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Nature morte di zucchero e glassa. Wayne Thiebaud in mostra alla Fondation Beyeler di Basilea

WAYNE THIEBAUD, BAKERY CASE, 1996 Oil on canvas, 167.9 x 187.9 cm Museum Voorlinden, Wassenaar, The Netherlands © Wayne Thiebaud Foundation / 2022, ProLitteris, Zurich Photo: Antoine van Kaam
WAYNE THIEBAUD, BAKERY CASE, 1996
Oil on canvas, 167.9 x 187.9 cm
Museum Voorlinden, Wassenaar, The Netherlands
© Wayne Thiebaud Foundation / 2022, ProLitteris, Zurich
Photo: Antoine van Kaam
L’artista americano Wayne Thiebaud (1920–2021) è il protagonista della prossima mostra alla Fondation Beyeler di Basilea. Forme delicate e colori tenui nelle sue nature morte a tinte dolci. L’esposizione, che porta il nome dell’artista, è in programma dal 29 gennaio al 21 maggio 2023.

Wayne Thiebaud è uno degli artisti contemporanei più apprezzati e acclamati da critica e pubblico. Originariamente grafico, dopo un breve periodo nel dipartimento di animazione dei Walt Disney Studios si è dedicato alla pittura. In particolare, a renderlo celebre, le sua nature morte a tema alimentare, dove al centro della composizione si dispongono delicate fette di torta e dolciumi vari. In esse, coperta di zucchero e glassa, l’infinita promessa di ricchezza e abbondanza tipica dell’American way of life. Thiebaud la rende attraverso un uso tattile del colore, che dona spessore agli oggetti e un carattere all’intera atmosfera, che nel complesso appare al contempo ironica e malinconica.

La Fondation Beyeler di Basilea lo pone al centro della sua nuova monografica, che prende il nome dell’artista stesso. Presenti, ovviamente, le nature morte di cui abbiamo appena raccontato. Ma anche altri aspetti del suo lavoro, come i ritratti, i paesaggi urbani e paesaggi multiprospettici. Espressioni classiche della storia dell’arte, ma reinterpretate dall’artista in modo personale e innovativo. A partire ovviamente, dal ricorso iconografico alle torte.

Alla domanda, perché le torte? Wayne Thiebaud ha spiegato: “Ho preso tre forme base con cui lavorare: un rettangolo, un’ellisse o un cerchio, e un triangolo. Tutte forme che a loro modo ricordano un pezzo di torta…. Quando ho dipinto la prima fila di torte, ricordo di essermi seduto e di aver riso…. Ora, sono uscito di testa… Ho pensato tra me e me: questa sarà la mia fine. Nessuno mi prenderà sul serio, ma ormai non potevo lasciare isolato quel che già avevo dipinto”.

Ma del resto quel che conta, soprattutto nell’arte, non è cosa si dipinge, ma come lo si fa. Di Thiebaud spicca l’abilità, tipica del resto del genere della natura morta, di bilanciare forme e colori, accostamenti e contrasti, armonia e frammentazioni. Nelle sue opere le aree luminose appaiono leggermente sfocate, come a ritirarsi in uno sfondo generalmente uniforme, piatto eppure avvolgente. Al tempo stesso il gioco cromatico sembra spingerle fuori, dare loro spessore plastico. Forse Thiebaud vorrebbe spingere l’osservatore ad afferrarle. In generale, dunque, ad attrarre delle sue opere è questo paradosso: un contesto del tutto statico emano una dinamicità quasi inspiegabile. E il risultato è magico.

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