La mostra allestita a Palazzo Barberini in occasione del centenario della nascita di Pasolini, fa parte di un progetto più ampio nel quale entrano in gioco anche il Palaexpo e il MAXXI. Tre mostre con temi e orizzonti diversi ma complementari tra loro.
Il grande progetto espositivo
In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975), dalla collaborazione delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, con l’Azienda Speciale Palaexpo di Roma e il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, è nato il progetto ‘Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO’.Il titolo è ispirato dalla frase pronunciata dal saggio Chirone nel film Medea (1969), diretto da Pasolini, che evoca la misteriosa sacralità del mondo che le tre mostre affrontano con temi diversi ma complementari.
A Palazzo Barberini le suggestioni artistiche nel cinema di Pasolini
L’esposizione allestita a Palazzo Barberini non poteva che evocare le suggestioni artistiche nel cinema di Pasolini. “La mostra curata da Michele Di Monte è molto significativa perché per noi è stata una totale sperimentazione. Un approccio molto diverso rispetto a quello che abbiamo fatto in passato” ha affermato la direttrice delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Flaminia Gennari Santori – ” In questo caso infatti, ci siamo concentrati più sull’immagine che sull’opera. Nell’allestimento abbiamo voluto fornire un’esperienza fortemente immersiva che si basa due punti fondamentali: da un lato le docce sonore – che raccontano ciò che si vede in sala – e dall’altro una disposizione in sala che è una sequenza. Quella della sequenza e del montaggio è un punto cardinale della storia dell’arte quanto del fare cinema” .
Le opere di Palazzo Barberini in dialogo con la poetica pasoliniana
Il punto di forza della mostra è infatti il taglio curatoriale – sviluppato con criteri tematici – che sembra uscito da un montaggio cinematografico. Flashback che si susseguono nelle varie sezioni tematiche, con un accostamento di tagli, continuità e discontinuità.
Negli ultimi anni Michele di Monte ha curato per le Gallerie Nazionali di Arte Antica, progetti espositivi che hanno saputo unire al rigore scientifico un alto valore divulgativo. Anche in questo caso il curatore ha valorizzato l’enorme patrimonio artistico di Palazzo Barberini, lasciando ai visitatori la scoperta della contemporaneità delle opere della collezione (ma figurano in mostra anche importanti prestiti), attraverso un dialogo a vari livelli. Non si evidenzia “solo” la pittura che prefigura il cinema. In un certo senso il cinema di Pasolini è lo strumento che, attraverso media differenti, evoca il potere delle immagini.
Un cortocircuito temporale
“Il corpo è l’architrave del progetto. Il corpo fenomenologico, che percepiamo. Questo corpo ‘virtuale’ che consente alle immagini di vivere ma anche di sopravvivere, di ritornare. La mostra è in fondo una riflessione sul ritorno delle immagini, sulla capacità delle immagini di reincarnarsi. E nella loro capacità di suggerire e far vedere cose nuove diventano figure” – ha affermato Michele di Monte – “La figura è un oggetto che si vede ma anche che fa vedere, che fa segno oltre se stesso. La figura è prefigurazione che consente ad esempio al presente di affacciarsi già nel passato come un futuro anteriore o al passato di rivivere nel presente come un possibile futuro ulteriore. Un cortocircuito temporale delle immagini che Pasolini aveva perfettamente chiaro. Perché non solo lo ha messo in pratica nel proprio cinema ma si è anche sforzato di teorizzarlo.”
Il percorso espositivo come il montaggio di un film
Il tema dominante dell’esposizione è svelato nella prima sezione tematica “Prologo. Il corpo virtuale delle immagini”. Si torna indietro nel tempo, dove tutto ha inizio. Quando nel corso di storia dell’arte dell’Università di Bologna, lo studente Pier Paolo Pasolini, rimane folgorato non solo dalle opere dei grandi artisti del passato ma soprattutto dalla loro rappresentazione. O meglio, da quella linguistica di un insegnante d’eccezione come Roberto Longhi e quella visiva delle riproduzioni fotografiche proiettate sullo schermo nell’aula universitaria. Che prefigurano nella mente del giovane, già una sorta di montaggio. Quello che lo colpisce infatti, è la capacità delle immagini di poter essere manipolate, di far emergere contrasti e affinità, attraverso un lavoro critico che, ovviamente, rappresenta sempre una scelta.
In tutto questo, per Pasolini, il ruolo del corpo – come evidenziano le varie sezioni della mostra – è fondamentale. Un luogo di sopravvivenza arcaica e depositario di verità autentica: da Michelangelo a Pontorno fino a Caravaggio, l’idea che solo il corpo può rappresentare la verità è il nesso unisce il pensiero di Pasolini a molti maestri del passato.
Il Narciso di Caravaggio e Pasolini
Il percorso espositivo si snoda tra le sale affrontando, in un cortocircuito di immagini, libri, foto e fotogrammi, tutte le declinazioni della poetica pasoliniana. Fino all’epilogo del ‘corpo soggetto‘, Si torna a quell’idea di ‘montaggio’ che racchiude in sé la responsabilità di una decisione. Rappresentare significa sempre decidere come far vedere qualcosa: Pasolini è consapevole che colui che rappresenta sta dentro il gioco della rappresentazione. In questa ultima sezione entrano in gioco il tema della maschera con le sue citazioni visive e letterarie. Ma anche del monologo narcisistico. Le foto che si fa fare con l’intenzione di utilizzarle nel suo ultimo progetto sono una messa in scena visiva di questa riflessione.
” C’è qualcosa nell’uomo che neppure il suo spirito conosce”, si legge nelle ‘Confessioni di Sant’Agostino’, il libro che Pasolini tiene aperto davanti a sé, come uno specchio, nella sua ultima figura. L’ultimo confronto non poteva dunque che concludersi con il Narciso di Caravaggio. Perché. come spiega il curatore della mostra: “Se c’è stato un autore che è stato veramente narcisista nel Novecento italiano, è stato Pasolini”.
Informazioni
“Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO-Il corpo veggente” – Palazzo Barberini
A cura di Michele Di Monte
Fino al 12 febbraio 2023O
Orari: martedì–domenica,ore10.00–19.00. Ultimo ingresso alle ore18.00.
Biglietti:
Solo museo: Intero 12 € – Ridotto 2 € (ragazzi dai 18 ai 25 anni)/Solo mostra (spazio mostre): Intero 8 € – Ridotto 2 € (ragazzi dai 18 ai 25 anni). Ridotto Pasolini per possessori di biglietto MAXXI, Palaexpo, Metrebus card e biglietto Atac vidimato: 6€. /Mostra e museo: Intero 15 € – Ridotto 4 € (ragazzi dai 18 ai 25 anni), Ridotto Pasolini per possessori di biglietto MAXXI, Palaexpo, Metrebus card e biglietto Atac vidimato 12€.
Per i gruppi, le gratuità e tutte le informazioni: www.barberinicorsini.org