L’usuale appuntamento autunnale con l’arte moderna e contemporanea di Boetto a Genova è in calendario per martedì 25 ottobre. Una preview delle opere sarà esposta a Milano (in Foro Buonaparte n° 48) il 18 e il 19 ottobre
L’asta inizia nel pomeriggio di martedì 25 alle ore 15:00 con la prima tornata di lotti (1-145) intitolata “by Italy”. Seguiranno “WorldWide” e “Photography” per un totale di quasi 230 lotti.
Si parte con la figurazione. È il pittore Mario Tozzi ad aprire il catalogo con un olio su tela di 35×27cm intitolato “Testina” dipinto nel 1968, poco prima di tornare a vivere in Francia -per essere vicino alla figlia e ai nipoti- dove muore nel 1979. In totale i lotti del pittore selezionati per questa vendita sono tre (oltre a questo, il n°16 e il n°17). Tutti vicini per date e stile. Un’altra “Testina” e “Odalisca senza tempo” sono del 1970. Tutti rappresentano figure stilizzate, i volti delle fanciulle sono un ovale, gli occhi due mandorle allungate, il naso un rettangolo marcato, i colli allungati. Si muovono in uno sfondo terroso dove sono presenti delle silhouettes e delle figure geometriche. Stimano tra i 7 e i 20 mila euro.
Segue un nucleo di cinque lavori di Ugo Celada (1895-1995). Nato a Cerese di Virgilio, è stato uno dei tanti pittori dimenticanti per l’opposizione al Fascismo. Il suo lavoro ha punti di contatto con le atmosfere dei dipinti di Cagnaccio di San Pietro – che negli ultimi anni in Italia ha visto una grande riscoperta del suo mercato -e il realismo magico di Antonio Donghi. In linea con l’arte dei due maestri, la “Ballerina”, un olio su masonite cm 129×83,5, presentata a una stima di € 4.500/5.000.
Anche Mario Sironi è in catalogo con cinque opere, realizzate tra gli anni ’40 e gli anni ’50. Emerge la tempera e matita su carta “Composizione” del 1944 circa stimata € 13.000/18.000 Due i lavori di Filippo De Pisis “Gallina” dell’inizio degli anni ’40 (€ 8.000/10.000) e “Soldato nello studio” del 1944 ca (€ 12.000/15.000).
Una decina di lotti (71-80) rappresenta al meglio il movimento della TRANSAVANGUARDIA, corrente sostenuta da Achille Bonito Oliva emersa in Italia a fine anni ’70 che si è riproposta di superare il linguaggio astratto-concettuale delle neoavanguardie attraverso un ritorno a materiali e tecniche pittoriche tradizionali e una figurazione dai tratti espressionisti. Spiccano il maestoso olio “Sorridi Faccia” del 1984-85 di Nicola de Maria (70-90 mila), “Hotel Brancusi” del 1987 di Mimmo Paladino (160-220 mila), una scultura di Sandro Chia, un pezzo unico a mosaico, eseguito probabilmente a Ravenna e l’affresco su tavola di grandi dimensioni di Francesco Clemente “Edit de AK” del 1981 (90-130 mila).
Alighiero Boetti questo autunno sarà l’artista italiano super star delle aste internazionali, con le due mappe in asta a New York e a Parigi. Dagli anni dieci del 2000 è diventato il punto di riferimento per l’Arte Povera, con le sue opere super richieste dai collezionisti e i prezzi in ascesa costante. Aste Boetto propone un suo ricamo del 1988: “Le cose nascono dalla necessità e dal caso” (cm 34×34,5) che stima 75-110 mila euro. I “Ricami” da soli valgono il 50% del mercato di Boetti. Si tratta di espressioni concettuali prima che estetiche, riflessioni sul linguaggio, sulla matematica e sulla logica.
Salvo, fresco di top price nel giugno scorso (155.500 euro, Blindarte, Milano), è in catalogo con “La valle” del 2001, un olio su tela di cm 90×150, quotato 80-120 mila euro e del tutto simile a quella del prezzo record. Attualmente è il soggetto più apprezzato specialmente dal mercato orientale, cinese e di Hong Kong, che vede molti collezionisti interessati a questo autore che sta vivendo un momento di grande rivalutazione.
La Pop Art italiana è rappresentata da Mario Schifano. “Acerbo”, un grande smalto realizzato nel 1982, è stato esposto alla mostra di Cleto Polcina alla Galleria DUE CI di Roma all’inizio degli anni ’80, misura ben 200×303 cm e quota 70-120 mila euro. Un albero della vita (“Vero Amore”, 1974-76) stima 19-22 mila mentre una rara e significativa tela della serie Propaganda degli anni Settanta sale a 120-180 mila. Questo smalto “Senza titolo” raffigura l’insegna “Esso”. L’artista reinterpreta in chiave personale uno degli elementi classici della Pop Art americana, il logo di un marchio tipico della società dei consumi. Si tratta di una riflessione sulla percezione: l’occhio, bombardato da innumerevoli immagini, si limita a recepire in modo passivo. Il logo è scelto per i suoi valori formali.
Non mancano gli artisti di Piazza del Popolo, che vanno a braccetto con Schifano. Tano Festa con esempi di “Coriandoli” e Franco Angeli con “Senza titolo (Il lungo assedio della fame)” del 1961-62 (€ 30.000/40.000).
Nella sezione “By Italy” sono presenti anche opere di Garutti, Tancredi, Mondino, Perilli, Scanavino, Baj, Leoncillo e un’Accardi di grandi dimensioni. Per la scultura, sono presentate opere di Staccioli, Spagnulo e una bellissima scultura in marmo di Umberto Mastroianni (Iopa, 1991, 3-4 mila euro).
Per quanto riguarda il settore internazionale, il panorama è piuttosto esteso. Una sezione è dedicata a Fluxus, una serie di opere di Joseph Beuys, un’importante tela di Nam June Paik e un lavoro di uno dei fondatori del gruppo, George Maciunas.
La sezione internazionale è guidata da un rarissimo ed inedito Christo, che si è conquistato la copertina del catalogo. “Over the river, project for the Arkansas river, State of Colorado 2001” è un collage in due parti che, come esplica chiaramente il titolo, rappresenta il progetto ideato dall’artista insieme alla moglie Jeanne-Claude per il fiume Arkansas, negli Stati Uniti. Si trattava di una sorta di “impacchettamento” ideale del fiume che sarebbe stato coperto con una lunga stoffa argento, che si doveva estendere per tutta la sua lunghezza, quasi 6 miglia, imponendosi sul paesaggio. Il progetto è rimasto fermo per decenni, bloccato dalle autorità locali del Colorado perchè l’opera avrebbe potuto danneggiare l’ecosistema del fiume. Si era finiti in tribunale e nel 2015 era arrivata la sentenza a favore di “Over the River”. Christo aveva commentato di non aver mai avuto dubbi che sarebbe stata a suo favore perché la dichiarazione di impatto ambientale era approfondita e completa. Ma nel 2017 l’artista bulgaro, cittadino Usa dal 1973, ha deciso di rinunciare alla realizzazione dell’opera -nonostante avesse già investito 15 milioni di dollari di tasca sua- come chiara ed esplicita protesta contro l’amministrazione dell’allora presidente Donald Trump. Il progetto in asta da Boetto stima € 120.000/180.000.
Tra gli altri lotti si segnalano una scultura di Niki de Saint Phalle, due lavori dell’artista contemporaneo Robert Pruitt, rappresentato dalla Galleria Massimo De Carlo, da cui proviene la sedia dorata proposta al MiArt qualche anno fa e un’opera di provenienza Noero presentata ad una delle prime esposizioni dell’artista all’inizio degli anni 2000.
Sempre nella sezione “Worldwide” spicca un nucleo importante di lavori di Hermann Nitsch, pioniere dell’Azionismo Viennese morto pochi mesi fa all’età di 83 anni. E’ stato tra gli artisti più controversi del dopoguerra, per il suo lavoro basato sulla volontà di liberazione del corpo e dello spirito dalle imposizioni della società borghese e da tabù religiosi, moralistici e sessuali. Negli anni Sessanta ha dato vita al suo Orgien Mysterien Theater (Teatro delle Orge e dei Misteri), un’esperienza di “arte totale”. In asta da Boetto alcuni “Relitti”, ovvero gli elementi provenienti dall’Azione scenica. I relitti sono dunque i ritagli dei grandi teli bianchi, i camici (o “tonache”), le barelle servite per trasportare i corpi che diventano altari… Un “Relitto – Stoffa rosa” del 1982 quota € 10.000/12.000, una stola di abito talare (56 Aktion 30/11/1970 Milano) stima € 4.000/6.000. Ma il lotto più importante del maestro austriaco è il numero 157, una tela “Senza titolo” del 2007 offerta a € 50.000/80.000.
Emerge anche un lavoro di Alex Katz che in questi ultimi mesi sta avendo una forte esposizione mediatica. Si è chiusa da poco, infatti, la grande mostra al Mart di Rovereto intitolata “La vita dolce”, una delle più importanti retrospettive mai realizzate in Italia sul pittore americano. Il novantaquattrenne ha un curriculum espositivo forte: sono oltre 250 le personali e 500 le collettive in settant’anni di attività espositiva. E il 2022/23 sono anni ricchissimi per mostre e soprattutto per l’importanza delle sedi che le ospitano tra USA ed Europa: una monografica si è aperta al Guggenheim di New York il 16 agosto e una alla Fondazione Thyssen-Bornemisza di Madrid l’11 giugno. Il “Senza titolo” della fine degli anni ’80 in catalogo da Boetto fa parte dei “paesaggi”, il secondo grande genere esplorato dall’artista oltre ai noti ritratti. Stima € 35.000/45.000.
Campeggiano in questa sezione altri top lot della vendita: “Red Vermillion”, una tecnica mista su carta intelata del 1963 di Jean Fautrier (€ 150.000/200.000) e “Saison de présage” del 1990 di Georges Mathieu (€ 170.000/230.000), artista che ha dominato lo scorso semestre della maison genovese con l’aggiudicazione a 167.000 euro dell’olio “Prières lasses” (anni ’80) nell’asta di arte moderna di aprile 2022. Un trittico di Jan Fabre “Passage”, che rappresenta l’arte (riferimento a Duchamp), la scienza e la religione con i simboli della croce, l’orinatoio e il microscopio, è offerto a € 60.000/100.000.
Infine la sezione dedicata alla fotografia risulta particolarmente eterogenea: dal maestro Man Ray con il classico “Coat Stand” al contemporaneo Gursky, fino a Urs Luthi, Lorca di Corcia, Pipilotti Rist e Hans Op De Beck e due opere rappresentative Candida Höfer con il soggetto a lei tanto caro della biblioteca e degli spazi asettici caratterizzati dalle scaffalature allineate in un ordine maniacale.
Aste Boetto
Arte Moderna e Contemporanea
Martedì 25 Ottobre 2022
Preview (Selezione Opere)
Milano, Foro Buonaparte 48
Martedì 18 e Mercoledì 19 Ottobre 2022
ore 10.00 -18.00