In mostra due cicli centrali nell’opera di Martini, la Danza macabra europea e le illustrazioni della Commedia dantesca
“Ha fuso le vibrazioni culturali europee con la cultura italiana, aprendo un dialogo proficuo con le città più effervescenti in Europa, come Parigi, Monaco e Londra”. Così Maria Teresa De Gregorio, Presidente della Fondazione Oderzo Cultura, tratteggia il ruolo centrale nelle dinamiche artistiche avuto dal grande Alberto Martini. “Il suo stile è eclettico e unico, foriero di istanze nazionali e internazionali”, aggiunge. “Il suo tratto ha stupito artisti, politici e l’intera popolazione. Attraverso il sublime unito ad uno spirito satirico e grottesco è diventato il narratore grafico della sua storia coeva”. L’occasione è l’inaugurazione di una sala permanente all’artista dedicata dal Museo “Luigi Bailo” di Treviso, nel contesto delle iniziative per il settantesimo anniversario della morte di Martini.
Un progetto possibile grazie al prestito di una serie di opere concesse dalla stessa Fondazione Oderzo Cultura. Il corpus di opere provenienti da Oderzo si incentra sull’attività grafica dell’artista, tecnica da lui prediletta. Focalizzandosi su due cicli di seminale importanza: la Danza macabra europea e le illustrazioni della Commedia dantesca. Tra i due nuclei si innesca un ideale dialogo che pone attenzione sugli aspetti caricaturali e grotteschi con cui Martini opera in chiave critica su società, politica e potere. A chiudere l’allestimento della sala è l’Autoritratto (1911), disegno a matita di grandi dimensioni – opera preparatoria della china conservata alla Pinacoteca di Oderzo. Che mostra in modo esemplificativo la riflessione che l’autore compie sul proprio ruolo e statuto di artista, individuo in grado di evocare le “inesplorate regioni dello spirito”.
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