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Nude agli Uffizi. I limiti estetici del capitalismo

Alexis Mucci e Eva Menta agli Uffizi, critica al capitalismo Alexis Mucci e Eva Menta agli Uffizi
Alexis Mucci e Eva Menta agli Uffizi, critica al capitalismo
Alexis Mucci e Eva Menta agli Uffizi

Se il problema del capitalismo non fosse morale ma estetico? Riflessioni sull’esibizionismo mediatico nei musei

Negli ultimi tempi c’è un’ipotesi su cui non riesco a darmi pace: e se il problema con il capitalismo non fosse morale ma estetico? Se l’evidente fallimento di questo sistema riguardasse proprio la vita e l’esperienza sensibile che facciamo come soggetti nella vita di tutti i giorni, piuttosto che la sua ingiustizia sul piano etico? Per dirla in modo meno apodittico, quello che mi affascina di questa ipotesi è il suo potenziale critico e strategico: la critica “etica” a questo sistema esiste già, sono in molti a denunciare la sua iniquità e a impegnarsi per porvi rimedio. Però c’è il rischio che questo tipo di critica lo faccia appellandosi a un’altra morale, ipostatizzandola e rendendola normativa. Una critica estetica invece potrebbe essere davvero e più profondamente “politica”.

È forse questo filtro politico che mette in discussione gli atti degli ultimi giorni che hanno visto due esponenti della pornografia contemporanea protagoniste di un’interessante vicenda agli Uffizi. Alexis Mucci e Eva Menta, che collaborano con la piattaforma OnlyFans, si sono fatte ritrarre seminude davanti alla Venere di Botticelli, e poi hanno pubblicato le immagini sui profili Instagram. Il gesto ha scatenato le polemiche, in primis quella del capogruppo Fdi a Firenze, Alessandro Draghi, che ha affermato: “La Venere del Botticelli non può essere usata da costoro per uno spot indecente. E mi pare strano che i custodi non se ne siano accorti E che a distanza di diverse ore al direttore Schmidt non siano arrivate le indegne immagini delle due sexy influencer”.

Abbigliamento consono

Ha poi continuato: “Agli Uffizi si entra secondo il regolamento” che prescrive “un abbigliamento consono all’ufficialità degli ambienti museali”. E che “per le riprese fotografiche” è “permesso scattare fotografie alle opere ai fini di uso personale e di studio”. Mentre “per ulteriori diversi utilizzi (pubblicazioni o usi derivati anche per scopo commerciale) va richiesta apposita autorizzazione. E corrisposto, ove previsto, il pagamento di un canone”, ha aggiunto Draghi. Per il capogruppo Fdi a Firenze quindi “il regolamento è stato violato due volte: gli Uffizi chiedano la rimozione dei post che sfruttano l’immagine della Venere del Botticelli e sbeffeggiano il patrimonio artistico italiano. Per stare in abiti succinti ci sono tante discoteche, evitiamo di farlo nel museo più importante di Firenze”.

 

Protesta del gruppo Femen al Museée d'Orsay
Protesta del gruppo Femen al Museée d’Orsay

Qual è il vero problema? Quello della pornografia è un tema molto dibattuto in vari ambiti: cinematografico, politico, sociologico, storico, filosofico. E gli studi fatti su di essa hanno contribuito ad arricchire i punti di vista. Seppure con intenzioni e attitudini differenti, spesso contrapposte le une alle altre. Gli Uffizi ospitano numerose opere d’arte con nudi maschili e femminili. Eppure l’etica e la moralità diventano un concetto fondamentale dal momento in cui due ragazze si fanno ritrarre nude all’interno di un museo.

L’oscenità è nei vostri occhi

La vicenda richiama la memoria di qualche anno fa quando al Musée d’Orsay di Parigi ad una ragazza fu negato l’accesso al museo perché giudicata “troppo scollata” per poter accedere alle sale interne. Questo creò un enorme dibattito tra le femministe contemporanee. E spinse il famoso gruppo Femen a rivendicare l’atto con un accesissimo flashmob all’interno della hall del museo. Riportando sul loro corpo scoperto frasi come: “Il mio corpo non è osceno. L’oscenità è nei vostri occhi”. Il giorno dopo il Museo ha pubblicamente chiesto scusa alla visitatrice prendendo le distanze dall’accaduto. Anche Egon Schiele a suo tempo fu giudicato perverso per i suoi nudi, ritenuti incitazione alla violenza sessuale, e lo stesso artista dichiarò che “la pornografia è negli occhi di chi guarda”.

 

Egon Schiele, The reclining woman, 1917
Egon Schiele, The reclining woman, 1917

La mia riflessione inizia dalle parole, dalla loro origine, dall’uso più o meno consapevole che ne facciamo. E da come incidono sulle nostre opinioni, influenzando spesso i comportamenti. “Pornografia” deriva dal greco antico, e significa “prostituta” e “disegno, scritto, documento”. Ossia il contenuto che riguarda e rappresenta le prostitute. OnlyFans è un’azienda a tutti gli effetti che consente la condivisione di qualsiasi tipo di contenuto. Nel modello capitalistico, in cui abbiamo accettato di vivere, chi ha i soldi detta legge. Qual è il vero problema di questa faccenda? Due donne nude che posano davanti a una donna nuda. Eppure il direttore degli Uffizi non si è fatto alcun problema ad ospitare privatamente Dua Lipa e Chiara Ferragni, non proprio famosissime per il loro look austero.

Scalpore?

Perché quattro seni creano ancora scalpore nella società contemporanea? Cos’è il decoro oggi se è possibile partecipare ad una manifestazione e rischiare di essere linciati semplicemente perché la nostra idea politica è diversa da quella dominante? Vero è che siamo nella città di Vasari, che nel suo “Le Vite” ci descrive brillantemente il concetto di Grazia. Ma temo, caro Giorgio, che fin quando la società patriarcale in cui viviamo noi non inizierà a pensare al progresso come ad un processo di cura di tutte le realtà presenti ed esistenti, la Grazia potremo solo chiederla alla Madonna.

Marianna Fioretti Piemonte

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