Il romanzo per ragazzi firmato Matteo Bussola ed edito da Salani è una lettura formativa non solo per i ragazzi, ma per tutti i lettori che vi si accosteranno
Matteo Bussola ci porta nella storia di Viola, una bambina che gioca a calcio, corre in monopattino e ama vestirsi di Blu. Viola scrive tutti i colori con la maiuscola, perché per lei sono unici, proprio come le persone. Ma non tutti sono d’accordo con lei, specialmente gli adulti. Molti pensano che esistano cose ‘da maschi’ e cose ‘da femmine’, ma Viola questo fatto non l’ha mai capito bene. Un giorno decide quindi di aprirsi al suo papà, che di lavoro fa il pittore e di colori se ne intende. È maggio, un venerdì pomeriggio, il cielo è azzurrissimo e macchiato di nuvole bianche, il papà è in giardino e cura alcune piante. Le genziane hanno un nome da femmine, eppure hanno i fiorellini Blu. Però ai fiori, per fortuna, nessuno dice niente. Non è come con le persone, pensa Viola. Un fiore va bene a tutti così com’è…
In questa storia, ispirata dalle conversazioni con le sue figlie, l’autore indaga gli stereotipi di genere attraverso gli occhi di Viola, una bambina che sa già molto bene chi è e cosa vuole diventare. Viola e il Blu è un racconto per tutti, che fa riflettere e celebra il valore della diversità e l’importanza di crescere nel rispetto delle sfacettature delle persone.
Questa storia permette inoltre di riflettere sui colori nell’arte e può essere un trampolino di lancio per indagare la simbologia dei colori, soprattutto il blu e il rosa. Infatti il testo è arricchito da alcune illustrazioni che rimandano a capolavori dell’arte, come La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer e La creazione di Adamo di Michelangelo. Attraverso questi capolavori il papà porta Viola, e noi lettori, a riflettere sui significati dei colori, sugli stereotipi e sulla potenza dell’arte.
«Allora anche alla mamma di Gesù piaceva il Blu?»
«Forse sì» dice il papà, «ma non è questo il punto. Quello che ci interessa è che moltissimi pittori l’hanno sempre raffigurata con il velo Blu».
«C’è il Blu anche nel quadro preferito della mamma!»
«Quale?»
«Quello della ragazza con la perla!»
«La ragazza con l’orecchino di perla del pittore Vermeer?»
«Sì, sì. Anche lì, la fascia che la ragazza ha in testa è Blu!”
(Passi di: Matteo Bussola. “Viola e il Blu”)
«Ti ricordi quando, al compleanno della mamma, siamo stati a Roma, in quella grande chiesa, a guardare quei meravigliosi dipinti sul soffitto e sulle pareti? Quelli pienissimi di persone e con Dio al centro?»
«Sì».
«E ti ricordi, in quei dipinti, di che colore era il vestito di Dio?”
«Dio era quel signore con i capelli bianchi che indicava col dito?»
«Sì» dice il papà di Viola. «Anche se in realtà non sta indicando, ma creando. Quel dipinto si chiama La creazione di Adamo ed è uno degli affreschi più famosi al mondo. Comunque: com’era il vestito di Dio? Insomma, di che colore era quella specie di panno che lo copriva?»
«Mmh…»
«Pensaci bene».
Viola stringe gli occhi, cerca di tornare con la mente a quella mattina.
«Papà! Dio aveva un vestito Rosa!»
«Già» dice il papà, orgoglioso per la memoria della sua bambina. «Dunque, questo che vuol dire?»
Viola fa una lunga pausa, mentre il suo papà le accarezza i capelli. Poi d’un tratto capisce. Le sembra una cosa davvero incredibile.
«Ma, allora…»
«Dimmi, Viola».
«Allora Dio è una femmina!”
(Passi di: Matteo Bussola. “Viola e il Blu”)
Matteo Bussola
VIOLA E IL BLU. La libertà di essere i colori che vuoi
Salani 2021