Laura Cionci si è arresa a una implacabile malattia dopo averla combattuta con forza, con fiducia, con l’energia data dalla pienezza della vita
Niente. Davanti alla morte di una ragazza a 41 anni, un’amica, il dolore obnubila la mente. E non si riesce a dire nulla che possa minimamente non apparire inadeguato. Ti confortano solo le parole dei tantissimi amici che invece le hanno cercate, quelle parole. Riversando sui social messaggi traboccanti di amore, di vitalità, ci riconoscenza. Lei era Laura Cionci, e si è arresa a una implacabile malattia dopo averla combattuta con forza, con fiducia, con l’energia data dalla pienezza della vita. Non vi racconteremo qui dunque chi è stata, cosa ha fatto, cosa resterà (tanto) di lei. Queste cose saprete dove cercarle. Anche con l’intervista che ArtsLife le dedicò lo scorso anno. Qui vogliamo salutarla prendendo a prestito alcune delle parole bellissime che testimoniano quanto fosse amata da tutti.
La capacità di ironia
Non se ne avranno a male, gli autori, se non riconosceremo loro la citazione. Sapranno da soli che la bellezza di Laura stava proprio nella condivisione delle energie che verso lei e da lei fluivano senza requie. Toni poetici: “Mancherai come l’aria. L’amore che hai lasciato è cosa infinita. Prezioso ogni istante condiviso con te, preziosissimi tempi supplementari. La tua leggerezza piena di contenuti e saper vivere, la capacità di ironia, la tua meravigliosa arte”. O ancora: “Tu per me sei la vita in tutte le sue forme, sei la profondità ancestrale della terra, la leggerezza dell’ironia che spiazza, sei la forza travolgente della verità senza ipocrisie, senza dispersione di energia”.
Messaggi più intimi: “Sapevi portar colore, luce e musica… ma soprattutto eri portatrice sana di vita”. “La tua autenticità e sincerità sono stati dei regali e dei maestri preziosi! Ti vedo nell’onirico, presso quel fiume magico dove sempre ti ho incontrata”. Fino a quelli gioiosi, che lei forse apprezzerebbe di più: “mi dicevi: … vengo e se dobbiamo sgarrare con l’alimentazione lo dobbiamo fare per bene!!!…. Ti dedicherò ogni sgarro della mia vita!!!”.
Un diario “Universale”
“Che Laura Cionci avesse una personalità fuori dalla norma l’avevo intuito quando la incontrai la prima volta nel gennaio 2019“, ricorda Matteo Bergamini. “Stavamo preparando la prima edizione di Biennolo e lei venne a vedere lo spazio che avrebbe ospitato la sua performance “stato di grazia”, realizzata dall’attrice Sara (la voce più dolce che io conosca, diceva Laura, nel presentarla). Aveva un’immensa parrucca di capelli nerissimi, lo dichiarava candidamente, e stava partendo per l’Australia. Per trovare la sua cura. Ci eravamo rivisti diverso tempo dopo, abbracciati. Lei con i suoi capelli ricci, incredibili, ritratto della vita di guerriera, viaggiatrice, zingara (come lei si presentava). Partecipare al suo stato di “stato di grazia”, nei giorni di Biennolo, mi aveva fatto commuovere. E cosa ci può essere di meglio che essere commossi dall’arte? Laura aveva saputo trasformare la sua esperienza in un diario “Universale”, pubblicato poi con Sartoria Editoriale: una possibilità aperta a tutti per riflettere sulle domande che ci fanno più paura, e su tutte le possibilità che ci offre la vita, senza macchinose retoriche. Oggi, mentre sto viaggiando, il ricordo di Laura si fa più intenso e commosso, tracciando l’idea che l’arte per sua natura non possa essere disgiunta dalla vita e dall’esperienza. Laura ne aveva fatto la sua personale, intensa, poetica bandiera“.