C’è un luogo vicino Roma, dove magia, esoterismo, spiritualità e storia si fondono insieme: è il Tempio di Diana a Nemi. Un piccolo paese sui colli di Roma, a mezz’ora di macchina dalla Capitale, che si affaccia sull’omonimo lago, a pochi passi dalle rovine della storia che fu.
Conosciuto ai più come il paese delle fragole, Nemi è candidato a diventare ora anche un luogo di ritrovo per artisti e appassionati d’arte, ispirati da una vegetazione lussureggiante e da un’energia, misteriosa, che qui aleggia nell’aria in ogni periodo dell’anno. Una location decisamente d’eccezione che ha ispirato l’ideatore di questa “avventura nell’arte” l’artista Luigi Rosa.
“Mi sono imbattuto in questo posto magico, un giorno d’estate, per caso, e non l’ho più lasciato – spiega Luigi Rosa – . A fatica, assieme al proprietario Gino, ne abbiamo ristrutturato e recuperato una parte da dedicare interamente alla pittura. Per riportare la luce in questo luogo magico, dove querce, sugheri e ulivi sembrano parlarti e dove arte e spiritualità qui viaggiano, decisamente, all’unisono”.
Diversi sono stati gli eventi organizzati a Nemi dall’artista romano: l’ultimo, in ordine di tempo, una mostra di pittura sotto l’ombra degli alberi e, contemporaneamente, una dimostrazione olistica di medicina indiana, per il benessere del corpo e dell’anima. Ma le prossime scommesse sono, in ordine: un memoriale, a novembre, di pittori che esporranno per non dimenticare chi non c’è più; ed una collettiva di quadri, realizzati direttamente in loco.
In una tiepida giornata di inizio inverno tele, cavalletti, pennelli ed una serie di artisti, neo-impressionisti del duemila, pronti ad immortalare per sempre questo luogo incantevole.
“Saranno due giornate dedicata alla pittura – spiega Rosa – dove la creatività e la passione possano liberarsi, insieme, sulle tele. Devo ringraziare Gino, il proprietario di questo luogo incantevole – un uomo indurito dal dolore e dalla morte – che qui ha voluto riportare i giovani e la vita in memoria di quella persa da suo figlio Paolo, che la malasanità gli strappò via purtroppo qualche anno fa. Alla sua memoria dedicheremo, infatti, la prossima mostra”.
Ma nei progetti di Luigi, che derivano dalla sua pluriennale esperienza nel campo dell’arte e dal suo incontro con Gino, anche una scuola di pittura per ragazzi e non solo.
Luigi e Gino, due uomini, così lontani e così diversi per mondi, cultura e tradizioni, che il caso ha messo sullo stesso percorso e da quell’incontro oggi è nata un’amicizia, autentica e sincera, in nome dell’arte e dell’amore per quel figlio che non c’è più. Sì perché la vita, la sensibilità, l’amore e la morte non conoscono regole e a volte arrivano a scombinare caselle che sembravano già fissate.
Come quelle della vita di questo artista, poliedrico e vulcanico, classe ’66, che di vite ne ha vissute veramente tante. E tutte con il comune denominatore che si chiama passione .
Luigi ha vissuto per anni tra corse e cavalli che ha trattato sempre come figli. “Alla fine li ho regalati perché più dei soldi mi interessava come venissero trattati”. E ancora, gallerista e art promoter fino a pochi anni fa nella Roma capitolina, e adesso ancora nel mondo dell’arte e dei giovani. E non solo. Divide il suo tempo e le sue giornate tra eventi d’arte che organizza a Nemi e la ricerca di tesori preziosi, antichità e memorie che tanti di noi nemmeno sanno di possedere nelle cantine delle proprie case.
Ed è così che Luigi fiuta oggetti antichi, tesori coperti dalla polvere, che restaura e riporta in vita, in giro per l’Italia, tra mostre di antiquariato e mercatini. “Perché dietro un oggetto – spiega – ci sono mille volti, vite, storie di un passato lontano. Che mi piace recuperare, per la memoria futura che verrà”.