Sono disegnati col la bocca e con il cuore i due francobolli ai quali il Vaticano ha affidato il compito di formulare via posta il Buon Natale. L’autore delle due delicate immagini risponde al nome di Francesco Canale, la cui storia è decisamente particolare, certamente fuori del comune e per certi aspetti eccezionale
Il primo impatto col mondo, appena nato 33 anni fa, a Napoli, fu l’abbandono dei genitori spaventati di quello che era loro capitato. Il figlio tanto atteso era senza braccia e senza gambe (qualche tempo fa li ha incontrati e ora intrattiene buoni rapporti). Per fortuna, quaranta giorni dopo ci fu chi gli trovò una famiglia adottiva, una coppia di Pavia e di conseguenza, ancora in fasce si trasferì al Nord Italia dove crebbe non senza difficoltà ma “con tanta voglia di essere autonomo”. A scuola, per dire, si faceva aiutare “ma mi muovevo in modo molto autonomo e con accorgimenti artigianali. Anche se cresciuto fra l’era analogica e quella digitale, qualche problema l’ho dovuto superare. Ho affrontato sempre i vari ostacoli con serenità e con una gran voglia di andare avanti”. Adesso si usano utilissimi sistemi vocali. Al principio per fare in modo che il computer imparasse a riconoscere la mia voce leggevo i ‘Promessi Sposi’. Ma, ripeto, da sola la tecnologia non risolve tutti i problemi, servono anche interventi artigianali. Mio padre, per esempio, che è un inventore, ha sempre trovato soluzioni ai problemi e alle difficoltà che via via si sono presentate. Inizialmente, per dire, il mio pc era molto lento e mio padre per sopperire a questa lentezza trovò la soluzione in bastoncini, come quelli cinesi, che tenevo per una estremità e l’altra la usavo come mouse o col pennello. Ancora adesso mi trovo a battere con questi bastoncini. La tecnologia, ripeto, è importante, ma non è tutto”.
Pittore, scrittore (ha da poco pubblicato “Le corde dell’anima”), autore teatrale/musicale, performer e imprenditore, tiene incontri “motivazionali” e promuove alcune battaglie sociali inerenti ai temi dell’inclusione sociale, dell’ambiente, della valorizzazione. “Tutto sommato – ammette- l’integrazione non manca, quella che manca è l’inclusione”. Nonostante tutto, Francesco Canale si considera una persona normale, come ce ne sono tante altre. E oltre al suo nome ne usa uno d’arte: Anima Blu. “Anima perché sono convinto che ogni essere sia composto da corpo, mente e anima (anche se mi rendo conto sull’anima non tutti sono d’accordo, mentre per me è la parte più importante di un uomo); blu perché è una tonalità di colore che mi piace molto e in Oriente porta bene. Secondo queste fonti se una persona sta male e guarda il cielo o un quadro blu, immediatamente il male sparisce, torna a star bene. Non so se questo sia scientificamente veritiero, ma mi piace pensare che qualche persona guardando un mio quadro possa in qualche stare meglio”.
Di lui dice di essere “una persona unica, come tutte lo sono, con le proprie caratteristiche, i propri pregi, i propri difetti ed i propri sogni”. Un sogno, che coltivò fin da bambino e si è poi concretizzato, è quello dell’arte; arte che lo accompagna da sempre. Aveva sei anni quando vinse una borsa di studio, entrando contemporaneamente a far parte della V.D.M.E.K, l’Associazione mondiale per i pittori che dipingono con la bocca o con il piede che dal 1956 promuove e diffonde l’arte diversamente abile come cultura di integrazione, solidarietà e rispetto per le diversità. Per gli artisti che dipingono con la bocca o con il piede, l’arte diventa uno strumento di indipendenza e riscatto per una vita piena, soddisfacente ed appagante, nonostante la disabilità. Gli artisti, grazie all’Associazione – sottolinea una nota vaticana- iniziano un percorso di crescita attraverso borse di studio, incontri internazionali, mostre ed eventi.
“Scoprii – confessa – un universo nuovo, per me fu una svolta epocale. All’inizio, s’intende, disegnavo come disegna un bambino. Piano piano mi sono affinato, fino ad arrivare a disegnare i due Buon Natale del Vaticano, un traguardo straordinario, al quale mai avevo pensato. Tuttavia l’incarico per questo lavoro non è dovuto ad una mia richiesta, quando alla segnalazione dell’Associazione AbilityArt di Verona, contattata da Filatelia di Poste Vaticane. Secondo il progetto di Filatelia di Poste Vaticane, nel segno delle pari opportunità, io avrei dovevo occuparmi di un solo francobollo mentre del secondo se ne sarebbe dovuta occupare una mia collega, una delle persona che stimavo molto, che mi ha sempre incoraggiato, venuta nel frattempo a mancare. Si tratta di Santina Portelli, nata a Ragusa il 26 giugno del 1948. Durante il parto, a causa dell’uso del forcipe, le vennero causati danni irreparabili che si concretano in una tetraplegia spastica”.
Fu così che Filatelia vaticana si trovò costretta a ribussare alla porta di Francesco Canale. Che accettò. “Anche in ricordo e in onore di Santina”. Usando, per i due valori, lo stesso pastorello “Proprio così”, ammette. “Prima – prosegue- ho disegnato l’Annuncio al pastorello della nascita del Bambino Gesù e in seguito, così da avere una narrazione, un legame fra i due francobolli, lo stesso pastorello che, rende omaggio al Bambino Gesù.
In stretto contatto con Filatelia di Poste Vaticane ho seguito passo passo l’impaginazione di bozzetti, apportando anche qualche modifica resa necessaria in quanto si trattava della mia prima esperienza in questo campo”.