Paolini, premiato per la pittura, ha ricevuto la medaglia, il diploma e 15 milioni di yen (circa 105.000 euro) dalla Principessa Hitachi
Dopo la proclamazione romana al The Westin Excelsior di Roma, avvenuta il 15 settembre scorso – laddove è ancora possibile respirare gli antichi fasti della Dolce Vita di via Veneto – il celebre artista Giulio Paolini ha ricevuto a Tokyo il Praemium Imperiale. Il noto riconoscimento giapponese per la cultura è nato per omaggiare la memoria di Sua Altezza Imperiale il principe Takamatsu (高松宮殿下記念世界文化賞 Takamatsu no miya denka kinen sekai bunka-shō). E ogni anno, a partire dal 1989, premia i migliori esponenti internazionali del mondo della pittura, scultura, architettura, musica e teatro\film.
Pari al Nobel in campo scientifico e letterario, quest’anno il premio è giunto alla sua trentatreesima edizione, affermandosi ancor di più come voce autorevole nel mondo delle arti. A metà settembre i vincitori erano stati annunciati contemporaneamente a Tokyo, New York, Roma, Berlino, Londra e Parigi. Nell’ambito della proclamazione romana, Paolini ha raccontato della sua prossima personale che si terrà all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma tra qualche mese. Verterà sull’idea e sulla storia dell’accademia.
Sono sei i comitati di nomina, ciascuno presieduto da un consulente internazionale, che a turno vengono chiamati a proporre i candidati nei cinque campi. Nello splendido complesso architettonico del Meiji Kinenkan, circondato dalla vasta foresta sempreverde del Santuario Meiji Jingu, Giulio Paolini, premiato per la pittura, ha ricevuto la medaglia, il diploma e 15 milioni di yen (circa 105.000 euro) dalla Principessa Hitachi, consorte del Principe Hitachi, Patrono onorario della Japan Art Association.
Insieme a Paolini, che porta avanti da anni una linea di ricerca artistica di taglio contemplativo e concettuale, sfiorando le muse della metafisica, sono stati premiati oggi anche gli altri vincitori: Ai Weiwei per la scultura, il duo Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa dello studio SANAA per l’architettura, Krystian Zimerman per la musica, Wim Wenders per il teatro/cinema. I finalisti del Praemium sono scelti per i risultati conseguiti, l’influenza esercitata sul mondo dell’arte e per il contributo reso alla comunità mondiale grazia alla propria loro attività.
Durante la cerimonia, l’ex-presidente del Consiglio Lamberto Dini, che presiede il Comitato italiano di nomina dei candidati, ha affermato che pochi artisti contemporanei hanno interrogato il mezzo e il significato dell’arte in modo ampio e articolato come Giulio Paolini. “Molte delle sue opere – ha aggiunto – si ispirano a capolavori della storia dell’arte e sono create per far sì che lo spettatore si interroghi su ciò che sta guardando. La sua arte pone in questione la natura stessa dell’arte e il ruolo dell’artista”.
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