazione Palazzo Lomellino, il contributo di Regione Liguria, Camera di Commercio di Genova, Esselunga e Fondazione CARIGE.