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Paris Bordon, Divin Pitor. Dalla National Gallery all’Ashmolean Museum di Oxford, in mostra a Treviso capolavori straordinari

Paris Bordon, Venere dormiente e Cupido , 1550 - 1555 circa, olio su tela, cm 82 × 137, Venezia, Direzione Regionale Musei Veneto - Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, cat. d. 39 CREDITO FOTO: Venezia, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’oro - Direzione Regionale Musei Veneto, su conces sione del Ministero della Cultura. Paris Bordon, Venere dormiente e Cupido , 1550 - 1555 circa, olio su tela, cm 82 × 137, Venezia, Direzione Regionale Musei Veneto - Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, cat. d. 39 CREDITO FOTO: Venezia, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’oro - Direzione Regionale Musei Veneto, su conces sione del Ministero della Cultura.
Paris Bordon, Annunciazione,1545 – 1550 circa, olio su tela, cm 102 × 196, Caen, Musée des Beaux – Arts, inv. 67.1.1 CREDITO FOTO: Musée des Beaux – Arts de Caen, Photo M. Seyve

Ancora fino al 15 gennaio 2023, Paris Bordon 1500-1571. Pittore Divino illumina il Museo Santa Caterina di Treviso. La mostra, curata da Simone Facchinetti e Arturo Galansino, racconta la creatività e la qualità straordinaria del “Divin Pitor” con capolavori provenienti dai più prestigiosi musei del mondo, tra i quali la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, l’Ashmolean Museum di Oxford, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e i Musei Vaticani.

Paris Bordon, “Divin Pitor”. Si deve al celebre storiografo veneziano Marco Boschini l’appellativo di pittore divino, privilegio che venne riservato solo ad altri due artisti, Raffaello e Tiziano, di cui Bordon fu allievo. Creatività e qualità straordinaria caratterizzano l’opera di un autore centrale nella storia dell’arte, anche se meno riconosciuto di altri colleghi. L’esposizione, infatti, è la più ampia monografica mai realizzata in Italia, con capolavori che per l’occasione provengono dai più prestigiosi musei del mondo, tra i quali la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, l’Ashmolean Museum di Oxford, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e i Musei Vaticani.

Paris Bordon, Ritratto di giovane donna, 1540 – 1550 circa, olio su tela, cm 106,8 × 82,5, Collezione privata, courtesy Galerie Canesso CREDITO FOTO: © Private Collection, courtesy Galerie Canesso, Paris

Dai sensuali ritratti femminili alle rappresentazioni mitologiche, dalle scene sacre delle grandi pale d’ altare alle piccole opere destinate alla devozione privata: è Giorgio Vasari a considerare Paris Bordon l’unico allievo di Tiziano meritevole di attenzione, tanto da dedicargli una lunga appendice nella biografia del Vecellio nell’edizione del 1568 delle Vite. Non esistono opere e documenti capaci di fare chiarezza sulle date del suo apprendistato, ma di certo sappiamo che nel 21 giugno 1518 Paris è indicato come «pictor habitator in Venetiis in contrata Sancti Iuliani». Il giovane pittore non tarda a dimostrare una certa emancipazione dal maestro, volgendo il suo interesse alle nuove tendenze introdotte da Palma il Vecchio e dal Pordenone. Anche la produzione ritrattistica riveste un ruolo importante, non solo nell’ esposizione ma nell’ opera omnia del pittore: il quadro datato più antico del genere proviene dalla Alte Pinakothek di Monaco e risale al 1523, ancora influenzato dall’ eredità di Giorgione, il modello a cui si ispira una volta lasciata la bottega di Tiziano. Tuttavia, con i ritratti successivi si assiste ad un’ emancipazione da questo in un senso più moderno, da quelli ispirati a Palma il Vecchio e a Tiziano, a quelli caratterizzati da un sofisticato manierismo tipico del clima internazionale in cui sono stati concepiti. Colori freddi e vitrei, carnagioni madreperlacee avvolte e accarezzate da tessuti di seta cangianti e spiegazzati, fuori dalla tradizione lagunare. Tra i numerosi soggetti erotici il mito svela la narrazione spesso tramite Flora e Berenice o donne dai marcati tratti androgini; tra quelli religiosi, le maggiori committenze sono per la Chiesa di San Francesco a Noale con il monumentale San Giorgio uccide il drago, proveniente dai Musei Vaticani ed esposto in mostra dopo un accurato restauro; infine, tra gli scenari architettonici tocca un apice assoluto il cortile labirintico dell’ Annunciazione di Caen.

Paris Bordon, Coppia di amanti, 1555 – 1560 circa, olio su tela, cm 139,1 × 122, Londra, The National Gallery, Bought, 1860, inv. NG637 CREDITO FOTO: © The National Gallery, London

A completamento della visita in mostra è proposto un itinerario di confronti e rimandi, curato dal direttore dei musei cittadini, Fabrizio Malachin, per riscoprire capolavori della Pinacoteca del Museo Santa Caterina o disseminati all’interno del territorio trevigiano e veneto. 

La produzione e l’organizzazione sono affidate a Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo.

Simone Facchinetti è professore associato presso l’Università del Salento. Si è occupato di temi di storia dell’arte del Rinascimento e di storia della critica d’arte. Ha curato diverse mostre, tra cui Giovan Battista Moroni (2014-2015) e L’era di Giorgione (2016) alla Royal Academy of Arts di Londra, Giovanni Battista Moroni. The Richess of Renaissance Portraiture (2019) alla Frick Collection di New York.

Arturo Galansino è direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze dal 2015. Storico d’arte e curatore, lavora per musei internazionali come il Louvre di Parigi, la National Gallery e la Royal Academy of Arts di Londra. Ha curato diverse mostre spaziando dal Rinascimento all’arte contemporanea, tra cui Giovan Battista Moroni (2014-2015), Rubens e la sua eredità (2015) e L’era di Giorgione (2016) alla Royal Academy, Giovanni Battista Moroni. The Richess of Renaissance Portraiture (2019) alla Frick Collection di New York, Ai Weiwei. Libero (2016), Bill Viola. Rinascimento elettronico (2017), Marina Abramović. The Cleaner (2018) e Jeff Koons. Shine (2021- 2022) a Palazzo Strozzi.

 

Paris Bordon 1500-1571
Pittore divino
Dal 16 settembre 2022 al 15 gennaio 2023

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