Print Friendly and PDF

Mistero al Museo Diocesano. Le placchette dei Cavalieri Danubiani

Placchetta dei Cavalieri Danubiani, piombo, stampa da matrice, III secolo d.C., Museo Diocesano, Milano
Placchetta dei Cavalieri Danubiani, piombo, stampa da matrice, III secolo d.C., Museo Diocesano, Milano

Sono sette le placchette dei Cavalieri Danubiani che, acquisite nel 2017 dal Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano, hanno immediatamente aperto sguardi profondi su epoche lontane, per molti aspetti ancora insondate

È stato il collezionista e studioso d’arte Alessandro Ubertazzi a donarle al Museo Diocesano che le ha accolte nella sezione Oreficerie e Oggetti Preziosi dopo un accurato restauro.
Da inizio dicembre sono infatti permanentemente esposte al pubblico all’interno del percorso museale, come annuncia il direttore Nadia Righi che ha presentato l’agile volume pubblicato per l’occasione – “Le placchette dei Cavalieri Danubiani” –, a cura di Alessia Devitini, con testi di Francesco Muscolino, Isabella Rimondi e Nadia Righi stessa (SilvanaEditoriale).

Le placchette, prodotte in piombo – un metallo facilmente lavorabile, ma ad alta deperibilità –, sono giunte al Diocesano offuscate nella leggibilità dei finissimi dettagli delle raffigurazioni che ne istoriano le superfici, riacquistando poi tutta la loro efficacia. E ciò è avvenuto grazie a mani esperte che le hanno ripulite e consolidate, restituendole – seppur a tratti spezzate a tratti rotte ai bordi – alla piena leggibilità. Oggi infatti a un’attenta analisi è possibile individuare i numerosi personaggi e simboli che gremiscono gli esigui spazi in esse racchiusi.

Placchetta dei Cavalieri Danubiani, piombo, stampa da matrice, III secolo d.C., Museo Diocesano, Milano

Un credo religioso, tra mito e storia

Alessandro Ubertazzi racconta come avvenne a Roma la scoperta delle placchette, una quarantina di anni fa. “Andavo per antiquari in via dei Coronari – come sempre sistematicamente a caccia di placchette, i miei oggetti da collezionismo preferiti – quando scorsi in una bottega alcune scatole di cartone abbandonate a terra contenenti placchette in piombo. Realizzate grazie a matrici con ogni probabilità di pietra calcarea, le considerai di primo acchito espressione della cultura negromantica rinascimentale. Acquistate e portate a casa, rimasero in un cassetto per alcuni decenni prima che le riprendessi in mano e le studiassi in modo appropriato. Suggerì la datazione ai primi secoli dopo la nascita di Cristo l’iconologo Eugenio Guglielmi, che avanzò anche una precisa ipotesi, ovvero la loro ascrizione al periodo della “Piccola Pace”, quando il Cristianesimo, controbattendo il paganesimo, all’inizio del II secolo d.C. stava ormai diffondendosi in Europa”.

Placchetta dei Cavalieri Danubiani, piombo, stampa da matrice, III secolo d.C..Museo Diocesano, Milano

Databili al II – III secolo d.C., tali reperti provengono dall’area balcano-danubiana e costituiscono rari esempi di oggetti legati al culto religioso denominato dei Cavalieri Danubiani (Equites Danuvini). Ex-voto o segni di appartenenza a un gruppo di credo religioso, venivano portati da comandanti e soldati da un accampamento all’altro o, destinati a rituali familiari, erano conservati nei sacella di abitazioni civili private. 

Spiega in proposito Francesco Muscolino: “Questo culto, uno dei molteplici fenomeni della religiosità sincretistica del tardo impero romano e anche uno dei meno conosciuti, sembra svilupparsi e diffondersi tra le multietniche schiere dell’esercito romano e pare avere un carattere misterico e iniziatico, che deve aver contribuito alla mancanza di notizie in testi letterari o epigrafi; anche sugli oggetti riferibili a tale culto le iscrizioni sono pressoché assenti”.

Placchetta dei Cavalieri Danubiani, piombo, stampa da matrice, III secolo d.C., Museo Diocesano, Milano

Misteri e messaggi simbolici. Una lettura iconologica

I legionari romani, stanziati nelle aree nord-orientali dell’Impero a presidiare i confini del Danubio dopo la conquista della Dacia (regione oggi a cavallo tra Romania e Ungheria), avvenuta nel II secolo d.C., dovettero essere particolarmente sensibili al culto dei Cavalieri Danubiani, questi ultimi probabile incarnazione del mito eroico dell’invincibile combattente. Eccoli effigiati sulle placchette ai lati di una figura femminile coperta da un chitone, a comporre una triade allusiva al culto misterico cui gli iniziati si affidavano per ottenere sia la vittoria sui nemici, nel caso si trattasse appunto di soldati, che il trionfo della vita sulla morte per tutti gli adepti. Scrive in proposito Muscolino: “Elemento fondamentale del mito pare essere una dea, variamente identificata, raffigurata nel registro centrale, verso la quale convergono due cavalieri divini (gli Equites Danuvini, appunto) che vincono un nemico (l’uomo o il pesce calpestati dai loro cavalli) e si rivolgono alla dea con un gesto protettivo e/o di saluto. La dea, sollevando con le braccia un drappo (interpretabile anche come lembo alzato della sua veste o come grembiule), offre nutrimento ai cavalli”. 

Riti iniziatici per giovani adepti

Identificata variamente come Afrodite, Atargatis-Dea Syria, Nemesis, Cibele, Demetra, Artemide, Epona, la figura femminile non ha ancora trovato un volto preciso, anche se gli studiosi propendono per quest’ultima, una divinità di origini celtiche, venerata soprattutto in ambienti militari romani come protettrice dei cavalli. 

Che si trattasse di culto misterico è attestato dalla presenza sulle placchette di vari espliciti simboli: in particolare, nella fascia inferiore, l’ariete scuoiato, appeso a un ramo, è segno tipico del rito di iniziazione, nonché la scena del banchetto, il pesce, il gallo, i giovani iniziati posti a destra ne sono inequivocabili rimandi iconografici. Altri elementi sono riferibili a significati interpretabili in chiave escatologica: il vaso (kantharos), i serpenti, il leone. Mentre, nella fascia culminante – sovrastata da un arco centinato a tutto sesto sostenuto da colonnine –, il sole e le stelle, come anche i serpenti, sono temi riferibili a Mitra, divinità persiana. Dunque, un racconto per immagini denso di messaggi che in parte ancora attendono di essere decriptati e di gettare piena luce su tempi, luoghi e tradizioni quanto mai ricchi di avvincenti intrecci storico-culturali.

Placchetta dei Cavalieri Danubiani, piombo, stampa da matrice, III secolo d.C., Museo Diocesano, Milano
Placchetta dei Cavalieri Danubiani, piombo, stampa da matrice, III secolo d.C., Museo Diocesano, Milano

chiostrisanteustorgio.it

Commenta con Facebook