Asor Rosa, conosciutissimo per la sua ”Storia della letteratura italiana” per le scuole superiori, è morto a Roma per le conseguenze di un improvviso arresto cardiaco
È stato per la letteratura un po’ quello che Giulio Carlo Argan è stato per la storia dell’arte. Autore del manuale sul quale si sono formati tutti i liceali italiani. Studioso autorevolissimo, unanimemente apprezzato, forti entrambi di un’aura indiscussa che li ha messi al centro della scena culturale italiana. E come lui ideologicamente schierato, come lui personificazione dell’”intellettuale integrato”. Sindaco di Roma nelle file del PCI l’uno, più volte parlamentare per il medesimo partito l’altro. Ora entrambi assisi nell’Arcadia dei grandi: visto che Alberto Asor Rosa – di lui si parla – è morto a Roma all’età di 89 anni per le conseguenze di un improvviso arresto cardiaco.
Asor Rosa era nato a Roma nel 1933, e si era laureato alla Sapienza con Natalino Sapegno. Docente lui stesso di storia della letteratura alla Sapienza, intellettuale di formazione marxista, lasciò il Pci nel 1956 per la tragedia ungherese, per poi rientrarvi nel ’72. Membro della direzione del Pds e direttore della rivista Rinascita, è autore della monumentale Storia della letteratura Einaudi, negli anni 70 ebbe come accennato grande successo con la sua ”Storia della letteratura italiana” per le scuole superiori. Nel 2002 scrisse un romanzo autobiografico, ”L’alba di un mondo nuovo”, nel 2011 la raccolta di saggi di critica letteraria Le armi della critica. Tra le sue opere più recenti ci sono Scrittori e massa 2015 (2015), Machiavelli e l’Italia. Resoconto di una disfatta (2019), L’eroe virile. Saggio su Joseph Conrad (2021).