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Materia, gesto, impronta, segno: le quattro parole chiave della nuova mostra del m.a.x museo di Chiasso

Alberto Burri, Cellotex 3, Serie di “Cellotex”, 1992, serigrafia, 11 x 16 cm, Courtesy Fondazione Burri, Città di Castello

Dal 30 ottobre 2022 al 19 febbraio 2023, il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) ospita la mostra materia, gesto, impronta, segno: l’opera grafica di Burri, Vedova, Kounellis, Paolucci e Benedetti, che propone un excursus sulla ricerca grafica di cinque personalità di spicco nella cultura del Novecento, quali Alberto Burri, Emilio Vedova, Jannis Kounellis, Flavio Paolucci e Mario Benedetti. La mostra è a cura di Antonio d’Avossa e Nicoletta Ossanna Cavadini.

Ciascuno di questi artisti è un protagonista delle stazioni fondamentali dell’arte internazionale che, seppur nella loro diversità, hanno segnato nuovi e fondamentali sentieri di ricerca visiva. Sono quindi la “materia”, il “gesto”, la “impronta” e il “segno” che caratterizzano le loro esperienze espressive e al tempo stesso rendono visibili le tracce di un itinerario artistico.

Conosciuti perlopiù per la loro opera pittorica, tutti e cinque gli autori hanno sempre considerato la grafica come atto artistico di ricerca introspettiva che si esprime attraverso una pluralità di tecniche, dall’acquaforte all’acquatinta, dalla ceramolle alla puntasecca, dalla litografia alla serigrafia per passare poi alle diverse intersezioni del collage e materiali singolari come il carborundum.

A ciascun autore è dedicata una sala del museo, al cui interno si trova oltre una ventina di grafiche, affiancata a una matrice e a un’opera particolarmente rappresentativa della loro ricerca.

Emilio Vedova, Triangoli crocifissi ’82, 1982, Pittura acrilica, pastello, carboncino e carta su tela, 182 x 201 cm, Courtesy Fondazione Emilio Vedova e Annabianca Vedova, Venezia

In mostra sono esposti circa 150 opere, distribuite secondo un ordinamento tematico-cronologico. La prima sala presenta la ricerca della “materia” di Alberto Burri, in cui l’utilizzo di materiali esterni alla pittura rappresenta la cifra unica e dominante della sua pratica artistica. La sua opera grafica ripercorre con coerenza e continuità, e soprattutto con forza visiva materica, tutto il suo itinerario artistico. Segue nella seconda sala l’opera di Emilio Vedova, il quale sintetizza la denuncia, la tensione alla libertà con il “gesto” come “urto di verità, catartico rovescio per aprirsi ad una nuova coscienza” per citare le sue stesse parole; il “gesto” allora diventa in questo modo mezzo per una rivendicazione sociale.

Segue poi lo spazio dedicato all’arte di Jannis Kounellis, dove “impronta” è elemento performativo capace di mettere in luce l’immaginario e la forza evocativa del corpo, attraverso una ricerca artistica singolare con approccio sensoriale. La mostra continua con Flavio Paolucci che, nella sua espressione artistica, riporta ad un costante riferimento “segnico degli elementi naturali: nella sua arte pittura, scultura e grafica costituiscono un insieme. Infine, il percorso si conclude con Mario Benedetti, il quale riprende il valore fondamentale del “segno” come espressione artistica in una realtà percepita e modernamente perduta.

Jannis Kounellis, Senza titolo, 2014, Corborundum su carta Hahnemuhle, 220 x 120 cm, prova d’artista, Courtesy Collezione d’Arte Albiocco, Udine

La mostra, col patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Lugano, è organizzata in collaborazione con la Fondazione Alberto Burri di Città di Castello, la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia, l’Archivio Kounellis di Roma, la Fondazione Art Collection Ghisla di Locarno, Stamperia d’arte Albicocco di Udine e gli archivi degli artisti Flavio Paolucci di Biasca e Mario Benedetti di Bergamo.

Accompagna la rassegna un catalogo bilingue (italiano-inglese) Skira Milano-Ginevra, che presenta saggi di Antonio d’Avossa (critico d’arte già docente di storia dell’arte contemporanea a Brera), Bruno Corà (storico dell’arte e presidente della Fondazione Alberto Burri), Fabrizio Gazzarri (direttore archivio e collezione della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia), Chiara Gatti (storica e critica d’arte e direttrice del museo MAN di Nuoro), Nicoletta Ossanna Cavadini (storica dell’arte e dell’architettura, direttrice m.a.x. museo e Spazio Officina, Chiasso).

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