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Italia fabbrica di bellezza. Guardate cosa è riemerso dall’acqua a San Casciano dei Bagni

Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino) Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino)
Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino)
Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino)

Dagli scavi di San Casciano dei Bagni, in Toscana, riemergono 24 statue in bronzo perfettamente conservate risalenti a 2300 anni fa

Un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”. È il Corriere Fiorentino a riportare le parole del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Dedicate alla straordinaria scoperta archeologica avvenuta negli scavi di San Casciano dei Bagni, in Toscana. 24 statue in bronzo di raffinatissima fattura, databili tra il II secolo avanti Cristo e il I dopo. “La scoperta più importante dai Bronzi di Riace, e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico”, aggiunge il Direttore Generale dei Musei del MiC Massimo Osanna.

 

Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino)
Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino)

Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”. Questa la testimonianza dell’archeologo Jacopo Tabolli, giovane docente dell’Università per Stranieri di Siena che dal 2019 guida il progetto di ricerca. Le statue erano immerse nel fango sul fondo della grande vasca romana del Bagno Grande, recuperate tutte integre e in perfetto stato di conservazione. Una sorta di deposito votivo, con divinità, matrone, fanciulli, imperatori, oltre a migliaia di monete.

 

Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino)
Le statue trovate a San Casciano dei Bagni (foto Corriere Fiorentino)

Le statue erano legate alla presenza di un santuario, attivo dal III secolo a.C. fino al V d.C.. In epoca cristiana il luogo di culto venne chiuso senza essere distrutto, e le divinità furono nascoste sott’acqua. “Il più grande deposito di statue dell’Italia antica, e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto”, puntualizza Tabolli. Il Ministero della Cultura ha già approvato l’acquisto di un palazzo cinquecentesco di San Casciano che ospiterà gli straordinari ritrovamenti. Museo che nei programmi si strutturerà in futuro in un vero e proprio parco archeologico.

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